Colesterolo: da cosa è causato, stili di vita e fattori di rischio

Federico Mereta
A cura di Federico Mereta
Tempo di lettura: 13 MIN
Colesterolo: da cosa è causato, stili di vita e fattori di rischio

a firma di Federico Mereta, giornalista scientifico

Il colesterolo è uno dei cardini per la costruzione delle membrane cellulari, in particolare di quelle del sistema nervoso, e quindi favorisce gli scambi con l’esterno delle cellule. Contribuisce poi a formare alcuni ormoni, come il testosterone e gli ormoni estrogeni nella donna nonché quelli prodotti dalla zona corticale del surrene. Aiuta la produzione normale di acidi biliari, “ingredienti” della bile necessari all’apparato digerente per una corretta digestione e assimilazione dei grassi che introduciamo con gli alimenti. Inoltre, partecipa positivamente nel metabolismo della Vitamina D, fondamentale per assorbire il calcio nell’intestino e quindi renderlo disponibile per mantenere forti le ossa. 

Il colesterolo è una componente naturale del nostro organismo, ma quando i suoi livelli sono elevati – soprattutto il colesterolo cattivo (LDL) – può diventare un serio pericolo per la salute di cuore e arterie. Questo perché contribuisce alla formazione della placca nelle arterie, che può ostruire i vasi sanguigni, riducendo l’afflusso di sangue e ossigeno ai tessuti. Tale condizione può avere conseguenze gravi, come l’aumento del rischio di ischemia.

I diversi tipi di colesterolo

Per capire quanto e cosa possiamo fare per limitare il colesterolo cattivo, bisogna partire da un pizzico di conoscenza dei vari tipi di colesterolo. 

Innanzitutto, il colesterolo non si scioglie in acqua, e quindi non può viaggiare libero nel sangue ma per circolare al suo interno ha bisogno di speciali “vagoni”, che si chiamano lipoproteine. Queste non sono tutte uguali, ma sono più o meno dense, quindi diverse sotto il profilo del potenziale “pericolo” per le arterie. 

Andiamo quindi a vedere i diversi tipi di colesterolo

Il colesterolo cattivo (LDL)

Si lega alle proteine a bassa densità (LDL) e viene trasportato da esse ai vari tessuti. Il colesterolo trasportato circola nel sangue, dove si può “accumulare” in presenza di lesioni sulla parete interna dei vasi, formando la placca ateromatosa tipica dell’aterosclerosi. Anche i trigliceridi alti nel sangue possono favorire la produzione di colesterolo cattivo, perché la loro presenza stimola la produzione dei precursori delle LD, chiamati VLDL. 

Il colesterolo buono (HDL)

C’è anche, va detto, un colesterolo “buono” che viaggia con le HDL (lipoproteine ad alta densità) che hanno il compito di trasportare il colesterolo fuori dai vasi verso il fegato, dove il grasso viene eliminato. Le HDL sono quindi una sorta di “spazzino” dei vasi sanguigni e svolgono una azione protettiva per le arterie, che vengono “ripulite” dal colesterolo in eccesso. 

Colesterolo: stili di vita e fattori di rischio

Il colesterolo viene prodotto principalmente dal fegato, che ne sintetizza la maggior parte sulla base di fattori genetici e predisposizioni individuali. Di conseguenza, i livelli di colesterolo che riscontriamo negli esami del sangue sono in gran parte il risultato di una “eredità” biologica. Tuttavia, questo non significa che non possiamo influire su di essi attraverso modifiche dello stile di vita.

Alimentazione e abitudini alimentari

Un’alimentazione sana ed equilibrata è fondamentale per mantenere sotto controllo il colesterolo. Una dieta ricca di vegetali, frutta, legumi e cereali integrali aiuta a ridurre i livelli di colesterolo cattivo (LDL) e ad aumentare quello buono (HDL). I grassi saturi, presenti principalmente nei cibi di origine animale (come carne rossa, burro, formaggi), dovrebbero essere limitati, poiché aumentano i livelli di LDL nel sangue. Al contrario, i grassi insaturi, come quelli presenti in olio d’oliva, avocado e pesce azzurro (ricco di Omega-3), sono più salutari per il cuore e possono contribuire a mantenere i livelli di colesterolo equilibrati.

