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Antibiotici, a cosa servono e quando non prenderli

Antibiotici, a cosa servono e quando non prenderli
Tempo di lettura: 5 minuti

“È buffo!”. Sembra impossibile che venga spiegata così una delle scoperte più importanti nella storia della medicina. Ma è proprio così che si espresse Alexander Fleming di fronte alla scoperta della penicillina, avvenuta quasi per caso, a causa di una dimenticanza. Era il 1928, poco meno di cent’anni fa. Lo scienziato, nel controllare una coltura di batteri in laboratorio, si accorse che si era creato un sottile strato di muffe che aveva però ucciso i batteri che si trovavano sulla piastra. Nacque così la penicillina che tuttavia dovette attendere ancora qualche anno perché si dimostrasse la sua piena efficacia nel trattamento delle infezioni batteriche. Da allora la storia dell’antibiotico-terapia è stata corollata di scoperte e successi. Ma oggi, progressivamente, rischiamo di perdere, almeno in parte, i benefici di questi farmaci perché avanza l’antibiotico-resistenza: vale a dire che i batteri, per cause molteplici, tra cui un uso inappropriato degli antibiotici stessi, stanno diventando sempre più insensibili ai farmaci sviluppati per debellarli. Mentre la ricerca va avanti, tutti noi possiamo fare qualcosa per limitare questi rischi. Come? Utilizzando l’antibiotico solo se è necessario, solo su prescrizione medica e non in modo improprio. Quando ci sono infezioni virali l’antibiotico non serve. Sono invece utili i farmaci di automedicazione, per lenirne (ma senza spegnerli del tutto) i sintomi. 

Cosa sono e a cosa servono gli antibiotici

L’antibiotico – ne esistono moltissimi – è un farmaco specifico che può essere impiegato per controllare un’infezione batterica. Non ha alcuna efficacia nei confronti dei virus. Può essere somministrato per bocca, attraverso iniezioni intramuscolari, con endovenose o anche semplicemente con pomate o creme, quando occorre curare fenomeni infettivi localizzati sulla pelle o all’occhio. Gli antibiotici sono le nostre “armi” contro i batteri, soluzioni terapeutiche fondamentali soprattutto quando un’infezione si sviluppa in un organismo indebolito, come ad esempio in un corpo anziano o in una persona che è in trattamento immunosoppressivo. In questi casi le difese dell’organismo sono ovviamente meno robuste e se l’antibiotico non funziona a dovere, l’infezione può diventare gravissima. Per questo dobbiamo utilizzare al meglio questi farmaci, anche e soprattutto in questa stagione dato che è più “facile” andare incontro a prescrizioni inappropriate di antibiotici per le malattie respiratorie e il loro corteo di sintomi (tosse, mal di gola, qualche linea di febbre) proprio nei mesi freddi. A dirlo è uno studio apparso su Antimicrobial Stewardship & Healthcare Epidemiology. Se la tendenza a somministrare antibiotici magari senza un’indicazione precisa (stiamo parlando degli USA, va detto) o per il timore di una sovrainfezione non ancora accertata, si può ben comprendere come e quanto sia importante il corretto utilizzo di questi medicinali per averli a disposizione proprio quando servono.

Quando non prendere gli antibiotici (e quando invece è necessario)

Siamo entrati nella stagione dell’influenza. E già ci sono numerosi virus che circolano, determinando sintomi che ricordano appunto quelle delle affezioni respiratorie virali più comuni. Può capitare, nella speranza di abbreviare il percorso della risposta dell’organismo al virus, che qualcuno tenti di utilizzare i residui di antibiotico rimasti dall’ultima prescrizione medica nell’armadietto. O peggio, di iniziare una cura ex novo. Ecco, questa è una tipica situazione in cui bisogna fare l’esatto contrario. Gli antibiotici vanno prescritti solo dal medico e solo dopo che viene fatta una diagnosi. E vanno assunti per il periodo indicato senza sospende il trattamento appena scompaiono i sintomi. Questo perché da un lato si rischia una ricaduta e, dall’altro, si rende il batterio incriminato meno sensibile a un certo antibiotico, Quindi, se usiamo gli antibiotici in modo errato o quando non servono, non facciamo un errore solo per noi stessi ma rischiamo di danneggiare gli altri.

