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Disidratazione: quando e perché si beve poco e quali sono i sintomi

Disidratazione: quando e perché si beve poco e quali sono i sintomi
Tempo di lettura: 6 minuti

D’estate può capitare di avvertire debolezza estrema. Si fa fatica a muovere un passo e i muscoli che non sopportano gli sforzi. Si possono avere episodi di mal di testa senza spiegazioni apparenti. I bambini sono più assopiti del solito, spesso poco reattivi, come gli anziani. Poi, come per miracolo, la cura: qualche buon bicchiere d’acqua e subito ci si sente meglio. 

Perché al corpo non deve mai mancare l’acqua

Anche se non ci pensiamo, in questa stagione con le temperature che si innalzano e l’umidità che pervade l’organismo ai massimi, il rischio di disidratazione è dietro l’angolo. Il problema è particolarmente significativo per anziani e bambini che magari, sia per il desiderio di continuare a giocare sia perché i sistemi di controllo del corpo non sono più (o ancora) efficienti, dimenticano di bere. E se i farmaci di automedicazione possono aiutarci a combattere i sintomi della disidratazione, come appunto la cefalea “da caldo”, non bisogna mai dimenticare che la prevenzione è fondamentale. Il corpo umano è fatto per la maggior parte di acqua e questa non deve mai mancare pena la comparsa di disturbi più o meno gravi.

Quanto si deve bere ogni giorno?

In una condizione di normalità, in termine generali, un adulto dovrebbe consumare almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno in forma liquida. Ovviamente la quantità varia a seconda di fattori come l’età (per un bambino è sufficiente bere circa 1 litro di acqua al giorno), la posizione geografica (chi vive in un posto caldo avrà necessità di integrare una maggiore quantità di acqua) e lo stile di vita (chi fa molto sport o un lavoro in cui perde liquidi deve bere di più). Se si vanno a vedere le statistiche, tuttavia, ci si accorge che gli anziani e le donne generalmente tendono a bere meno. Anche in questa stagione, purtroppo, anche se con il caldo e l’elevato tasso di umidità si suda molto e quindi occorre reintegrare un’elevata quantità di liquidi. Non bisogna dimenticare, in questo senso, che non conta solamente l’acqua che si consuma. È importante ad esempio bere “mangiando”.  Molti alimenti, come frutta e verdura, sono di per sé ricchi d’acqua e per questa ragione, e non solo, devono essere assunti regolarmente e quotidianamente. Ma non basta. Anche la pelle, come tutti i tessuti epiteliali di rivestimento, deve essere mantenuta idratata in quanto, oltre a svolgere una funzione di assorbimento meccanico e fisico, funge da barriera di protezione dall’ambiente esterno. Oltre a idratarla, va mantenuta pulita e integra: è bene, quindi, detergerla ma senza esagerare dal momento che una detersione eccessiva potrebbe eliminare la componente lipidica che la protegge.

Come riconoscere i sintomi della disidratazione

Tra i sintomi generici della disidratazione abbiamo anzitutto la presenza di una forte sete (anche se spesso non sempre manifestata nell’anziano e nel bimbo piccolo), bocca e mucose secche, mal di testa, pipì “brevi” e di colore giallo intenso. A peggiorare il quadro di chi non si “ricorda” di bere, in questo periodo, possono poi partecipare elementi come le infezioni virali o batteriche di stagione, che a volte possono provocare diarrea, vomito e qualche linea di febbre determinando una ulteriore perdita di liquidi e sali minerali, già maggiore d’estate rispetto ad altri periodi dell’anno.

Nei bambini

Come si manifesta la carenza d’acqua nei bambini e come ci si accorge che mancano i liquidi? Come già evidenziato parlando delle gastroenteriti estive, in caso di infezioni con diarrea e vomito, due sono le cose importanti da ricordare. Prima di tutto occorre pesare ogni 24 ore il bambino, per valutare l’eventuale perdita di peso legata alla disidratazione: un calo ponderale che arriva fino al 5 per cento è lieve, ma sopra il 10 per cento occorre pensare al ricovero. La seconda cosa, forse l’elemento più significativo, è valutare lo stato generale del piccolo: se è “diverso” rispetto al solito, magari è molto mogio, indipendentemente dalla febbre, conviene fare subito riferimento al medico o magari recarsi al pronto soccorso. Tra le contromisure ricordate che è fondamentale dar da bere sali minerali, per compensare l’eventuale perdita di sostanze fondamentali per il funzionamento delle cellule, aggiungendo, eventualmente probiotici per ripristinare la flora intestinale. 

Negli anziani

Nell’anziano, la carenza di acqua può essere ben mascherata, anche con una limitazione delle normali attività quotidiane. Ma ricordate che è sempre importante monitorare lo stato di salute generale, controllare se la persona suda a sufficienza o se la sudorazione si blocca e se la produzione di urina è normale. Se osservate un calo della produzione di urina nella stagione calda, infatti, non bisogna dimenticare che il corpo tende a risparmiare i liquidi in caso di carenza. E se i reni non funzionano bene, come accade in molte persone, c’è il rischio che la situazione peggiori, anche e soprattutto per il grande caldo. 

