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A colloquio con il Prof. Attilio Giacosa

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9 italiani su 10 soffrono di disturbi gastrointestinali. I nostri stili di vita, lo stress e l’alimentazione influiscono molto sulla salute di stomaco e intestino e, di conseguenza anche sull’efficienza del nostro organismo contro virus e batteri, tenendo conto del fatto che l’80% del nostro sistema immunitario è localizzato nell’apparato digerente.  Spesso, si sente parlare di microbiota intestinale. Ma di cosa si tratta esattamente? E qual è il suo ruolo sul funzionamento del sistema immunitario? Ne abbiamo discusso con il Professor Attilio Giacosa, gastroenterologo presso il Centro Diagnostico Italiano di Milano, già Direttore della Struttura complessa di Gastroenterologia e Nutrizione Clinica presso l’Istituto Nazionale per la Ricerca sul cancro di Genova.

Le domande

  1. Professore, quella che un tempo veniva comunemente chiamata “flora batterica”, oggi viene definita con il termine scientifico microbiota intestinale. Potrebbe spiegarci meglio in cosa consiste? Quali le sue funzioni e peculiarità e quali differenze con il microbioma? 
  2. Quando inizia a svilupparsi il microbiota? E quali sono gli effetti principali?
  3. Perché è solo di recente che si parla di microbiota e della sua importanza? 
  4. Qual è la differenza fondamentale tra i batteri “buoni” e quelli “cattivi” nel contesto del microbiota? In che modo questi batteri buoni e cattivi influenzano il microbiota?
  5. Quali sono i disturbi intestinali più comuni?
  6. Microbiota e disturbi intestinali: quale è, dunque, la correlazione e su quali disturbi il microbiota impatta in modo particolare? 
  7. Oggi si parla molto della correlazione tra stress e i diversi disturbi dell’intestino, quanto è vera questa affermazione? 
  8. Quali sono gli impatti dell’alimentazione sul microbiota? Ci sono alimenti o gruppi alimentari che favoriscono un microbiota più equilibrato e, di conseguenza, un sistema immunitario più forte? 
  9. Ci sono dei falsi miti da scardinare in particolare su alcuni alimenti?
  10. Professore, ci avviciniamo alla stagione invernale e soprattutto alle feste, in cui spesso tendiamo a dimenticarci le buone abitudini a tavola.  Quali consigli pratici e buoni propositi potrebbero essere raccomandati per mantenere in salute l’intestino e potenziare il sistema immunitario, durante tutto l’anno e in preparazione delle festività?
  11. Quali sono i disturbi dell’apparato gastrointestinale che tendono a verificarsi con maggiore frequenza durante la stagione invernale, e quali fattori, come condizioni climatiche o abitudini alimentari, possono contribuire all’insorgenza di tali disturbi?
  12. In quali situazioni sarebbe opportuno considerare l’uso di farmaci da banco per trattare disturbi comuni?

Le risposte

  1. Per flora intestinale si intende l’insieme dei batteri presenti nell’intestino umano. Il termine scientifico corretto, oggi, per descrivere l’insieme dei microrganismi che popola il tratto digerente, per lo più l’intestino, è microbiota intestinale. Si tratta di oltre mille miliardi di batteri, virus, e miceti (funghi), con il peso totale di circa un chilogrammo e mezzo che, comunicando tra loro, agiscono come se fossero un unico organismo e svolgono funzioni importanti per la salute dell’uomo.Alcune volte, impropriamente, al posto di microbiota viene utilizzato il termine microbioma, il quale indica invece il patrimonio genetico del microbiota. Per intenderci, la differenza tra questi due termini è la stessa che c’è tra uomo e genoma umano: l’uomo nasce con circa 60.000 geni, e quello che ci viene trasmesso dai nostri genitori è il genoma, che però da solo è insufficiente per la nostra sopravvivenza, sebbene svolga un ruolo importantissimo per la salute e per la difesa da moltissime malattie. Il microbiota coinvolge circa 400.000 geni che costituiscono il genoma “variabile”, che interagisce con noi e partecipa alla gestione della nostra salute o malattia.