L’uso improprio di questi farmaci, che sono efficaci contro i batteri ma sono del tutto inutili nei confronti dei virus, sta favorendo lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza, ovvero della capacità dei germi di “resistere” all’attacco dei medicinali che vengono assunti per eliminarli ma che, in caso di antibiotico-resistenza, diventano inefficaci con conseguenze drammatiche per la salute dei singoli e della collettività. Questa situazione, spesso legata anche alle cattive abitudini, sta portando, infatti, ad un problema di salute planetario. A ribadirlo è una ricerca apparsa sul British Medical Journal, che rivela come un’ampia percentuale di prescrizioni di antibiotici potrebbe rivelarsi non necessaria. Anche se i dati vengono dagli USA, l’abuso di antibiotici e la diffusione dei super batteri resistenti rappresenta un problema anche europeo e italiano in particolare. E purtroppo in Italia la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate in Europa. Anche, appunto, per le nostre cattive abitudini.

Antibiotici e bambini: cosa sapere

Per i più piccoli, le regole non cambiano. Teniamolo ben presente, magari mentre cominciamo a pensare alle settimane bianche e ai weekend in montagna. È solo il pediatra che può indicare se utilizzare l’antibiotico perché individua i segni di un’infezione batterica e soprattutto quale farmaco assumere, a che dosaggio e per quanto tempo. Se non si seguono queste prescrizioni, si rischia di trovarsi esposti a germi resistenti che si sviluppano nelle vie respiratorie del piccolo. E magari possono trasferirsi al nonno, creando un quadro complesso da affrontare. La presenza del pediatra è fondamentale per gestire al meglio l’antibiotico. 

Cosa fare quindi per i disturbi più comuni

Se fino ad ora abbiamo enfatizzato come non dovremmo comportarci, forse è il momento di consigliare cosa fare. Se pensate questo, a questo punto della lettura, avete ragione. In caso di malanni di stagione, molto più spesso legati a virus, si deve partire dall’assunto che bisogna comportarsi con buon senso per la propria salute e quella degli altri. Allora, meglio non fare gli eroi, rimanendo a casa qualche giorno così da lasciare il giusto spazio al riposo e facendo una dieta leggera con l’assunzione di sufficienti quantità di liquidi, importanti per recuperare prima il benessere. Fondamentale poi è fare ricorso ai farmaci di automedicazione che rappresentano una soluzione terapeutica sicura ed efficace per lenire l’intensità dei sintomi e limitare l’impatto dell’infezione. Per i vari disturbi, dalla febbre, alla tosse, al raffreddore, al mal di pancia, infatti, può esistere una soluzione specifica, che può essere riconosciuta grazie al bollino rosso che sorride presente sulla confezione che riporta la scritta “farmaco senza ricetta”.

Ricordate: gli antibiotici non sono farmaci che possono essere utilizzati senza il consulto e la prescrizione del medico, a differenza di quelli di automedicazione che sono pensati e autorizzati per un uso autonomo, supportati se necessario dal farmacista e dal medico di famiglia. Essi vengono impiegati contro i sintomi da infezioni virali o più in generale per il trattamento di disturbi transitori che sovente si conoscono per esperienza. L’uso invece di antibiotici fai da te è del tutto inadeguata e può risultare addirittura dannosa. E soprattutto ricordate che spesso si prende erroneamente l’antibiotico sulla scorta di una precedente esperienza positiva, o perché si trova nell’armadietto dei medicinali. È un grave errore. Non solo le infezioni più di sovente sono virali, ma anche in caso di infezioni batteriche bisogna tenere a mente che queste non sono tutte uguali e, di conseguenza, nemmeno l’antibiotico da assumere deve essere sempre lo stesso. Non è detto quindi, che l’antibiotico che ha funzionato una volta possa essere la scelta terapeutica adeguata anche in una situazione che ci sembra simile.  Il consiglio e la diagnosi del medico restano fondamentali.