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Ciao, sono bollino!

Attenti a quei fiori!

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Anemone, giacinto, mughetto, tulipano. Tranquilli, non stiamo facendo la pubblicità per una catena che propone composizioni floreali, ma stiamo semplicemente indicando una piccola selezione di splendidi fiori (senza dimenticare ovviamente anche le piante) che possono causare una curiosa dermatite.

Come si chiama? Fitodermatite, e si può verificare quando l’epidermide entra in diretto contatto con alcune piante o alcuni fiori oppure anche solo con le loro resine o con la linfa che producono. I sintomi del quadro, rappresentati soprattutto da prurito e arrossamento nell’area interessata dal contatto, spesso compaiono a breve distanza di tempo dalla “frequentazione” con le piante e i fiori responsabili dei fastidi.

Tuttavia, in certi casi, si manifestano anche dopo uno-due giorni di distanza. C’è solo un elemento che va sempre tenuto presente. Nei soggetti predisposti, il sole può fare da “carburante” alla manifestazione della reazione cutanea, amplificando i sintomi o addirittura, facendoli comparire.

Per questo, quando si parla di fitodermatiti, si tende a distinguerle in due diverse categorie: quelle propriamente irritative e quelle fotodinamiche.
Le prime si caratterizzano per la comparsa di bolle e vesciche sulla pelle arrossata. Le manifestazioni cutanee tendono a comparire abbastanza velocemente rispetto al contatto diretto con la pianta e sono localizzate alla zona di contatto. Le secondo sono invece legate alla luce solare e il prurito e l’arrossamento sono in genere più marcati e diffusi. A causare questo tipo di dermatite è il rilascio nella cute di alcuni mediatori chimici che si attivano  con l’esposizione ai raggi solari. La fitofotodermatite colpisce con maggiore frequenza le donne e le persone, soprattutto bambini, con pelle molto chiara e interessa prevalentemente le zone del copro più esposte come viso, collo, braccia.

Evitare la gita in campagna, la passeggiata sui monti o il classico pic-nic sotto l’albero non è certo la strategia ideale per difendersi da questi problemi. Quello che serve non è proibirsi di godere delle bellezze della natura, ma seguire alcune regole di buon senso.
Chi ha la pelle particolarmente sensibile, infatti,  dovrebbe prestare attenzione ai contatti con fiori e piante che hanno già dato origine a problemi e scegliere con cura i posti su cui sdraiarsi nell’erba. Inoltre, se per gli adulti è più facile imparare a riconoscere ed evitare le piante che possono generare i sintomi, diverso è per i bambini. Per cui meglio evitare che i bambini mettano in bocca parti di piante o le usino nei loro giochi.

Infine, non dimenticare che le punture d’insetto, anche se impercettibili, possono amplificare sia l’area cutanea interessata dai sintomi sia la loro intensità.
Sul fronte dei rimedi, in genere i farmaci di automedicazione ad azione antistaminica e antipruriginosa applicati per via topica o assunti per bocca possono essere di grande aiuto per lenire i sintomi. Ma senza dimenticare che bisogna sempre fare attenzione!