  2. Lo sviluppo del microbiota avviene nei primi anni di vita: il contatto con la madre e con tutto ciò che ci circonda incidono profondamente sul suo sviluppo. Durante il parto, il passaggio attraverso il canale vaginale pone il neonato a contatto con i batteri presenti nell’ambiente e successivamente con quelli della pelle della madre e di tutto ciò che tocca. Successivamente, l’allattamento al seno contribuisce a fornire ulteriori batteri benefici al neonato. Molti sono, oltre a questi, i fattori che intervengono nella creazione del microbiota e fra questi l’alimentazione, prima di tutto e poi, fra gli altri gli additivi chimici, i farmaci (soprattutto gli antibiotici), le ore di sonno, e l’attività fisica. È un processo individuale, simile a un’impronta digitale, caratterizzato dal mix di batteri e germi che si stabilisce in modo significativo fino al decimo-dodicesimo anno di vita. Il microbiota di un bambino subisce adattamenti significativi in risposta alle situazioni fisiche ed emozionali che si creano dopo la sua nascita e, con lo sviluppo iniziale, questa modulazione del microbiota, chiamato, appunto, “adattoma”, si sviluppa in modo critico “pro-infiammatorio” se il bambino incontra difficoltà alimentari, fisiche o psicologiche e si attenua quando il bambino cresce e sembra stare bene. Tuttavia, se il bambino o l’adulto si troverà successivamente di fronte a difficoltà, questo “adattoma” può riattivarsi in modo esplosivo, stimolando in modo eccessivo la risposta immune e contribuendo allo sviluppo di stati di malattia di vario tipo con coinvolgimento di patologie digestive o extra-digestive, come l’obesità o stati neuropatologici quali la depressione o malattie autoimmuni o, verosimilmente, cancro. Questo fenomeno è riconducibile al ruolo chiave del microbiota nelle interazioni mente-corpo, evidenziando l’importanza dei primi anni di vita e delle esperienze iniziali nella formazione del microbiota e nel suo impatto sulla salute a lungo termine.
  3. Sebbene gli studi sulla flora siano sempre stati di grande attenzione, sono invece recenti gli approfondimenti sul microbiota. In passato, si facevano osservazioni sulle popolazioni dell’Europa orientale che, consumando prodotti quali yogurt e latte fermentato, godevano di longevità e benefici che suscitavano curiosità nella comunità scientifica. Ora si sta entrando invece in un capitolo più avanzato, grazie alle tecnologie e metodologie che consentono lo studio diretto del genoma del microbiota di ciascun individuo, aprendo nuove possibilità di conoscenza.
  4. I “batteri buoni” e i “batteri cattivi” non sono sempre facili da definire: se non in casi particolari come i cosiddetti fermenti lattici (lattobacilli e bifidobatteri) che appaiono molto “salutisti” e, ad esempio, il Clostridium Difficile che è, al contrario, estremamente patogeno. Definire un “microbiota ottimale” o “microbiota salutare” è ancora un compito difficile e in fase di decodifica, ma fondamentale è acquisire il concetto di eubiosi intestinale, ovvero di equilibrio fra le varie componenti del microbiota. Studi recenti identificano batteri con effetti pro-infiammatori e antinfiammatori. L’infiammazione è un elemento sempre più rilevante, collegato a patologie cardiache, degenerazione vascolare, cancro e processi di invecchiamento, rendendo quindi il microbiota un fattore di estrema importanza. Nel nostro organismo sono presenti gruppi di batteri con effetti pro-infiammatori e antinfiammatori. Gli studi su queste tematiche sono in costante evoluzione. Un batterio che appare ora di particolare interesse protettivo è l’“Akkermansia Muciniphila”: questo batterio appartiene al gruppo dei “firmicutes”, che appaiono particolarmente presenti nel tenue, ovvero nel piccolo intestino e non nel colon. L’“Akkermansia Muciniphila” è un batterio dotato di marcata attività antinfiammatoria e potenzia la funzionalità della barriera intestinale, contribuendo così alla corretta risposta immunitaria del nostro organismo. Studi recenti ne hanno dimostrato l’assoluta importanza nel favorire la risposta alla immunoterapia in soggetti con particolari tipi di tumore. Tuttavia, la trasposizione della teoria alla pratica nella produzione di un mix efficace di batteri protettivi rappresenta, ad oggi, ancora una sfida non risolta. Infatti, molti batteri “buoni” non possono ad oggi essere assunti in pillola come un farmaco tradizionale. L’innovazione tecnologica in questo campo è estremamente attiva e ci si augura che nel breve sia possibile superare questo problema.
  5. I disturbi gastrointestinali sono estremamente diffusi: interessano circa un terzo della popolazione globale. In Italia, l’89,6% della popolazione è colpito da diverse patologie gastrointestinali. Tra i sintomi più frequenti vi è il reflusso gastroesofageo, che colpisce oltre il 44% degli italiani (di cui il 22% con episodi frequenti), seguito dal bruciore di stomaco (36,8%), dal dolore addominale (32,4%), dal gonfiore e meteorismo (28,1%), dalla diarrea (27,1%), dalle difficoltà digestive (25,7%) e dalla stitichezza (25,4%). Circa l’84,9% degli italiani, soprattutto uomini e persone oltre i 65 anni, riporta poi disturbi intestinali legati all’eccesso di cibo (53,4%), a cattive abitudini alimentari e pasti veloci (13,7%), o a una scarsa assunzione di vegetali (17,8%). Preoccupazioni, momenti di difficoltà e lo stile di vita frenetico contribuiscono al malessere gastrointestinale, colpendo il 78,3% degli uomini e l’88,4% delle donne. Ulteriori affezioni includono: ulcera peptica, infiammazioni del pancreas, epatiti croniche virali, colite ulcerosa, malattia di Crohn e celiachia. La gestione appropriata, con il coinvolgimento del gastroenterologo, è essenziale per evitare complicazioni gravi, ricoveri inappropriati e prolungati.
