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Abbassare la febbre: come e quando intervenire con i farmaci giusti 

Abbassare la febbre: come e quando intervenire con i farmaci giusti

Virus, batteri, stanchezza, indigestione. Sono davvero tante le possibili cause che possono far salire la temperatura corporea in questo periodo dell’anno. Sebbene la febbre ci faccia sentire debilitati, è importante ricordare che si tratta di una reazione difensiva naturale dell’organismo.

In caso di febbre l’organismo produce sostanze che innalzano la temperatura, i cosiddetti agenti pirogeni. L’aumento termico, infatti, aiuta a contrastare i germi, inibendo la replicazione di alcuni batteri termosensibili e stimolando una maggiore produzione di anticorpi. In breve, la febbre è un alleato naturale nella lotta contro le infezioni. Soprattutto l’intero organismo reagisce in maniera più efficace: aumentano la velocità dei battiti cardiaci e il ritmo respiratorio mentre le difese immunitarie sono più attive perché si producono più anticorpi.

Tuttavia, per quanto la febbre non vada mai soppressa, può essere necessario abbassarla per sentirsi meglio e aiutare il corpo a gestire questa fase. Ma come farlo nel modo corretto, senza compromettere il processo di guarigione? Ecco tutto quello che c’è da sapere su come ridurre la febbre in modo sicuro ed efficace.

Indicazioni sull’uso sicuro degli antipiretici da banco

Cosa prendere per abbassare la febbre? E come abbassare la febbre velocemente? Caso per caso, bisogna sempre trovare una risposta su misura. Considerando però che la febbre è un sintomo, soprattutto se associata a infezioni virali, infiammazioni o altre possibili cause, occorre puntare su trattamenti che la riducano, senza eliminarla del tutto. Proprio perché, alle giuste “dosi” è un meccanismo di difesa irrinunciabile.

I farmaci da banco ad azione antipiretica e antinfiammatoria possono essere di grande aiuto in questo. Si tratta di medicinali che risultano ampiamente studiati nel tempo, con un profilo di sicurezza che ne consente l’assunzione anche senza l’indicazione diretta del medico e con il supporto, se necessario, del farmacista.

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Ci sono medicinali che agiscono sostanzialmente abbassando la temperatura, come il paracetamolo, con una minima attività antinfiammatoria. La sua azione consente di abbassare la febbre velocemente. Ma ci sono anche farmaci per la febbre senza paracetamolo, che possono contrastare specificamente l’infiammazione (è il caso, ad esempio, dei medicinali chiamati FANS o Antinfiammatori Non Steroidei). Anche questi, quindi, consentono di ridurre la temperatura corporea, ma con un meccanismo diverso. L’importante è leggere sempre con attenzione il foglietto illustrativo per quanto riguarda tempi e modi di somministrazione e rivolgersi ai professionisti sanitari in caso di dubbio.

Quando è indicato abbassare la febbre?

La febbre è un meccanismo di difesa. Ma ci fa star male, rendendoci deboli. Per questo con i farmaci antipiretici possiamo migliorare il benessere dell’organismo.

Perché si parli di febbre occorre che la temperatura salga almeno di un grado rispetto a quella normale, che viene considerata tale quando si attesta ai 36,5 gradi. La febbre va considerata tale quando il termometro raggiunge almeno i 37,4 gradi all’ascella, supera i 37,5 gradi in bocca e i 38 di temperatura rettale. Esistono infatti differenze tra le varie temperature interne e quella esterna dell’organismo. Fatta questa necessaria precisazione, caso per caso si può studiare come e quando abbassare la febbre. In termini generali non si dovrebbe ricorrere ai farmaci quando la temperatura supera di poco i 37 gradi, e in generale almeno fino ai 38 gradi a meno che non siano presenti altri sintomi che disturbano, come il naso chiuso, il mal di gola o mal di testa.

Se per gli adulti la situazione può essere controllata con maggior facilità, per i bambini occorre maggior attenzione. In teoria i più piccoli dovrebbero vedere abbassata con medicine la temperatura quando questa supera i 38,5 gradi nella rilevazione ascellare. Tuttavia, questa regola può anche non essere rispettata rigidamente. Ad esempio, se il bambino appare poco reattivo e sonnolento, anche se la temperatura corporea si assesta intorno ai 38 gradi può essere necessaria la somministrazione di un antipiretico. Al contrario si può anche attendere prima di somministrare il farmaco se il piccolo è sveglio e vivace nonostante la febbre alta.