A ricordare l’impatto del clima sulle malattie è una ricerca condotta all’Università del Colorado pubblicata sul New England Journal of Medicine. Lo studio dimostra un aumento esponenziale della sofferenza renale, anche in assenza dei classici fattori di rischio come ipertensione o diabete come conseguenza proprio delle alte temperature. I reni diventano, quindi, una sorta di “segnalatore” del cambiamento climatico: quando crescono i casi di malattie renali, legate spesso anche alla disidratazione indotta dalla calura, significa che la temperatura sta crescendo troppo.

Non dimentichiamo di bere, quindi, magari rammentandolo spesso e obbligando a farlo coloro che tendono a non farlo. Nelle passeggiate, teniamo sempre presente l’importanza di portare con noi una borraccia colma d’acqua, da sorseggiare ripetutamente. E mangiamo regolarmente frutta e verdura, a tutte le età.

La funzione terapeutica dell’acqua

Va tenuto presente poi che l’acqua ci può “curare”, in presenza di piccoli e temporanei problemi di salute. L’acqua, sotto forma di ghiaccio, svolge una funzione terapeutica efficace che, in caso di contusioni, traumi ed ematomi, aiuta a ridurre infiammazioni, dolore e rigonfiamenti, grazie all’azione di vasocostrizione. Anche se ci sono febbre o disturbi gastrointestinali, l’acqua è fondamentale. Quando si ha la febbre, sudiamo per abbassare la temperatura, ed è necessario reintegrare i liquidi persi. Stessa cosa in caso di diarrea e disturbi intestinali: l’acqua ci aiuta a reintegrare i liquidi e sali minerali persi. In questi casi una buona idratazione, unita a trattamenti con farmaci di automedicazione, favorisce una rapida ripresa, importante soprattutto se ci si trova fuori casa e si vuole godere al meglio della vacanza.

Domande e risposte sull’acqua

1. Bisogna bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno?

In generale, l’apporto quotidiano di acqua consigliato per un adulto è di almeno un litro e mezzo al giorno. Tuttavia, la giusta quantità̀ di acqua varia a seconda delle condizioni ambientali circostanti: se il clima è caldo e umido, sarà necessario bere più acqua per integrare i maggiori liquidi persi. Il giusto apporto di acqua varia poi a seconda dell’età e delle attività che si svolgono durante la giornata.

2. Bisogna bere solo quando si ha sete?

Lo stimolo della sete non è sempre legato alla necessità del nostro organismo, si innesca infatti quando il nostro corpo è già̀ in “emergenza”. È quindi molto importante mantenere costante l’idratazione nel corso della giornata.

3. Bere acqua migliora l’aspetto fisico?

Innanzitutto, bere acqua contribuisce a migliorare l’aspetto della nostra pelle, aumentandone il tono e l’elasticità̀. È importante mantenere l’idratazione cutanea anche dall’esterno, con creme idratanti. L’acqua aiuta inoltre il nostro corpo ad eliminare le tossine.

4. Bere durante i pasti fa male?

È importante bere mentre si è a tavola, soprattutto se si consuma cibo che non contiene molta acqua. L’acqua favorisce la digestione, supportando l’azione dei succhi gastrici. Inoltre, beredurante i pasti facilita l’azione di fegato e reni, stimolando infine la diuresi, che aiuta a ripulire l’organismo.

5. All’estero è bene fare attenzione all’acqua che beviamo?

Mentre in Italia l’acqua del rubinetto è sicura e molto controllata, lo stesso non vale per tutti i Paesi che possono essere meta delle nostre vacanze. Soprattutto in certe aree del Mondo, l’acqua non in bottiglia potrebbe essere contaminata e creare spiacevoli disturbi gastrointestinali. Attenzione anche al ghiaccio, spesso usato per le bevande, meglio evitarlo se non si è certi della sua provenienza.

6. In ambienti molto umidi è più frequente la diffusione di funghi e micosi?

Il clima caldo e umido del periodo estivo, il contatto prolungato con stuoie, lettini e ciabatte al mare o in piscina, e la ridotta protezione da parte dell’abbigliamento, sono le principali cause che comportano un maggior rischio di diffusione di funghi e micosi. Nulla di incurabile! L’automedicazione e il consulto del medico e del farmacista permettono di risolvere questi disturbi.

7. Dopo lo sport o quando si è molto accaldati è bene fare una doccia fredda?

Se si è molto accaldati, è meglio aspettare che la sudorazione si riduca e il corpo si raffreddi in autonomia. Ad ogni modo, la temperatura dell’acqua non dovrebbe essere eccessivamente fredda, per evitare un repentino abbassamento della temperatura corporea. L’organismo ha infatti necessità di mantenere il calore, riadattandosi progressivamente ad una situazione di riposo.

8. L’acqua migliora l’umore e riduce lo stress?

Alcune ricerche dimostrano che aumentare l’introito idrico per l’organismo aiuta a contrastare meglio i cali di umore e le tensioni, e contribuisce a mantenere la concentrazione e la memoria a un buon livello. Al contrario, la disidratazione rende incapaci di concentrarsi, e fa sentire il soggetto irritato e ansioso, favorendo la comparsa di mal di testa…