  6. L’80% del nostro sistema immunitario è localizzato nell’apparato digerente, principalmente perché si tratta di un’ampia barriera di contatto fra il mondo esterno e il nostro organismo e, pertanto, proprio lungo questa barriera il nostro organismo dispone la più parte delle difese. Il microbiota intestinale gioca un ruolo chiave sia nello sviluppo delle nostre difese che, successivamente, nella gestione della salute dell’apparato digerente e può influenzare vari disturbi intestinali, tra cui la sindrome colon irritabile, la colite ulcerosa e malattia di Crohn e disturbi extra-digestivi.  Globalmente si parla oggi di sindromi enteropatogeniche, capaci di includere anche diabete, morbo di Parkinson, sindrome di Alzheimer, e malattie autoimmuni. Le modifiche nella composizione del microbiota possono contribuire allo sviluppo o all’aggravarsi o all’attenuazione di questi disturbi, evidenziando l’importanza di mantenere un microbiota intestinale sano e in equilibrio con la barriera intestinale e con le difese immunologiche dell’intestino, per promuovere la salute digestiva.Il microbiota è essenziale nello sviluppo del sistema immunitario e si distribuisce lungo la parete intestinale, rivestita da cellule mucose e abitata da batteri. L’equilibrio e la tipologia di questi batteri influenzano lo sviluppo del sistema immunitario, prevalentemente concentrato nell’apparato digerente. Le criticità soggettive e le conseguenti modificazioni del microbiota comportano una espressione anomala e in eccesso del sistema immune. L’intestino, esposto continuamente a un mix variegato di batteri benefici e dannosi attraverso il differente consumo di cibo, farmaci e contaminanti di vario genere, richiede la presenza di componenti immunologiche (linfociti, eosinofili e citochine in primis) per preservare l’integrità delle pareti intestinali e prevenire potenziali disturbi. Oggi si parla di “microbiota revolution” e con questo si intende una rivisitazione marcata delle conoscenze mediche, che negli anni a venire potrà davvero cambiare in modo profondo il modello di cura di molti pazienti.
  7. Fattori come lo stato emotivo, l’ambiente, la dieta e il clima familiare influenzano il microbiota e i disturbi dell’intestino. In situazioni di stress intenso o comunque critiche, il microbiota può causare danni alla barriera intestinale, creando una condizione comunemente nota come “l’intestino che piange e che gocciola” (il cosiddetto “leaky gut”). Questo si verifica quando la parete intestinale sviluppa danni e diventa permeabile, consentendo il passaggio di germi all’interno del corpo del soggetto. Questo processo, noto come permeabilità intestinale, favorisce l’insorgenza di processi infiammatori, che sono, come tutte le infiammazioni, risposte inizialmente positive e naturali del corpo con l’obiettivo di difenderlo. Quando questa risposta diventa eccessiva, però, soprattutto in situazioni legate al rapporto critico tra il “primo cervello” (il cervello encefalico) e il “secondo cervello” (l’apparato digerente), si verifica uno squilibrio complesso di tutto il sistema protettivo costituito da microbiota, barriera epiteliale intestinale e sistema immunologico intestinale. Questo squilibrio può portare a un intensificarsi dell’infiammazione che può cronicizzare e causare malattie dell’intestino come l’infiammazione dei diverticoli, coliti come il morbo di Crohn e a colite ulcerosa, oltre a disturbi neurologici, obesità e a disturbi della psiche come depressione e ansia, o a malattie autoimmuni. 
