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Capogiri e giramenti di testa, le possibili cause

capogiri

“Mi gira la testa”. Quante volte abbiamo detto questa frase, magari per un bicchiere di troppo o per una sensazione di malessere. Ma cosa c’è dietro la sensazione di vertigine che si lega a un capogiro? A volte questi disturbi sono solamente legati a sofferenze momentanee, in altri casi possono essere il segno di vere e proprie patologie, dall’anemia fino a quella che viene definita “labirintite”. Insomma, c’è bisogno di capire, assieme al medico, come mai “gira la testa” e soprattutto come comportarsi. 

Le possibili cause dei giramenti di testa

Sono tante e differenti per origine le situazioni in cui si può avvertire il classico capogiro. A volte, ad esempio, le sgradevoli sensazioni vertiginose dipendono dai movimenti repentini del corpo. In questi casi quando la testa gira, non si tratta di vertigini in senso proprio ma di una sensazione di sbilanciamento. Capita, ad esempio, quando si soffre di mal di mare, oppure di mal d’auto. In presenza di cinetosi, infatti, i giramenti di testa, che si associano a nausea e vomito, sono una risposta naturale a una “mancanza di equilibrio” dell’organismo. Infatti, il labirinto viene stimolato eccessivamente dal costante mutare della posizione del veicolo e questo induce un’alterazione dell’endolinfa vale a dire il liquido che si trova nel labirinto e che, invece, dovrebbe rimanere sempre in perfetto equilibrio quando il corpo è fermo e in posizione fissa, come succede quando si viaggia. Inoltre, quando viaggiamo il corpo si sposta continuamente e in maniera non coordinata con la vista. Questo porta a uno squilibrio delle sensazioni in arrivo al cervello, che risponde liberando sostanze come l’adrenalina e la vasopressina, responsabili della nausea e del vomito. 

Per indagare le altre cause che determinano capogiri, si pensi all’assunzione di alcol che tende a modificare la percezione del corpo nello spazio o ai capogiri conseguenza a volte anche di un eccesso di libagioni o a volte, per chi lavora tante ore al pc, da una eccessiva contrazione dei muscoli cervicali.

Anche un abbassamento di pressione, soprattutto nella stagione più calda, può portare a una sincope che a volte si manifesta proprio con giramento di testa che precede la perdita di coscienza. 

Inoltre, il capogiro può essere legato a difficoltà nella circolazione del sangue attraverso le arterie che, posteriormente, irrorano il cervello. In certi casi può essere presente un deficit nella microcircolazione, a carico dei piccoli vasi capillari che irrorano le aree cerebrali. Le cellule nervose, infatti, hanno costante bisogno di nutrimento, in particolare di glucosio e ossigeno, che vengono trasportati dal sangue. Lo stesso meccanismo può essere chiamato in causa anche nelle forme di grave anemia, perché l’emoglobina che trasporta l’ossigeno all’interno dei globuli rossi è insufficiente. A volte il capogiro non è legato direttamente alla circolazione, quanto piuttosto alla perdita momentanea di efficienza dei neurotrasmettitori, i composti che permettono il passaggio dei segnali nervosi da un neurone all’altro. Quando ciò avviene, la risposta di adattamento dell’organismo allo stimolo nervoso è più lenta del dovuto e questo può generare la sensazione di perdita dell’equilibrio.  

Il tutto, senza dimenticare il ruolo dell’ansia che incide sulla comparsa del disturbo. Se gira la testa si può aprire un circolo vizioso che porta a un aumento dell’ansia (le vertigini sono appunto dette ansiogene), e quindi al peggiorare della situazione.

I sintomi associati ai capogiri

In base alla causa che determina i giramenti di testa si possono avere disturbi diversi. In caso di vertigini, ad esempio, appaiono disorientamento, confusione, debolezza, ronzii alle orecchie, nausea.

Questi fastidi possono manifestarsi anche in situazioni particolari di stress e disagio o essere legati alla comparsa di cefalea o possono capitare in particolari momenti come, ad esempio, gli sbalzi ormonali legati al ciclo mestruale.

Se il problema deriva da assunzione eccessiva di cibo, possono presentarsi mal di testa, digestione lenta, nausea e vomito.

Quando invece entrano in gioco i cali di pressione può capitare che la vista si annebbi e si perda la coordinazione.

Quanto invece a far girare la testa è il classico mal di mare, così come avviene per il mal d’auto, la nausea tende a essere il malessere predominante

Cosa fare quando si ha un capogiro

Se il capogiro è determinato da un abbassamento della pressione, la cosa importante è sdraiarsi, passando dalla posizione eretta a quella distesa. Così facendo il sangue tende ad andare verso il cervello e quindi più facilmente si contrasta il giramento di testa e i sintomi ad esso associati.

Se la testa gira per la cinetosi conviene affidarsi ai farmaci di automedicazione. Questi possono essere di grande aiuto, soprattutto in chiave preventiva. Per chi ne soffre gli antiemetici (o anti vomito), da non somministrare sotto i 12 anni, vanno presi prima di mettersi in viaggio poiché cominciano a essere efficaci almeno dopo 30 minuti dall’assunzione. Agiscono su specifici recettori del cervello e quindi limitano la risposta agli stimoli del labirinto. Ovviamente, prima di un viaggio meglio mangiare leggeri ed evitare di bere molto tenendosi lontano da alcol, caffè e bevande gassate. Meglio, soprattutto in auto o autobus, guardare la strada e sedere nei posti anteriori.

Se i giramenti di testa si legano, invece, a cattiva digestione o ad assunzione eccessiva di alcolici, occorre puntare su farmaci di automedicazione specifici per combattere la digestione lenta, la nausea ed il vomito.

Infine, chi ha problemi di tensione dei muscoli che circondano la colonna vertebrale nella sua parte più alta potrebbe avere una maggior facilità a veder comparire fastidiosi giramenti di testa. Per questo i farmaci di automedicazione possono essere d’aiuto in caso di infiammazione e per “rilassare” l’area, così da sciogliere la tensione.

Per il resto, quando il disturbo è frequente e non legata a situazioni note e che si conoscono (cinetosi, ad esempio) la diagnosi sull’origine del disturbo va sempre fatta dal medico che può indicare eventuali approfondimenti e il trattamento più appropriato caso per caso.