Inoltre, l’assunzione di fibre alimentari, in particolare quelle solubili contenute in alimenti come avena, mele, agrumi e legumi, può favorire l’eliminazione del colesterolo attraverso le feci, riducendo così la sua concentrazione nel sangue.

Tuttavia, è importante sapere che, sebbene l’alimentazione influenzi i livelli di colesterolo nel sangue, l’impatto non supera il 20% del totale del colesterolo LDL. Questo perché il fegato produce autonomamente la maggior parte del colesterolo, e le particelle che legano il grasso continuano a essere prodotte indipendentemente dalla dieta.

Attività fisica e peso corporeo

Un altro pilastro fondamentale per il controllo del colesterolo è l’attività fisica regolare. L’esercizio fisico aiuta a aumentare i livelli di colesterolo HDL (quello “buono”) e a ridurre quelli di LDL (quello “cattivo”). Anche un’attività moderata, come camminare, nuotare o andare in bicicletta, praticata per almeno 30 minuti al giorno, può fare la differenza nel migliorare la salute cardiovascolare.

Il controllo del peso corporeo è altrettanto importante. L’obesità e il sovrappeso sono fattori di rischio che favoriscono l’aumento del colesterolo cattivo e possono alterare la funzionalità del fegato, che diventa meno efficiente nella gestione dei grassi. Perdere peso in modo graduale e sano può avere un impatto positivo sui livelli di colesterolo e sulla salute cardiovascolare complessiva.

Quali devono essere i valori di un colesterolo normale

I cardiologi non hanno dubbi. Parlando di valori di colesterolo LDL, l’obiettivo è quello di ridurlo il più possibile. Quindi non dobbiamo limitarci alla sola valutazione del colesterolo totale, che dovrebbe comunque assestarsi sotto i 200 milligrammi per decilitro, ma considerare globalmente la situazione e conoscere i valori delle HDL e delle LDL.

Detto questo, non si può parlare di obiettivi di colesterolo LDL uguali per tutti. E deve essere il medico, caso per caso e sulla base dell’età, delle condizioni generali e dello stato di salute della persona, a definirli. Occorre, insomma, tenere in considerazione il rischio cardiovascolare globale. Il che significa conoscere la situazione ed agire anche su altri elementi, dal sovrappeso all’ipertensione e al diabete, passando per l’eliminazione del fumo. 

Secondo gli esperti, in ogni caso, l’assetto lipidico è fondamentale nella prevenzione cardiovascolare, sia primaria, cioè prima di un evento acuto, sia anche e, soprattutto, secondaria. Nel primo caso, se una persona sta bene, valori di LDL inferiori a 130 milligrammi per decilitro sono accettabili. Ma le linee guida dei cardiologi dicono anche altro, proponendo target specifici per il colesterolo LDL: nei soggetti a rischio alto e altissimo si punta a rimanere sotto i 70, i 55 e addirittura i 40 milligrammi per decilitro.

Quando il colesterolo è alto: i sintomi e i rischi

Purtroppo, chi ha il colesterolo alto, come del resto avviene spesso per l’ipertensione, può non presentare per anni alcun disturbo. Solo in alcune circostanze, come ad esempio in caso di ipercolesterolemia familiare, possono esserci segni clinici caratteristici della malattia, come accumuli di colesterolo nei tendini delle mani, o nel tendine del tallone (il tendine di Achille) noti come xantomi o ancora attorno agli occhi (xantelasmi).

Per questo è importante valutare regolarmente i valori di colesterolo. Se non sappiamo di avere valori di LDL oltre la norma, infatti, non possiamo neanche prevenire al meglio, sulla scorta di quanto indica il medico, infarti e ictus.

Gli eventi cardiaci, infatti, sono spesso la conseguenza della rottura di una placca vulnerabile. La caratteristica principale della placca vulnerabile è un grande nucleo lipidico centrale con un sottile cappuccio fibroso che funge da parete o barriera che la mantiene integra. Se le placche sono poco stabili possono dare luogo a fenomeni di tipo infiammatorio e trombotico che portano all’occlusione del vaso e a possibili conseguenti eventi cardiaci.  

