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Frutta secca a guscio, fa bene? Ecco perché mangiarla

Frutta secca a guscio, fa bene? Ecco perché mangiarla
Tempo di lettura: 4 minuti

Vi piace sgranocchiare una noce? Adorate le nocciole? Se la risposta è sì, continuate con le vostre abitudini, seppur consumando frutta secca in quantità moderate visto il suo contenuto calorico. Se la risposta è negativa, invece, provvedete a cambiare le vostre abitudini: mangiando più frutta secca a guscio potreste anche proteggere il vostro cuore, e non solo questo organo. Sì, la frutta secca fa bene alla salute. Il motivo? La frutta a guscio, così presente sulle tavole delle feste in tutta Italia, aiuta a prevenire diverse patologie, per questo andrebbe consumata regolarmente. 

I benefici della frutta secca a guscio: alcune evidenze scientifiche

Leggendo diversi studi scientifici si vede come consumare regolarmente frutta secca a guscio, categoria nella quale troviamo alimenti come noci, nocciole, mandorle, pistacchi e arachidi, può essere uno strumento di prevenzione molto efficace, oltre che decisamente piacevole per il palato. In questo senso basta pensare ad una ricerca del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli in provincia di Isernia. Secondo i ricercatori molisani, il consumo regolare ma moderato di questi alimenti è associato a una riduzione del rischio di morte in genere e, in particolare, di morte per cancro. La ricerca è stata condotta analizzando le abitudini di vita e l’evoluzione nel tempo dello stato di salute di oltre diciannovemila cittadini del Molise che hanno partecipato allo studio epidemiologico Moli-sani. I risultati dicono che tra coloro che consumano abitualmente frutta a guscio si è riscontrata una minore mortalità totale. Ma un dato ancora più interessante è quello sulla mortalità totale per cancro, anch’essa minore tra i consumatori di noci e nocciole. In dettaglio, tra coloro che mangiano frutta a guscio almeno 8 volte al mese la riduzione del rischio di morte, per qualsiasi causa, è del 47 per cento. 

A far ipotizzare un’azione protettiva di noci e simili dirlo è anche una ricerca pubblicata sul prestigioso New England Journal of Medicine, che dimostra un chiaro rapporto positivo tra il consumo di frutta secca a guscio e la mortalità. Sono stati considerati le 76.464 donne dello studio “Nurses’ Health Study” e i 42.498 uomini del “Health Professionals Follow-up Study”. L’assunzione di frutta secca a guscio (come pistacchi, mandorle, noci del Brasile, anacardi, nocciole, pinoli e noci), è risultata inversamente associata alla mortalità totale di uomini e donne, indipendentemente da altri fattori che potessero incidere sull’aspettativa di vita. Questo del New England Journal of Medicine è il più grande studio mai condotto che esamina la relazione tra il consumo di frutta secca a guscio e la mortalità. I risultati sono in linea con gli studi condotti precedentemente, come sostiene l’autore Charles Fuchs, del Dipartimento di Oncologia Medica del Dana-Farber Cancer Institute di Boston. Peraltro, questo studio conferma i risultati di altre ricerche che dimostrano come gli acidi grassi buoni, che si assumono mangiando regolarmente pesce azzurro, verdure in foglia e frutta secca, in particolare le noci, proteggono il cuore.

Le proprietà della frutta secca a guscio

La frutta secca a guscio contiene importanti nutrienti come grassi insaturi, proteine di alta qualità, vitamine (ad esempio vitamina E, acido folico e niacina), sali minerali (ovvero magnesio, calcio e potassio) e sostanze fitochimiche e hanno proprietà cardioprotettive, antitumorali, antinfiammatorie e antiossidanti. Il loro alto profilo nutritivo si associa anche ad un elevato potere calorico: questa una delle poche controindicazioni, non bisogna esagerare a tavola. Le noci contengono 662 calorie per etto di frutto che viene mangiato. Vanno quindi consumate con moderazione, così come le mandorle, peraltro leggermente meno caloriche (543 calorie l’etto). 

L’allergia alla frutta secca

Oggi si sa che noci, nocciole e simili sono tra le principali cause di allergia da alimenti e la loro assunzione può a volte indurre sintomi molto gravi nelle persone predisposte.  Per giocare d’anticipo contro questo potenziale rischio, le future mamme, se ovviamente non fossero allergiche, dovrebbero consumare durante la gravidanza questo tipo di frutta secca per prevenire eventuali rischi di allergia nel bimbo che hanno in grembo. A consigliarlo è una ricerca apparsa su Jama Pediatrics, condotta dagli scienziati dell’Istituto pediatrico Dana-Farber di Boston. Studiano l’alimentazione delle donne in dolce attesa e considerando più di 8000 neonati, gli esperti hanno visto che questa misura preventiva può ridurre il rischio di allergia alimentare nei piccoli. 

Le castagne: pregi e difetti

La stagione è ormai finita. Ma la castagna può rappresentare una valida fonte di calorie e non solo. Sotto l’aspetto nutrizionale, un etto di castagne dà sicuramente una buona fonte di energia in quanto vale circa 200 calorie, quantità che quasi arriva a raddoppiarsi se invece si consumano le castagne secche, una sorta di “cornflakes” d’altri tempi. Così come hanno lo stesso significato dei biscotti le classiche “pelate”, le castagne bollite e pulite bene della cuticola interna che poi vengono tuffate nel latte per la prima colazione. Rispetto agli altri frutti, poi, le castagne hanno un valido quantitativo di proteine vegetali, sali minerali, in particolare calcio e potassio, e alcune vitamine, come la B1 e la B2. Non contateci troppo invece se volete fare un pieno di vitamina C. È vero che si tratta sempre di frutta, ma il contenuto vitaminico per questa specifica “amina della vita” nelle castagne è davvero pari allo zero.  Ricordato che la castagna contiene specifici amidi che ne impongono una cottura protratta, pena il fatto di sentirsi una sorta di “peso sullo stomaco” perché la digestione può rallentare, un’ultima raccomandazione. Attenzione alle flatulenze. Le castagne contengono zuccheri che a volte gli enzimi digestivi non riescono a trattare. Per cui ci si può sentire la pancia davvero gonfia dopo una scorpacciata. In questi casi, se si hanno problemi di meteorismo, meglio non esagerare.