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Come nasce l’allergia

Tempo di lettura: 4 minuti
dossier allergia

L’errore

L’allergia è un errore del sistema immunitario che reagisce in maniera “sbagliata” ed eccessiva, fino a provocare disturbi, nei confronti di sostanze generalmente innocue per la maggioranza delle persone 

I nemici

Si chiamano allergeni e sono le sostanze che l’organismo riconosce come nocive e che sono in grado di stimolare la reazione allergica. Possono essere inalati con il respiro, come avviene per i pollini, i peli e la forfora degli animali e gli acari della polvere, ingeriti, come accade con i farmaci e gli alimenti, entrare nell’organismo attraverso punture di insetti come capita quando si è punti da con ape oppure scatenare i fastidi semplicemente entrando in contatto con la pelle e le mucose, come accade ad esempio per alcuni metalli e i cosmetici.

La sensibilizzazione

Perché si sviluppi un’allergia occorre che la persona sia “sensibilizzata”, cioè che l’organismo entri in contatto almeno una volta con l’allergene e che l’organismo riconosca questa sostanza come “estranea” e quindi potenzialmente nociva da rendere necessaria una reazione di difesa con la produzione di specifici anticorpi.

In particolare, l’allergene è dotato di una molecola esterna, il cosiddetto antigene, che è ciò viene “intercettato” dal sistema difensivo dell’organismo. Quando entra nell’organismo, infatti, l’antigene viene “riconosciuto” da particolari cellule del sistema immunitario, i mastociti, che operano come “spazzini”, inglobano ed espellono le sostanze riconosciute come estranee. Una volta che l’allergene (chimicamente si tratta si polisaccaridi, cioè zuccheri complessi, oppure di proteine) è stato fagocitato, viene rotto in piccoli pezzi. Alcuni di questi frammenti funzionano quindi come “antigeni”, cioè stimolano la risposta immunitaria, e attraverso una serie di passaggi si giunge alla formazione di anticorpi specifici, che saranno poi i responsabili della cascata di eventi che porta alla manifestazione allergica.

Le Immunoglobuline E e la fase di reazione

A questo punto si creano gli anticorpi, cioè le immunoglobuline E specifiche (IgE) i cui valori nel sangue aumentano nelle persone allergiche. Al successivo contatto con l’allergene, sia esso un polline o un composto chimico o piuttosto una forfora di animale, potranno partire le manifestazioni allergiche.

La rinite allergica

La “rinite allergica”, volgarmente anche detta raffreddore da fieno, è causata soprattutto dall’azione dei numerosi pollini legati alla fioritura delle diverse piante che poi, spinti dal vento, si possono ritrovare anche a distanza di chilometri dal punto di partenza. Le manifestazioni allergiche di questo tipo possono essere legate anche ad acari della polvere, a muffe o ad altri possibili stimolatori del sistema immunitario presenti nell’ambiente. In questo caso non si parla più di “allergie stagionali” perché legate alla fioritura di particolari piante, più ricca ed abbondante in primavera ma di allergie “perenni”, che quindi si presentano indifferentemente in tutti i periodi dell’anno.

La rinite allergica compare tipicamente in seguito all’esposizione agli allergeni nei confronti dei quali la mucosa nasale è sensibilizzata. I sintomi principali sono prurito, ostruzione nasale, starnuti e rinorrea acquosa con secrezioni biancastre e può essere a volte associata a lacrimazione, congiuntivite e tosse secca. Il quadro può essere facilmente riconosciuto da quello legato a infezioni batteriche o virali: in questo secondo caso infatti ai classici starnuti e alla sensazione di naso chiuso si associano la rinorrea mucopurulenta con secrezioni giallo-verdi e a volte la febbre.

I fattori di rischio

La rinite e le altre manifestazioni allergiche tendono a manifestarsi più frequentemente in presenza di alcune situazioni. Ecco i principali elementi che aumentano la probabilità di andare incontro ai fastidi.

