Quando leggiamo il foglietto illustrativo di un farmaco, quello che viene chiamato anche, per abitudine ma erroneamente, bugiardino, l’occhio cade spesso alla parte dedicata a effetti indesiderati o effetti collaterali. Ogni confezione di medicinale, con o senza obbligo di prescrizione, deve contenere, per legge, il foglio illustrativo che fornisce le istruzioni necessarie per usare il farmaco in modo corretto e sicuro indicando anche tutte le possibili reazioni avverse e gli effetti indesiderati. Questo affinché la persona che deve assumere un farmaco abbia tutte le informazioni necessarie per una consapevole assunzione. In tal senso, il bugiardino non mente affatto ma fornisce tutte le informazioni utili per la corretta assunzione di un medicinale, a maggior ragione poi se si tratta di un farmaco senza obbligo di ricetta medica, che può essere assunto in autonomia.
Il foglietto illustrativo dei farmaci da banco
I farmaci senza obbligo di prescrizione sono medicinali appositamente autorizzati dalle Autorità Sanitarie per un uso autonomo, caratterizzati da un elevato profilo di sicurezza ma che proprio perché di automedicazione devono essere utilizzati con responsabilità. Proprio per questo anche il linguaggio del foglietto di questi medicinali è più semplice affinché le informazioni in esso contenute siano facilmente comprensibili a un lettore “medio”. Inoltre, per ogni tipo di farmaco, il medico curante e il farmacista sono sempre a disposizione per eventuali dubbi.
Inoltre, sebbene spesso si tenda a leggere le “cose brutte” come appunto gli effetti avversi, il foglietto illustrativo è fondamentale soprattutto perché da indicazione sulla posologia, ovvero sulla dose efficace del farmaco in rapporto al peso e all’età di chi lo assume e al tempo di effetto del farmaco nell’organismo. Infatti, di norma, sul foglietto illustrativo viene riportata la posologia consigliata per le diverse età: nei bambini, e a volte negli anziani, spesso il dosaggio del farmaco viene ridotto. Importante è anche conoscere la farmacocinetica: descrive quanto avviene ai diversi farmaci nell’organismo dal momento dell’assunzione all’eliminazione completa della sostanza attiva. Di norma, un farmaco viene “metabolizzato” dopo il suo ingresso nel corpo ed entra nel sangue. Attraverso il circolo sanguigno viene poi distribuito nei tessuti ed eliminato, spesso attraverso i reni.
Solo alla fine si arriva agli effetti collaterali o avversi: sono i disturbi che possono accompagnarsi all’azione terapeutica, come ad esempio la nausea, e, in alcuni casi, possono rendere problematico l’impiego di un farmaco. E non vanno confusi con le controindicazioni che invece sono situazioni particolari dell’organismo ricevente che vietano l’impiego di un determinato farmaco. L’insufficienza renale, cioè la deficitaria capacità del rene di filtrare il sangue e ripulirlo, è la principale.
Effetti collaterali (o effetti indesiderati), cosa sono e quando si manifestano
Avete presente quel pizzico di sonnolenza che può comparire dopo che si è preso un antistaminico per l’allergia? O magari, la nausea dopo l’assunzione di una compressa? O ancora qualche leggera alterazione del normale ritmo intestinali per le ripercussioni di un trattamento antibiotico (che va sempre prescritto dal medico) sul microbiota intestinale?
Ecco, in questi casi si può parlare di effetti collaterali o indesiderati, ovvero di reazioni che si sono già osservate nelle fasi di sperimentazione della terapia e, quindi, possono essere attese, pur se ovviamente non si verificano in tutti i soggetti che assumono una determinata cura. Attenzione però: la composizione del farmaco, per definizione, appare legata anche all’effetto terapeutico ricercato. Quindi non si possono disgiungere gli effetti collaterali da quelli voluti per il trattamento.
In caso di effetti collaterali, è importante parlarne con il medico, per valutare sempre se possono esistere contromisure specifiche. Va comunque ricordato che, spesso, gli effetti indesiderati o collaterali sono di breve durata e di lieve entità. Questo significa che non richiedono l’interruzione della cura. In altri casi, se assumono caratteristiche di maggiore gravità o sono troppo pesanti per la condizione particolare del soggetto che assume il farmaco, è possibile che il medico decida l’interruzione del trattamento se possibile o. se disponibile, la sua sostituzione con una alternativa terapeutica. A volte, per alcune tipologie di medicinali, gli effetti avversi si manifestano nelle prime fasi di assunzione di un farmaco per poi scomparire mentre in altri casi possono manifestarsi dopo diverso tempo dall’inizio delle cure.
Effetti collaterali dei farmaci: tipologie, cause e frequenza
Quando si assume un farmaco, è importante conoscere i possibili effetti collaterali o effetti indesiderati che possono manifestarsi. Alcuni esempi comuni includono nausea, bocca secca, lievi stati di sonnolenza e prurito. Questi sintomi rappresentano solo una parte delle possibili reazioni, poiché ogni farmaco può generare un ampio spettro di effetti in base alla risposta individuale del paziente.
Gli effetti collaterali sono classificati, nel foglietto illustrativo (o bugiardino), in base alla frequenza di comparsa:
- Molto comuni: possono interessare più di 1 persona su 10.