Inoltre, bisogna considerare anche la presenza di altri sintomi, come ad esempio la tosse o il mal di testa. Se la febbre si accompagna a una forte cefalea, che in molti casi può essere risolta grazie al farmaco che consente anche di raggiungere di abbassare la temperatura elevata, il medicinale può diventare indicato.

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In sintesi:

Generalità sulla febbre

  • La febbre si considera tale quando:
    • La temperatura supera 37,4°C all’ascella.
    • La temperatura supera 37,5°C in bocca.
    • La temperatura supera 38°C a livello rettale.
  • Non è necessario abbassare la febbre con farmaci se la temperatura è inferiore a 38°C, a meno che non siano presenti altri sintomi fastidiosi (es. naso chiuso, mal di gola, mal di testa).

Indicazioni per gli adulti

  • Gli adulti possono tollerare meglio la febbre, quindi si interviene con antipiretici principalmente quando la febbre è elevata o associata a sintomi significativi.

Indicazioni per i bambini

  • Nei bambini, la febbre dovrebbe essere trattata con farmaci quando:
    • La temperatura supera 38,5°C nella rilevazione ascellare.
    • Il bambino appare poco reattivo o sonnolento, anche con febbre intorno ai 38°C.
    • Sono presenti sintomi aggiuntivi, come tosse o mal di testa.
  • Se il bambino è vivace e attivo, è possibile attendere prima di somministrare farmaci, anche con febbre alta.

Presenza di altri sintomi

  • La presenza di sintomi come una forte cefalea può giustificare l’uso di farmaci antipiretici, poiché questi possono alleviare sia la febbre che il mal di testa.

Durata del trattamento, consigli e alimentazione in caso di febbre

I farmaci di automedicazione hanno il compito di attenuare i sintomi senza azzerarli. In questo modo si offre sollievo dalla febbre. Ma è importante ricordare che bisogna seguire l’andamento del quadro, perché a volte non basta controllare il sintomo. Ci possono essere cause specifiche della febbre che vanno indagate. In genere si consiglia comunque di consultare il medico se le cose non migliorano dopo 4 – 5 giorni

Ovviamente, in caso di febbre, non bisogna pensare solo ai farmaci. È molto importante evitare sbalzi di temperatura, lavarsi le mani spesso, evitare di sottoporre l’organismo a stress intensi. In questo senso, si può fare la doccia con la febbre a patto che l’ambiente, una volta usciti, sia sufficientemente riscaldato. La febbre può provocare brividi e quindi dopo la doccia se non si ha una situazione termica ambientale ottimale si rischia di soffrire. Fondamentale è poi il riposo così come è importante coprire la bocca in caso di tosse e raffreddore per evitare di trasmettere eventuali virus e cambiare spesso l’aria nella stanza in cui si riposa. 

Sul fronte dell’alimentazione, chi ha la febbre spesso non ha appetito. Accade soprattutto ai bambini. e non bisogna stupirsi o costringere la persona a mangiare. L’inappetenza oltre che per le oggettive difficoltà digestive, presenti soprattutto quando germi e virus attaccano il tubo digerente, è un sistema per fornire meno cibo agli organismi patogeni responsabili dell’infezione.

Addirittura, l’organismo, in caso di febbre modifica anche la produzione di energia. Si tende quindi a prediligere l’utilizzo di grassi e proteine come fonti energetiche rispetto ai carboidrati. La “scelta” del tutto autonoma e scarsamente “economica” perché i carboidrati rappresentano la più efficace fonte di produzione di energia, nasce per un motivo semplicissimo: riducendo la disponibilità di zuccheri si abbassa anche la possibilità che questi vengano sfruttati dai batteri, che li utilizzano per il loro metabolismo.  Più in generale, a tavola in caso di febbre è indicato innanzitutto fornire una sufficiente quantità di liquidi, come tè con zucchero e limone o spremute per ridurre il rischio di disidratazione. Sul fronte degli alimenti, poi, meglio prediligere cibi facilmente digeribili. Vanno benissimo carne o pesce bollito, formaggio magro, patate lesse o al vapore.