– Predisposizione La rinite allergica, pur non potendo essere definite propriamente una malattia genetica, ha sicuramente una forte predisposizione familiare. Ciò significa che la presenza di casi di allergia e soprattutto di rinite in famiglia accresce la probabilità di essere o diventare allergici.  La predisposizione ad ammalarsi, chiamata in termine scientifico atopia, non è limitata ad una sola malattia, quanto piuttosto ad una sorta di “predestinazione” allergica. Per cui il bambino nato da genitori allergici corre maggiori rischi, rispetto ai suoi coetanei, di sviluppare quadri clinici diversi, come appunto rinite, asma o congiuntivite.

– Inquinamento. Basta vivere in campagna, o comunque lontani dalle aree urbane, per ridurre il rischio di ammalarsi di patologie allergiche a carico delle vie respiratorie. E questo vale addirittura per il feto. Ma non conta solo l’ambiente esterno. L’esposizione ad allergeni domestici come acari e forfora di animali può favorire l’insorgenza della patologia in soggetti predisposti.

I segreti dei pollini

I pollini sono gli elementi maschili delle piante, che hanno il compito di fecondare gli ovuli, cioè le componenti femminili dei vegetali della stessa specie. Le dimensioni dei pollini che scatenano allergie sono estremamente variabili. Si può andare da un minimo di 5 a un massimo di 200 micron, cioè millesimi di millimetro. Quando vengono inspirati ed entrano in contatto con la mucosa nasale i pollini vengono “distrutti” esternamente. Il loro involucro protettivo infatti viene sciolto dagli enzimi delle secrezioni del naso, per cui si liberano la proteine presenti all’interno. Queste sono capaci di scatenare l’allergia perché interagiscono con l’organismo. Questa reazione, tuttavia, non succede con tutti i pollini.

Nell’aria vi sono infatti miliardi di potenziali “allergeni” diversi, anche sotto il profilo genetico. Ogni polline ha una serie di “marcatori” speciali sulla propria parete, che lo rendono in grado di essere “accettato” solo da ovuli femminili dello stesso tipo. Mentre gli altri ovuli lo rigettano. In pratica, ad ogni invisibile “serratura” corrisponde una speciale ed unica chiave in grado di aprirla. Per questo motivo anche il sistema immunitario dell’organismo umano “subisce” l’azione solo di alcuni pollini e non di tutti.

Il decalogo antipolline

  1. quando si è all’aperto, è buona regola cercare di proteggere occhi, naso e bocca con occhiali da sole e sciarpe.

    Consultate regolarmente le informazioni sui pollini presenti nell’aria della propria località di residenza.

  2. Evitate gite o passeggiate in campagna nel periodo di fioritura delle piante nocive

  3. Non sdraiatevi sui prati e non rimanete in vicinanza di luoghi in cui è stata tagliata da poco l’erba

  4. Soggiornate in località marine nei periodi di rischio, rimanendo all’esterno quando spira il vento di mare che non trasporta pollini.

  5. Se siete allergici alla parietaria, fate un periodo di riposo in montagna. Sopra i mille metri la pianta non cresce.

  6. Non viaggiate in auto o in treno con i finestrini aperti. C’è il rischio che l’abitacolo o lo scompartimento diventino vere e proprie “trappole” per i pollini. Se usate l’aria condizionata adottate un filtro antipolline.

  7. Occhio allo smog: evitare lo scooter e tenere puliti i filtri dell’aria dell’autoNon fate sport all’aperto, ed evitate di uscire nelle ore centrali della giornata quando la concentrazione dei pollini è massima, specie se fa caldo e c’è vento, a maggior ragione se vivete in città dove sono più elevati i livelli di inquinamento. Cercate di proteggere gli occhi, il naso e la bocca indossando occhiali da sole e una sciarpa leggera

  8. Non aprite la finestre nelle ore più calde, e aerate le stanze di notte

  9. Riducete al minimo il contatto con la polvere e le sostanze irritanti, che possono irritare la mucosa delle vie respiratorie, scatenando i fastidi.

  10. In ufficio o in casa usate condizionatori d’aria o generatori di anioni, che abbassano la concentrazione di pollini.