- Comuni: tra 1 e 10 persone su 100.
- Non comuni: tra 1 e 10 persone su 1.000.
- Rari: tra 1 e 10 persone su 10.000.
- Molto rari: meno di 1 persona su 10.000.
Le cause degli effetti collaterali possono variare:
- Eccessiva risposta terapeutica: ad esempio, un farmaco per abbassare la pressione arteriosa o la glicemia può causare effetti indesiderati se agisce in modo troppo forte, come giramenti di testa o ipoglicemia.
- Reazioni allergiche: possono insorgere anche dopo una precedente esposizione allo stesso farmaco o a molecole simili, in seguito a un processo di sensibilizzazione del sistema immunitario.
- Meccanismo d’azione del farmaco: alcuni effetti indesiderati derivano dall’effetto diretto del farmaco sull’organismo. Un esempio tipico sono i disturbi gastrointestinali, come nausea, acidità di stomaco o problemi digestivi causati dai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). In caso di trattamenti prolungati con FANS, è sempre consigliabile rivolgersi al medico, che può prescrivere terapie protettive per la mucosa gastrica.
In conclusione, conoscere i potenziali effetti collaterali dei farmaci è fondamentale per un uso sicuro e consapevole. Per ogni dubbio o sintomo insolito, è sempre raccomandato consultare il medico o il farmacista di fiducia.
Come riconoscerli, come gestirli e quanto durano
È certamente difficile riuscire a essere oggettivi quando si parla di effetti collaterali di un farmaco visto che la percezione di gravità è solo soggettiva. L’importante, in ogni caso, è riferire al medico quanto accade perché, se i disturbi sono solo lievi, ad esempio, si possono mettere in atto strategie diverse. Ad esempio, il curante può rivalutare il dosaggio e l’ora di somministrazione della terapia o magari consigliare altri trattamenti per controllare al meglio i fastidi, come ad esempio una stitichezza insorta con il trattamento. Ovviamente se i problemi sono più seri o ci sono fastidi particolarmente intensi si può arrivare, come detto, alla sospensione della cura.
Inoltre, anche la durata degli effetti è importante, visto che si può andare da pochi secondi fino a fastidi che si mantengono per ore. Inoltre, ci sono alcuni aspetti che possono favorire l’insorgenza di effetti indesiderati. È il caso, ad esempio, di particolari condizioni genetiche, di malattie contemporanee all’assunzione, dell’assunzione in politerapia, di persone in età infantile o anziana, di donne in gravidanza. In tutte queste situazioni l’attenzione deve crescere ulteriormente per gestire al meglio (e se possibile evitare) l’insorgenza di effetti indesiderati.
Ad esempio, i rischi di sviluppare una reazione avversa sono maggiori se vengono contemporaneamente assunti diversi farmaci. In tal senso, ci vuole particolare attenzione agli effetti indesiderati delle terapie negli anziani: se l’età aumenta il fegato non è in grado di metabolizzare in modo efficace molti farmaci, né i reni di eliminare i farmaci dall’organismo, aumentando pertanto il rischio di effetti indesiderati come sonnolenza o aumentato rischio di cadute come può avvenire in caso di assunzione ci certi sonniferi, ansiolitici, antipertensivi. Attenzione e consulto pediatrico sono importanti anche per i più piccoli: neonati e bambini molto piccoli sono esposti a un rischio elevato di reazioni avverse ai farmaci, perché hanno una capacità di metabolizzare i medicinali non pienamente sviluppata.
Stiamo facendo solo degli esempi. Ricordate di parlare di effetti collaterali con il farmacista e con il medico e soprattutto, leggete il foglietto illustrativo, vera e propria guida all’uso corretto del farmaco.
FAQ – Domande e risposte veloci sugli effetti collaterali dei farmaci
Cosa sono gli effetti collaterali dei farmaci e quando si manifestano?
Gli effetti collaterali dei farmaci sono reazioni non intenzionali che possono verificarsi durante l’assunzione di un medicinale. Possono comparire subito dopo l’assunzione o dopo un certo periodo, e variano da persona a persona in base a fattori come età, stato di salute, uso di altri farmaci e caratteristiche genetiche. Esempi comuni includono nausea, sonnolenza, prurito o disturbi intestinali. È importante distinguerli dalle controindicazioni, che sono condizioni specifiche in cui un farmaco non deve essere assunto.
Come riconoscere e gestire gli effetti indesiderati di un farmaco?
Per riconoscere un effetto collaterale, è fondamentale leggere attentamente il foglietto illustrativo (bugiardino) del farmaco, che elenca tutte le possibili reazioni avverse classificate per frequenza. Se compaiono sintomi nuovi o fastidiosi dopo l’assunzione, è importante segnalarli al medico o al farmacista.
Quali farmaci causano più spesso effetti collaterali e chi è più a rischio?
I farmaci più spesso associati a effetti indesiderati sono quelli che agiscono sul sistema nervoso (es. ansiolitici, sonniferi), i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e alcuni antibiotici. Le categorie di persone più a rischio includono anziani, bambini, donne in gravidanza e chi assume più farmaci contemporaneamente (politerapia). In questi casi, è essenziale un monitoraggio medico accurato per prevenire reazioni avverse.
Per saperne di più: https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/f/foglio-illustrativo#contenuto-del-foglio-illustrativo

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