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Croste in testa, si tratta di dermatite?

croste in testa

A volte capita di grattarsi la testa e di trovarvi delle croste. Spesso queste crosticine in testa si rompono grattando. In altri casi disturbano, lasciando chiazze arrossate. In certi casi nascono dal contatto con agenti esterni oppure si generano autonomamente, per una reazione della pelle che si irrita. Infine, ci sono situazioni in cui a crearle sono piccoli animaletti che in qualche modo si riproducono tra i capelli. Quale che sia la causa del fenomeno, la presenza di croste sul cuoio capelluto va compresa e indagata perché le croste in testa possono essere “figlie” di una dermatite, ma in certe circostanze possono nascondere anche altre problematiche. In ogni caso, il medico deve essere il punto di riferimento, soprattutto se si ipotizzano vere e proprie patologie cutanee come la psoriasi. E non bisogna dimenticare che i farmaci di automedicazione possono essere di grande aiuto per lenire le lesioni dell’epidermide e a controllare prurito e altri sintomi legati alla presenza delle antiestetiche “placche”. 

Croste in testa: cosa sono 

Le croste in testa sono placche che fanno seguito ad una lesione cutanea e possono avere caratteristiche diverse. Quelle sul cuoio capelluto possono generare prurito, rompersi e sanguinare. Oppure rimanere asciutte, contribuendo a rendere la pelle meno sottile ed elastica, come avviene con la forfora. Gli aggettivi per definirle, insomma, si sprecano. Ma sono tutti necessari perché in base alla condizione che le crea si possono avere reazioni specifiche. Ed è proprio a questo punto che occorre fare le giuste distinzioni. Le croste in testa possono far seguito a un trauma o nascere direttamente sulla pelle, magari per una reazione impropria dopo un contatto con un agente esterno (dermatite da contatto) o per una dermatite seborroica. Quello che conta è non confondere la crosta con la forfora. Sono due cose diverse, pur se occorre sempre ricordare che bisogna evitare per quanto possibile di grattarsi, nonostante il prurito. 

Le cause delle crosticine sulla testa

Sono tante le possibili cause delle croste sul capo. In certi casi sono del tutto fisiologiche tanto da regredire autonomamente, come avviene per la crosta lattea dei neonati. Per il resto, proviamo a stilare un breve elenco di tutte le possibili cause di queste lesioni, ricordando che negli adulti, in genere, la comparsa di croste va indagata con particolare attenzione. 

  1. Dermatite da contatto. Pensate in questo senso alla dermatite da contatto, legata a una risposta errata del sistema immunitario, che reagisce in maniera abnorme al contatto con sostanze estranee all’organismo.  Nella genesi del problema entrano in gioco diverse componenti, dai metalli fino alle piante. La patologia si manifesta dopo il contatto con l’elemento scatenante e porta alla comparsa di chiazze arrossate e gonfie, con bordi sfumati e poco definiti. 
  2. Cheratosi attinica. Altra patologia che può condurre alla formazione di croste, magari sul cranio esposto alla luce solare, è la cheratosi attinica.  In questi casi si tratta di una neoformazione pre-cancerosa. Le lesioni si presentano generalmente come macchie di colore rosa-rosso o lesioni della pelle ricoperte da squame o croste ruvide al tatto di colore bruno-rossastro che possono provocare prurito o bruciore oppure essere del tutto asintomatiche. In genere, ciascuna lesione può raggiugere le dimensioni di 1-2,5 centimetri di diametro e si manifesta nelle aree del corpo più frequentemente esposte al sole, quali viso, cuoio capelluto, dorso delle mani, avambracci, spalle, decolleté. Ovviamente, in questi casi la diagnosi e il trattamento vanno posti dal dermatologo. 
  3. Dermatite seborroica. Sempre parlando di patologie cutanee, non bisogna dimenticare la dermatite seborroica. Questa condizione è caratterizzata dalla produzione di quantità di sebo (la sostanza grassa secreta dalle ghiandole cutanee in alcune zone del corpo), si può aggravare nei periodi di tensione. Normalmente si presenta con un eritema, con una desquamazione untuosa e con sintomi come prurito e bruciore, sui cui possono efficacemente agire i farmaci di automedicazione. In genere i sintomi peggiorano in inverno perché è favorito dal freddo e dal vento e migliora in estate per l’esposizione al sole. Viene aggravata anche dallo stress, dall’inquinamento e da diete particolarmente grasse. Si localizza classicamente al cuoio capelluto con una forfora intensa. Sul volto interessa particolarmente i solchi naso labiali, le sopracciglia e le orecchie. Può comparire in corrispondenza dello sterno o tra le scapole, dove è molto irritata dal sudore. Talora si manifesta anche con prurito, eritema e desquamazione in sede genitale.  
  4. Psoriasi. Anche la psoriasi può manifestarsi sul cuoio capelluto con lesioni che, se grattate, tendono a sanguinare e chiazze che possono assumere caratteristiche diverse in quanto a forma e colore ma che generalmente tendono a desquamazione
  5. Pidocchi. Infine, ricordiamo le lesioni legate alla presenza dei pidocchi, tipiche dei bambini. Il sintomo più classico della presenza di questi parassiti è il prurito, che inizia quasi sempre nei pressi della nuca e dietro le orecchie dove a causa del grattamento possono generarsi lesioni. Queste zone del cuoio capelluto sono anche quelle in cui le lendini, vale a dire le uova dei pidocchi, vanno ricercate con maggior attenzione.