Dunque, per migliorare la prognosi dei pazienti è importante ottenere la stabilità della placca e non solo di quella che ha causato l’evento acuto, ma anche delle altre placche presenti nell’albero coronarico. Il colesterolo LDL, in ultima analisi, favorisce la disgregazione della placca e quella serie di reazioni che portano ad un’occlusione improvvisa dell’arteria. Se ad essere colpite sono le coronarie, si rischia l’ischemia con conseguente infarto. Per questo più si riesce a ridurre il colesterolo LDL, maggiori sono le possibilità di mantenere stabile la placca fino a una regressione della stessa.

Come abbassare il colesterolo alto

Quando i valori della colesterolemia totale (e, in particolare, delle LDL), sono elevati bisogna parlarne con il medico. Se il curante propone delle cure mirate, occorre assumerle con regolarità. Per il resto, una serie di contromisure può risultare utile.

Per ridurre il colesterolo, è fondamentale adottare alcune strategie mirate, a partire dal controllo del peso corporeo. In caso di sovrappeso, abbassare l’introito calorico aiuta a riportare il peso a valori ottimali, riducendo anche il rischio di squilibri metabolici.

Sul fronte dell’alimentazione, è importante limitare i grassi saturi, presenti soprattutto in carni grasse, latte intero, formaggi e burro, perché favoriscono l’aumento del colesterolo nel sangue. Al contrario, è preferibile utilizzare grassi di origine vegetale, come l’olio extravergine d’oliva, che secondo alcuni studi può contribuire a un lieve incremento del colesterolo HDL, se consumato con moderazione.

Anche la scelta delle proteine gioca un ruolo chiave:

  • Il pesce, ricco di acidi grassi Omega-3, ha un’azione protettiva sul sistema cardiovascolare.
  • I legumi, come fagioli, ceci e lenticchie, rappresentano un’ottima alternativa alle proteine animali e forniscono fibre benefiche.
  • I cereali integrali aiutano a ridurre l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale.

Fondamentale è anche il consumo regolare di frutta e verdura, seguendo la regola delle cinque porzioni giornaliere, come indicato nella dieta mediterranea.

Oltre alla dieta, l’attività fisica ha un impatto significativo: praticare esercizio per almeno 30 minuti, quattro o più volte alla settimana aiuta non solo a controllare il peso, ma è anche l’unico metodo scientificamente dimostrato per aumentare la produzione di colesterolo HDL (quello “buono”). Inoltre, l’attività fisica contribuisce a ridurre il colesterolo totale e migliora la salute cardiovascolare complessiva.

Domande e risposte sul colesterolo alto

1. Quali sono le principali cause dell’aumento del colesterolo?
L’aumento del colesterolo può essere causato da una combinazione di fattori genetici e stile di vita. Il fegato produce naturalmente colesterolo, ma un’alimentazione ricca di grassi saturi e trans (presenti in carne rossa, burro e cibi industriali) può aumentare i livelli di colesterolo LDL (“cattivo”). Anche la sedentarietà, il sovrappeso e alcune condizioni mediche come il diabete possono contribuire all’ipercolesterolemia.

2. Quali sono i rischi per la salute associati al colesterolo alto?
Livelli elevati di colesterolo LDL possono portare alla formazione di placche nelle arterie, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari come infarto e ictus. Il colesterolo alto non causa sintomi evidenti, quindi può passare inosservato fino a quando non si sviluppano complicanze gravi.

3. Come si può ridurre il colesterolo in modo naturale?
Adottare uno stile di vita sano è essenziale per mantenere i livelli di colesterolo sotto controllo. Una dieta equilibrata, ricca di fibre, grassi sani (come l’olio d’oliva e gli Omega-3 del pesce) e povera di grassi saturi, può aiutare a ridurre il colesterolo LDL. Anche l’attività fisica regolare, la perdita di peso in caso di sovrappeso e l’astensione dal fumo contribuiscono a migliorare la salute cardiovascolare e a mantenere stabili i livelli di colesterolo.

FONTE: https://www.siprec.it/

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