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Contratture muscolari: cosa sono, i sintomi e cosa fare

Contratture muscolari: cosa sono, i sintomi e cosa fare

Le contratture muscolari sono un disturbo frequente che si manifesta con un irrigidimento improvviso e doloroso dei muscoli. Questo fenomeno può verificarsi a seguito di sforzi fisici intensi, movimenti bruschi o, più comunemente, dopo aver mantenuto una posizione statica per un periodo prolungato.

Si tratta di un disturbo comune, che può manifestarsi senza apparenti traumi, accompagnato da dolore e dalla sensazione di muscoli “attorcigliati”. Le contratture possono infatti colpire chiunque, indipendentemente dall’età o dal livello di attività fisica.

Le contratture muscolari si originano da una serie di complesse reazioni che coinvolgono non solo i muscoli ma anche i nervi. Quando un muscolo, sia esso del collo, della schiena, delle braccia o delle gambe, si contrae, si innesca un circolo vizioso: la contrazione stimola i nervi, causando dolore, e questo dolore può aumentare l’accumulo di acido lattico nell’area interessata, amplificando ulteriormente il malessere. Tuttavia, è possibile interrompere questo ciclo doloroso attraverso specifici rimedi, come il riposo, il calore locale e, se necessario, l’assunzione di farmaci miorilassanti o antinfiammatori.

A cosa sono dovute le contratture muscolari?

In estrema sintesi, quando noi costringiamo un fascio muscolare ad assumere e mantenere una posizione obbligata, creiamo le condizioni per lo sviluppo di una contrattura. Per questo, quando si parla di mal di schiena nell’area lombare o piuttosto di torcicollo, dobbiamo sempre riflettere sul fatto che l’evoluzione ci ha giocato un brutto scherzo: quando i nostri progenitori sono passati alla posizione eretta, infatti, la postura (e quindi la posizione della spina dorsale e dei muscoli che la circondano) che assumiamo da fermi o in movimento è diventata una sorta di “motore” per lo sviluppo di dolori muscolari. Stando sempre nella stessa posizione, in pratica, i muscoli tendono a bloccarsi e nasce il dolore.

Se la sedentarietà e la postura scorretta possono rendere meno elastici i muscoli, anche l’eccesso di attività fisica può portare a un effetto simile. L’attività fisica fa bene, a patto di non esagerare con sforzi troppo intensi e movimenti bruschi, che sono alla base del sorgere di contratture muscolari. Cosa può accadere se lo sforzo è troppo intenso? Sostanzialmente i muscoli, specie quelli delle gambe ma anche delle braccia se si fanno sforzi con le spalle e gli arti superiori, tendono, dapprima, a manifestare crampi, per poi contrarsi in modo “anomalo”, generando contratture dolorose che erroneamente vengono considerate una conseguenza dello sforzo. Non è così, per cui, in questi casi, fate attenzione: se sentite “tirare” il muscolo ricordate di fermarvi. E soprattutto non chiedete troppo all’organismo se non siete particolarmente allenati. 

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I muscoli più colpiti da una contrattura

Le parti del corpo più a rischio contratture sono schiena, gambe e, in alcuni casi, anche le braccia, soprattutto se si impiegano per fare sforzi come può accadere nel tennis o in palestra. Se è vero che la contrattura può interessare teoricamente qualsiasi fascio muscolare dell’organismo, è innegabile che ci sono aree a maggior rischio. Per quanto riguarda le localizzazioni anatomiche più specifiche, occorre sempre porre attenzione a quadricipite e bicipite lungo il femore, ai muscoli del polpaccio come i gemelli ed il soleo e, in termini generali, al muscolo trapezio e ai muscoli paravertebrali che affiancano la spina dorsale.

Ancora una volta, per comprendere con immediatezza cosa accade basta pensare alle proprie abitudini quotidiane: se chi sta a lungo fermo in poltrona, con una postura errata, sente comparire il dolore lungo la colonna vertebrale e intorno al collo, con la più o meno spiccata impossibilità di muoversi correttamente, chi fa sport vedrà comparire contratture dolorose nelle zone maggiormente esposte allo sforzo fisico. In ogni caso i muscoli delle gambe, delle spalle e della schiena sono a maggior rischio, anche in base agli stimoli indotti dal movimento. In questo senso, ricordate che sono particolarmente “temibili” sul fronte della possibile comparsa di contratture le attività fisiche che implicano un impegno significativo per alcuni fasci muscolari, con sforzi anaerobici concentrati in breve tempo. Occorre, quindi, fare attenzione al calcio, alla corsa veloce, al calcetto e, ovviamente, al sollevamento pesi. Gli sforzi molto intensi e brevi, insomma, possono mettere a dura prova i muscoli se non si è particolarmente preparati e non si sono “sciolti” i fasci muscolari con un adeguato riscaldamento. 