  8. Le recenti ricerche sul microbiota intestinale enfatizzano l’efficacia di modelli alimentari favorevoli e positivi come, ad esempio, la dieta mediterranea. Questo stile alimentare è una sorta di faro guida, poiché i composti derivati da tale dieta plasmano favorevolmente la nostra salute e, nello specifico, il nostro microbiota. Un elemento chiave in questo contesto è rappresentato dalla ricchezza in fibre. Esistono diverse tipologie di fibre, tra cui le cosiddette fibre insolubili, poco fermentabili e utilizzate principalmente per favorire la funzione intestinale. Le fibre non sono tutte uguali: molta attenzione è rivolta alle fibre solubili che sono molto fermentabili, come l’inulina presente in cicoria, aglio e cipolla.  Questi prodotti sono tipici della dieta mediterranea e apportano grandi benefici al microbiota. Anche la pectina, abbondante in vari frutti come la mela, svolge un ruolo significativo. Queste fibre interagiscono con il microbiota attraverso processi fermentativi, generando sostanze di grande importanza. Infatti, un aspetto cruciale è rappresentato dai mediatori, ovvero da sostanze prodotte dal metabolismo di batteri del microbiota. Tra questi spicca il ruolo degli acidi grassi a catena corta (SCFA), che fungono da combustibile per vari batteri benefici del microbiota e sono essenziali per il nutrimento delle cellule dell’epitelio intestinale e, quindi, per l’integrità della barriera intestinale.
  9. È importante abbracciare uno stile di vita alimentare sano e piacevole, scegliendo in modo preferenziale la varietà e la globalità degli alimenti vegetali, inclusi i non sempre amati legumi, l’aglio, la cipolla, gli asparagi e cibi integrali. La raccomandazione principale è quella di consumare cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, privilegiando prodotti stagionali e a chilometro zero, quando possibile. Nonostante esistano alternative più costose come integratori a base di inulina o pectine, la chiave ottimale di lettura del problema è fare scelte alimentari praticabili e culturalmente radicate nel nostro territorio italiano. Altri alimenti di grande rilievo per favorire l’ottimizzazione del microbiota sono lo yogurt e il latte fermentato.
  10. Ci tengo a sottolineare l’importanza di fare scelte consapevoli durante i pasti, anche durante le festività. Nonostante le ovvie assunzioni di qualche alimento meno salutare durante i periodi festivi è tuttavia necessario cercare di mantenere un equilibrio e fare scelte alimentari consapevoli e compensatorie, per preservare la salute del microbiota e di riflesso la nostra salute. Le situazioni da evitare sono diverse:
    • Non eccedere in cibi complessi e trasformarti, consiglio di limitare l’assunzione di sughi e alcolici, zuccheri e dolci. 
    • Mantenere un’attenzione costante verso i vegetali, assicurandosi di includerli costantemente nei pasti principali o come spuntino fra i pasti per la frutta. 
    • Evitare il fumo, soprattutto dopo i pasti, poiché la nicotina può influenzare negativamente i processi digestivi.
    • Consumare pasti in porzioni eccessive può contribuire a un sovraccarico dell’apparato digerente. Mantenere un senso di moderazione durante i pasti è fondamentale per una corretta digestione e per la salute intestinale.
    • Anche se le giornate più corte e il clima freddo possono imporre una riduzione dell’attività fisica, influenzando negativamente la salute dell’apparato digerente, è importante trovare il tempo per una passeggiata anche nei giorni festivi e dopo pasti più ricchi del solito. Questi piccoli accorgimenti influenzano direttamente la salute del microbiota intestinale, sottolineando ancora una volta il ruolo cruciale degli alimenti nella modulazione della flora intestinale. Il nostro microbiota può subire cambiamenti negativi repentini dopo diete irregolari, ma basta riattivare abitudini corrette per ritornare al livello originale.
  11. Durante la stagione invernale, i disturbi dell’apparato gastrointestinale che possono verificarsi con maggiore frequenza sono: 
    • Le infezioni intestinali: il freddo può, infatti, favorire la diffusione di virus dell’apparato gastrointestinale, portando a episodi di gastroenterite.
    • L’assunzione di alimenti non consoni dal punto di vista dell’igiene alimentare, specie in occasione di pasti collegiali con grande numero di commensali durante le festività, può favorire la comparsa di gastroenteriti tossinfettive.
    • Stitichezza: le temperature più basse e le abitudini alimentari possono influenzare la regolarità intestinale.
    • Reflusso gastroesofageo: le abitudini alimentari durante le festività invernali, come pasti ricchi e abbondanti, possono contribuire al reflusso.
    • Sindrome dell’intestino irritabile (IBS): lo stress legato alle festività e ai cambiamenti nella routine quotidiana può influenzare l’IBS.
  12. È essenziale porre attenzione all’uso scorretto dei farmaci, soprattutto degli antibiotici, in modo da preservare l’equilibrio del microbiota e minimizzare gli impatti negativi sulla salute intestinale. Poter ricorrere ai farmaci di automedicazione nei giorni festivi, quando trovare il proprio medico può essere più difficile e i pronto soccorso sono intasati da situazioni più gravi, è una scelta sagace. Per disturbi digestivi o piccole difficoltà, è più prudente rivolgersi direttamente al farmacista, che può consigliare una terapia, come un procinetico, un antiacido o antisecretivo, un antidiarroico o uno stimolante della funzione intestinale per risolvere i più comuni disturbi digestivi tipici delle festività. 

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