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Come lo stress influisce sul sistema immunitario

Come lo stress influisce sul sistema immunitario
Tempo di lettura: 4 minuti

Come tutti sappiamo per esperienza, l’organismo reagisce a molteplici sollecitazioni e numerosi stimoli diversi. Nel gergo comune, tendiamo a parlare di stress. Il termine stress fu coniato nel 1936 dallo studioso, Hans Selye che osservando come i mammiferi rispondevano fisiologicamente a stimoli di diversa natura, definì lo stress come una risposta del corpo a ogni richiesta.  Nella nostra vita di tutti i giorni capita spesso di andare incontro a eventi potenzialmente stressanti: un colloquio di lavoro, un esame universitario, o magari anche un semplice ritardo a un appuntamento legato al traffico fanno in modo che l’organismo reagisca, dando luogo a sensazioni che normalmente durano solo pochi attimi. 

Il cuore sobbalza in gola, una sensazione di calore sale fino al volto, l’intestino si muove più velocemente, il respiro accelera, ci si sente agitati. Fin qua le reazioni fisiologiche, che debbono però durare poco tempo e possono essere considerate positive perché fanno in modo che il corpo si adatti alla situazione considerata “di pericolo” e sia, per questo, al massimo dell’efficienza e pronto a reagire al meglio di fronte all’ostacolo che si presenta. 

Quando però gli stimoli stressanti si ripetono oppure si moltiplicano nel corso di una stessa giornata, e addirittura si mantengono nel tempo, si rischia di “interiorizzare” lo stress e farlo diventare uno sgradito compagno di vita. Questo passaggio, estremamente comune nella nostra vita moderna, innesca tutti quei meccanismi tipici di quando lo stress da “buono” e quindi da reazione fisiologica positiva di adattamento e risposta diventi “cattivo” e cioè uno stato d’allerta continuo, di lungo termine, negativo e non fisiologico

Stress buono o cattivo?

Se un pizzico di tensione può aiutare a superare gli ostacoli grandi e piccoli della vita di ogni giorno, offrendo una carica positiva, lo stress cronico che si mantiene nel tempo può diventare una vera e propria emergenza per la salute. Il motivo? L’intero organismo rischia di “perdere il controllo”. Si alterano i meccanismi che regolano la produzione degli ormoni, si modificano i sistemi di controllo del cuore e della respirazione, calano le difese naturali. Nasce così una sensazione di malessere costante, che si manifesta per tutta la giornata e può assumere sembianze diverse. Insieme alle sensazioni di stanchezza costante e di facile irritabilità, che ci rendono intrattabili e fanno sembrare pesante qualsiasi atto della vita quotidiana, possono comparire anche l’aumento della pressione arteriosa, mal di testa o fastidi nella digestione. Sono questi i principali segnali dello stress cronico che, a differenza di quello acuto che ci permette di reagire al meglio di fronte ad un evento improvviso, progressivamente minaccia la nostra salute, rendendoci tra l’altro più soggetti all’attacco di virus e batteri, perché in caso di stress intenso e prolungato il sistema immunitario non lavora al meglio rendendoci più deboli di fronte all’attacco di agenti patogeni. 

Perché le difese immunitarie si abbassano in caso di stress

Le difese naturali dell’organismo, quelle che ci permettono di reagire al meglio in caso di “attacco” da parte di virus e batteri, vengono influenzate dallo stress in senso negativo. Per rispondere all’eccessiva tensione emotiva, infatti, il corpo mette in atto una serie di reazioni che possono interagire con le difese immunitarie, a partire dall’incremento della produzione di cortisolo. Questo ormone, pur essendo utile per migliorare la reattività globale dell’organismo, tende a ridurre l’efficacia dell’azione del sistema immunitario nei confronti degli agenti esterni. Diverse evidenze scientifiche mettono in correlazione lo stress con le difese immunitarie.  Ad esempio, sul fronte della sperimentazione, studi condotti su animali da laboratorio hanno dimostrato che, quando questi sono stressati, la stessa infezione assume caratteristiche di maggior gravità e risulta più facilmente mortale rispetto a una popolazione di animali di controllo psicologicamente “tranquilli”. 

Altre ricerche indicano che lo stress possa influenzare negativamente la capacità di reazione dei linfociti Natural Killer (NK), che hanno il compito di distruggere le cellule “diverse”, magari perché infettate da un virus, e sono fondamentali nel coordinare la risposta difensiva. Nell’uomo invece in presenza di stress intenso appaiono maggiormente fastidiose la malattia del bacio, ovvero la mononucleosi infettiva, le infezioni da adenovirus (quelli che causano raffreddore e mal di gola con febbre) e soprattutto quelle da herpes labiale, il virus che causa la tipica “febbre” sulle labbra. Il tutto, ovviamente, accompagnato da stanchezza, mal di testa, tachicardia, difficoltà a prendere sonno e a riposare normalmente durante la notte, dolori muscolari. 

Come contrastare lo stress

Non avere un sonno riposante, rimanere ore ed ore nel traffico delle metropoli, la mancata soddisfazione nel lavoro, la presenza di un collega davvero difficile da sopportare, la tensione e la lunga attesa per un esame, la mancanza di uno spazio per dedicarsi alle cose che più piacciono, la difficoltà di gestire gli impegni familiari e lavorativi, problemi affettivi… tutti questi, insieme con mille altri elementi, rischiano di trasformarsi in una vera e propria “fucina” di stress. E bisogna fare qualcosa. Se è vero che le reazioni sono diverse da persona a persona, è innegabile che soprattutto nei periodi di stress più intenso, lo stile di vita e le cattive abitudini possono influire sulla percezione soggettiva di stress, aumentando i rischi: ad esempio chi consuma alcolici in quantità e fuma, così come chi non fa una regolare attività fisica, può essere maggiormente soggetto a sviluppare una condizione di stress cronico.

Resta quindi fondamentale, cercare di ritagliarsi dei momenti per sé, distraendosi, ad esempio attraverso la lettura o l’ascolto di musica, cercando di non azzerare la socialità e i momenti di svago, facendo attenzione all’alimentazione e al tempo dedicato ai pasti e diminuendo, inoltre, quando è possibile, i fattori di stress della giornata.

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