Entesite inserzionale: cos’è, da cosa è causata e come curarla

Tempo di lettura: 2 minuti
Quando muoviamo il piede, quando inarchiamo le spalle, quando pieghiamo il gomito o il ginocchio occorre che il segnale passi dai muscoli che guidano il movimento fino all'osso. Questo vuol dire che esista un “collegamento” tra il muscolo e il legamento che controlla l'articolazione e l'osso stesso. Ebbene, questo collegamento tra muscoli/legamenti e scheletro, che potremmo visualizzare come una sorta di “fettuccia”, si chiama tecnicamente “entesi” e ha la funzione di legare tra loro le strutture anatomiche.
L'entesi si può infiammare, provocando un'entesite, che può essere assumere volti e caratteristiche diverse a seconda della sede del corpo dove si manifesta. Può infatti apparire come l'infiammazione di uno o più tendini e, in base all'articolazione che interessa, può poi assumere caratteristiche diverse, dal blocco della spalla al dolore al gomito fino alla fascite plantare che si localizza al piede.
Le cause più comuni dell'entesite
Se non sono in atto particolari patologie a carico delle articolazioni e dell'apparato osteo-articolare (ad esempio le malattie reumatiche), sono il superlavoro o sovraccarico funzionale o i traumi le cause principali del disturbo, che provoca ovviamente dolore e infiammazione. Nel primo caso, sono sotto accusa soprattutto i movimenti ripetuti: è quanto capita con certi lavori manuali o a chi fa certi sport. Ad esempio, chi corre spesso, magari con calzature non proprio idonee, può rischiare di più che la parte finale del tendine del piede si infiammi. Lo stesso può accadere a chi è appassionato di palestra e di esercizi a corpo libero su un determinato fascio muscolare: il movimento ripetuto, alla fine “stanca” i tendini stessi e aumenta il rischio di andare incontro ad una entesite.
Sul fronte dei traumi, invece, sotto accusa sono soprattutto le cadute e gli sforzi molto intensi che il corpo non è in grado di sostenere, come caricarsi sulle spalle di colpo un peso di decine di chili. Se non si è preparati questa semplice manovra può diventare un vero e proprio trauma che mette a rischio i tendini e può scatenare l'entesite.
I sintomi dell'entesite
In genere le manifestazioni dell'entesite sono soprattutto il dolore, il gonfiore e l'incapacità di muovere normalmente l'articolazione colpita. Spesso è presente anche una sensazione di calore (a volte con arrossamento) della zona interessata. Si presentano cioè i classici segni dell'infiammazione, così come li descrivevano i latini (rubor et tumor cum calore et dolore ovvero arrossamento e gonfiore con calore e dolore).
Come affrontare l'entesite
Se non ci sono particolari problemi, oltre al riposo, per la gestione dei sintomi possono essere indicati i farmaci di automedicazione, attivi sia localmente sia per via generale, a partire degli antinfiammatori non steroidei. È comunque importante ricordare che se dopo qualche giorno i sintomi permangono è sempre importante non sottovalutare il quadro, anche per evitare il rischio che la situazione si complichi. Se l'entesite viene curata poco e male, c'è infatti il pericolo che nell'articolazione si formino calcificazioni a carico del tendine (si parla in questo caso di entesite calcifica), con problematiche che possono mantenersi nel tempo.
Infine, va ricordato che per alcune persone i rischi di sviluppare entesite sono maggiori: ovviamente in prima linea in questo senso ci sono le patologie reumatiche classiche, come l'artrite reumatoide quella psoriasica o la gotta. Ma non bisogna dimenticare che le ricerche dicono come anche problemi della tiroide o il diabete possono aumentare i rischi. Per chi ne soffre, insomma, l'infiammazione della parte finale dei tendini è un nemico da tenere presente.