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Acne: come combattere i brufoli con l’alimentazione

Acne: come combattere i brufoli con l’alimentazione
Tempo di lettura: 3 minuti

“Niente cioccolato se hai i brufoli”. Se avete sempre creduto a questo detto, sappiate che la scienza non conferma questa credenza popolare.

In caso di acne, e non quindi di semplici punti neri, è bene sapere che i fattori scatenanti sono molteplici. Tra gli elementi che contribuiscono all’insorgenza dell’acne, contano infatti, la composizione qualitativa e quantitativa del sebo, sostanza che protegge la pelle, insieme all’attività del propionibacterium acnes, un batterio, che non ha direttamente un’azione infettiva ma tende piuttosto a favorire e stimolare l’infiammazione. Il disturbo, sebbene molto più frequente in adolescenza, può non risparmiare uomini e donne anche in età adulta. A volte, infatti, l’acne si presenta intorno ai 30-40 anni, soprattutto nelle donne, interessando in particolare le aree intorno alle labbra e al naso. In tal senso, anche in età adulta, gli ormoni giocano il loro ruolo: in molte persone sarebbe infatti presente una più elevata sensibilità agli ormoni maschili.

Acne da adulti, cosa fare?

Quando l’acne compare nell’adulto, più frequentemente si può pensare, infatti, a problemi di natura ormonale, tanto che, a volte, viene consigliata per le donne l’assunzione di una pillola contraccettiva, in grado non solo di controllare il rischio di gravidanza ma anche di migliorare l’aspetto della pelle. In questi casi, inoltre, si riscontrano più frequentemente, rispetto all’età adolescenziale, casi di alterazioni ormonali sia organiche che funzionali. In termini generali, in ogni modo, diversi fattori influiscono sulla genesi della patologia. L’esordio del punto nero, in particolare, è legato ad una sorta di “tappo” che si crea sul follicolo della pelle, impedendo l’eliminazione del sebo, che quindi “irrita” dall’interno e contribuisce alla formazione della lesione. È a questo punto che entrano in gioco gli ormoni, visto che le ricerche più recenti dimostrano come l’ipercheratinizzazione, cioè l’occlusione del condotto, sarebbe legata ad una maggior sensibilità delle cellule agli ormoni androgeni.  Caso per caso, ovviamente, il medico, in caso di acne, può individuare le cure più indicate, che poi vanno seguite con grande attenzione nel tempo senza abbandonare i trattamenti, se davvero si vogliono raggiungere i migliori risultati.

Punti bianchi e punti neri: l’acne non è sempre uguale

Fondamentale è capire di che acne si soffre. Infatti, esistono diverse forme di acne. La più semplice è quella comedonica, senza infiammazione, caratterizzata dalla presenza dei cosiddetti “punti bianchi” (o comedoni chiusi caratterizzati da piccoli rigonfiamenti bianchi) e “punti neri” (o comedoni aperti, impurità cutanee che appaiono come punti dilatati di colore scuro leggermente in rilievo, derivanti dall’apertura dei punti bianchi) e molto tipica nelle fasi iniziali dell’acne. Si può poi arrivare alla forma papulo-pustolosa, con infiammazione, in cui sono presenti piccoli rilievi cutanei arrossati, talvolta, accompagnati da pus. La più grave, quella che può lasciare anche cicatrici sulla pelle, è invece quella nodulare. Per questo il trattamento dell’acne deve essere personalizzato e modulato nel tempo sia per tenere la malattia sotto controllo che, soprattutto, per mantenere i risultati ottenuti: bisogna ricordare che l’acne può durare molti anni e che il successo viene, non solo dalla corretta prescrizione dermatologica, ma molto di più dall’aderenza del paziente alla terapia.

Acne e alimentazione: i cibi che favoriscono l’insorgenza dell’acne

Cioccolato, proteine e anche i grassi alimentari sembrano essere “scagionati” come alimenti che favoriscono l’acne, almeno in base agli ultimi studi. La scienza si sta invece concentrando – sempre rimanendo a tavola ovviamente – su un possibile ruolo negativo in questo senso degli zuccheri a elevato carico glicemico, che inducono, cioè un forte aumento del tasso di glucosio nel sangue dopo il pasto, come pasta scotta, riso, dolciumi e bevande zuccherate.

Per ridurre il rischio, andrebbero privilegiati, invece, frutta e verdura, legumi e alimenti integrali. Preferendo questi alimenti, pur senza particolari esclusioni, si può aiutare il benessere della pelle. Abbassare quindi il carico glicemico, controllando l’alimentazione, aiuterà la nostra pelle, ma non bisogna dimenticare che un consulto medico è sempre la strada giusta quando si parla di importanti infiammazioni della pelle. E allora? Allora toglietevi dalla testa il pericolo salame (di cui non bisogna esagerare a prescindere dalla salute della pelle) e il rischio del cioccolato, ormai ampiamente “riabilitato” dai dermatologi. Tuttavia, se soffrite di acne, oltre ai farmaci di automedicazione che possono aiutare quando si tratta delle forme più lievi e comuni della patologia, una giusta alimentazione può sicuramente aiutarvi a combattere l’infiammazione della pelle e la presenza dei punti neri. 

Acne e intolleranze alimentari

Attenzione, infine, va prestata a una possibile intolleranza alimentare che può favorire la comparsa di brufoli e punti neri. In questo senso, ci sarebbero alimenti che paiono incrementare i rischi, per la presenza di sostanze che in qualche modo potrebbero facilitare l’insorgenza dei problemi cutanei. Va comunque sottolineato che l’acne da intolleranza alimentare non è sempre così facilmente individuabile, in quanto alcune intolleranze alimentari sono difficili da diagnosticare con certezza: al momento, insieme al medico e senza basarsi su test fai da te non scientifici, si può pensare al rischio brufoli e comedoni soprattutto in presenza di allergia confermata al lattosio e in caso di celiachia. In questi casi, ovviamente, il trattamento della patologia di base può consentire di migliorare la situazione. Il tutto, tenendo sempre presente che l’acne nasce per diversi fattori, e, pur essendo un problema tipico dell’adolescenza e della giovane età, non risparmia gli adulti.