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Come si trasmette e si manifesta l’infezione da salmonella

Come si trasmette e si manifesta l’infezione da salmonella
Tempo di lettura: 3 minuti

Le diverse forme di salmonellosi, ovvero le infezioni causate da batteri del genere Salmonella, tendono a concentrare i loro effetti sull’apparato digerente generando mal di pancia, scariche di diarrea, stomaco in disordine, tanto che a volte si parla di salmonella enterica.

Il contagio può avvenire attraverso alimenti che contengono il germe, destinato poi a svilupparsi nell’organismo o, parlando più in generale di tossinfezioni alimentari, i batteri della salmonella possono anche svilupparsi nel percorso di produzione delle vivande. Può accadere, ad esempio, con le carni provenienti da animali malati o con i vegetali irrigati con acque poco salubri, oppure può succedere che i cibi possono poi essere contaminati durante la preparazione se si manipolano con le mani. 

In teoria, quindi, sono diverse le fasi che possono consentire ai batteri di svilupparsi all’interno di un cibo, il tutto, senza che nemmeno ne ce rendiamo conto. Spesso, infatti, la presenza di microrganismi pericolosi passa del tutto inosservata poiché gli alimenti possono mantenere le loro solite caratteristiche di colore, odore e sapore. È quindi fondamentale non solo giocare d’anticipo – ad esempio, tenendo a mente gli alimenti che più facilmente possono sviluppare la salmonella –, ma anche capire come la salmonellosi può manifestarsi per prendere le opportune contromisure.

I sintomi di una infezione da salmonella

Tutto inizia con l’ingestione di alimenti contenenti il batterio della salmonella. In primo luogo, occorre quindi agire in chiave preventiva e fare particolarmente attenzione ad alcuni aspetti quali:

  • La freschezza degli ingredienti.
  • Il tempo trascorso dalla preparazione.
  • Le modalità di conservazione.

Si tratta di aspetti importanti e da ricordare se si mangiano cibi a base di uova, come ad esempio la maionese, che possono risultare più facilmente attaccabili dai batteri in particolare per quanto riguarda la Salmonella tiphymurium, tra i più noti responsabili dei sintomi. Normalmente il microorganismo patogeno entra nel tubo digerente dell’essere umano proprio con gli alimenti, e inizia a riprodursi. Quando i germi della salmonella si sono replicati in numero sufficiente, poi, cominciano a provocare sintomi come forte mal di pancia con diarrea e nausea, che quasi sempre compaiono dopo qualche ora dall’assunzione dell’alimento contaminato. Nelle forme più gravi può essere presente anche febbre.

Cosa fare se si pensa di essere stati infetti dalla salmonella

La diagnosi deve essere fatta dal medico, anche per discriminare il quadro da quello determinato da altri batteri o da virus. Per questo, se si manifestano vomito e diarrea improvvisi e si ha il dubbio di aver mangiato un qualche alimento “pericoloso” contattare quanto prima il proprio medico. Infatti, una volta che il medico fa la diagnosi, si inizia la terapia, che si basa su antibiotici specifici. Quasi sempre, soprattutto nei bambini e negli anziani, oltre alla cura mirata contro la salmonella si provvede anche ad un trattamento che compensare le perdite di liquidi e sali minerali che si possono verificare in presenza di vomito o diarrea molto intensi. Come detto, la diagnosi di salmonellosi deve essere fatta dal medico. Tuttavia, i farmaci di automedicazione, correttamente utilizzati anche su indicazione del curante, possono aiutare ad alleviare la sintomatologia contribuendo a diminuire le scariche, a lenire i dolori di pancia, la nausea ed eventualmente la febbre.

Consigli per la prevenzione: a quali cibi fare attenzione

Sul fronte della prevenzione, come detto occorre prestare attenzione soprattutto a creme, salse e gelati a base di uova. Ma basta poco per non correre rischi. Se si consumano uova fresche, ad esempio, non ci sono pericoli perché ci vogliono alcuni giorni e temperature elevate perché i germi si sviluppino in massa nell’alimento. Quindi meglio guardare con attenzione le date di confezionamento e scadenza. Per non avere problemi, in ogni caso, basta un semplice ma antichissimo rimedio: la cottura. Infatti, la temperatura alta distrugge la salmonella quindi mettete sul fuoco gli alimenti che potrebbero creare problemi.

Per il resto, in termini generali, ricordate che il calore ambientale (non la cottura) favorisce lo sviluppo dei germi presenti negli alimenti. Per questo, se non si fa attenzione una volta che gli alimenti sono stati tolti dal frigorifero, c’è il rischio che esposti al calore esterno questi diventino veri e propri “ricettacoli” di batteri in sviluppo. Una crescita che è stata temporaneamente arrestata dalle basse temperature del frigorifero, sufficienti a mantenere sotto controllo la crescita dei germi ma non a distruggerli, e che può ripartire non appena la temperatura esterna sale. E questo può avvenire in caso di salmonellosi. Se per esempio, le uova presenti in un cibo sono crude o le uova stesse non vengono sottoposte a una sufficiente cottura (gli esperti consigliano almeno sette minuti per quelle bollite e cinque per quelle in camicia) nel cibo preparato possono rimanere batteri che, soprattutto quando inizia a fare caldo, si replicano con estrema rapidità fuori dal frigorifero. 

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