I sintomi e i tempi di recupero

Come detto, le contratture bloccano i muscoli, creando dolore, e coinvolgendo anche i nervi, determinano un percorso che amplifica il fastidio. Proprio il dolore, con l’impossibilità di muovere normalmente l’area contratta, è il segnale che da un lato, deve farci smettere di muoverci in caso di sforo intenso, dall’altro deve imporci una maggior attenzione anche perché, complice l’aumento dell’acido lattico nel muscolo “bloccato”, il dolore tende ad aumentare.

In questo senso, sia l’intensità dei sintomi sia i tempi di recupero variano da caso a caso. Molto dipende dall’origine della contrattura, dalla zone interessata e dall’estensione. Tutti sappiamo per esperienza che la il dolore al collo e alle spalle per aver passato troppo tempo al pc è diverso da un torcicollo o da un “colpo della strega”. Quando la contrattura non si risolve in breve tempo o quando si verifica l’impossibilità del movimento bisogna consultare il medico, per avere una diagnosi di certezza.

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Fondamentale, per scongiurare il rischio di contratture muscolari è cercare di giocare anche sulla prevenzione evitando determinate situazioni. Prima di tutto, ricordate di non esagerare con gli sforzi e tenete presente che chi rimane per ore in una posizione viziata di fronte allo schermo del computer è ovviamente a rischio, così come chi riposa mantenendo il capo in posizione poco naturale. Non solo. Anche chi fa la spesa una volta la settimana, caricando pesi significativi solo su un lato del corpo, può correre rischi. Allo stesso modo anche l’esposizione a un’improvvisa fonte di freddo può influire sulla risposta muscolare. Inoltre, va tenuto presente che, in certi casi, è l’anatomia stessa dell’organismo a predisporre all’indurimento muscolare: per uno sportivo il ginocchio varo o valgo oppure un piede piatto o con un arco plantare accentuato possono alterare l’appoggio del piede, obbligando i muscoli a un eccesso di contrazione. 

Come sciogliere e curare una contrattura

Non tutte le contratture sono uguali, sia per intensità del dolore (e quindi in senso soggettivo) sia per tempi di recupero. Di certo c’è che, una volta accertata la contrattura muscolare, ci sono alcune regole generali che possono essere utili per “sciogliere” il prima possibile i muscoli coinvolti. 

Prima di tutto, non bisogna fare gli eroi: occorre mettersi a riposo o quanto meno non sforzare la parte interessata dal danno. In caso di sforzi intensi, l’applicazione immediata di una fonte fredda, come del ghiaccio o una bottiglia gelata, può aiutare a ridurre dolore e infiammazione. Tuttavia, per favorire il recupero graduale del muscolo e facilitarne il rilassamento, l’utilizzo del calore risulta particolarmente efficace. Le fasce termiche o anche semplici impacchi caldi possono essere strumenti utili per decontrarre il muscolo e alleviare il disagio.

Risolvere una contrattura specie se particolarmente estesa significa anche intraprendere un percorso di riabilitazione che, a seconda del danno va studiato caso per caso. Tuttavia, in termini generali gli esercizi di allungamento, opportunamente guidati, consentono progressivamente di allungare i fasci muscolari e migliorare la situazione. Il tutto tenendo presente che ci sono farmaci di automedicazione ad azione antiinfiammatoria e rilassante che possono agevolare il percorso di recupero e soprattutto lenire i sintomi favorendo il rilascio progressivo dei muscoli. 

Per il resto, la prevenzione è fondamentale. Per limitare i rischi conviene sempre offrire sali minerali e liquidi all’organismo, con un’alimentazione variata che non faccia mancare i nutrienti basilari per il muscolo. Prima di un’attività fisica, poi, occorre “scaldare” i muscoli, per far sì che le fibre non si contraggano eccessivamente quando inizia lo sforzo.

Ricordate infine che ci sono sostanze da applicare direttamente sui fasci muscolari più a rischio prima dello sforzo, da utilizzare soprattutto in caso di basse temperature esterne, visto che queste possono influire sul corretto movimento dei fasci muscolari. E in ufficio? Per la schiena ricordate che la postura fissa diventa un problema, e che i muscoli possono reagire contraendosi. Quindi fate in modo di allungare le gambe, alzarvi, muovervi per rimettere in moto tutta la muscolatura. Basta poco. Ma si tratta di una prevenzione basilare per non trovarsi con la schiena bloccata.