Rimedi e diagnosi

La diagnosi delle “crosticine” che si creano sul cuoio capelluto è fondamentale, basilare in termini di prevenzione della formazione di nuove lesioni. Ma ovviamente occorre anche trattare arrossamenti, prurito e altri fastidi che si associano a queste condizioni. In questo senso, oltre al trattamento consigliato dal dermatologo soprattutto per quelle manifestazioni patologiche come la psoriasi o la cheratosi attinica o la dermatite, si può puntare anche su medicinali di automedicazione di uso topico, che possono aiutare a limitare l’entità dei problemi cutanei in termini di rossore, prurito e disinfezione.

In caso di dermatite seborroica e dermatite da contatto il rimedio più efficace è la prevenzione.

Parlando di dermatite seborroica, si può risolvere il problema alla radice solo controllando lo stress. Ad ogni modo occorre fare attenzione anche alla dieta.

In caso di dermatite da contatto occorre evitare che la pelle entri in diretto rapporto con le sostanze che il corpo non riesce a sopportare e scatenano i sintomi. Per questo possono essere utili i classici guanti (a patto ovviamente che tra le allergie non ci sia anche quella al lattice) e creme che creano un vero e proprio effetto “barriera” proteggendo l’epidermide. Per il resto, il trattamento terapeutico può essere effettuato con l’automedicazione e prevede l’impiego di farmaci ad azione antistaminica. Parlando di dermatite da contatto, poi, va ricordato che a volte i metalli responsabili del problema si nascondono anche dove meno ci si aspetta. Per questo, soprattutto per quanto riguarda il nichel, occorre fare attenzione. Anelli, orologi orecchini e anche alcuni componenti per l’abbigliamento (ad esempio cerniere) o oggetti di uso quotidiano (forbici), possono contenere il minerale. Come se non bastasse anche la polvere presente nell’aria e gli alimenti possono nascondere delle insidie. Ad esempio, il nichel può essere presente anche nel pesce azzurro, nei pomodori, negli spinaci e nel cioccolato. Per quanto riguarda i detergenti, in caso di presenza di sintomi, occorre sempre leggere con attenzione le etichette, cambiando i prodotti eventualmente impiegati.

Capitolo pidocchi: la cura con i farmaci antiparassitari va iniziata solamente quando sono state identificate le lendini, e non ha alcun significato preventivo. Non bisogna, cioè, sottoporre un bambino alle terapie anti-pidocchi solamente perché il suo compagno di banco ha subito l’invasione dei parassiti. In termini generali, comunque, ricordate che il trattamento, disponibili in diverse formulazioni, mira a bloccare i centri nervosi dei parassiti, facendoli morire e che deve essere sempre associato a semplici misure: è importante eliminare tutte le lendini, magari utilizzando un pettine a dentini fitti e può essere utile sciacquare i capelli con aceto diluito in acqua per facilitare l’eliminazione delle uova. Particolare attenzione infine va prestata all’igiene: ricordate di lavare a 60 gradi in lavatrice lenzuola, federe e asciugamani.