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Epicondilite al gomito? Non solo tennis!

Tempo di lettura: 2 minuti
Il gomito fa male Non solo tennis
Il gomito fa male? Non capita solo ai tennisti! Anzi. Quello che gergalmente viene chiamato “gomito del tennista” o, in termini scientifici, epicondilite laterale è un disturbo “molto democratico”. Le stime parlano di almeno una persona su cento colpita dalla patologia.

Cos’è l’epicondilite laterale?

L’ epicondilite laterale è una lesione traumatica da sovraccarico che si genera quando i tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio alla parte esterna del gomito (epicondilo laterale) si infiammano.

Da cosa è determinata?

Certamente da un sovraccarico ai danni dell’articolazione del gomito che quindi “soffre” per il superlavoro  –  continuo ed eccessivo – a cui è sottoposto. Proprio per questo, oltre ai tennisti, possono soffrirne anche persone che amano particolarmente la mountain-bike, che può sollecitare le articolazione delle braccia, gomito e polsi, ma, al di là dello sport, può presentarsi anche in chi si trova a fare lavori che implicano un impegno continuo di braccia e mani.

Quando aumentano i rischi?

I rischi, crescono, ad esempio se si scrive per ore sulla tastiera del PC, se si fanno lavori di bricolage che prevedano di maneggiare martelli o cacciavite, se ci si trova a servire a tavola e quindi si è costretti a portare cabaret o piatti avanti e indietro.

Sintomi

Il principale sintomo è il dolore a livello del gomito, con possibile irradiazione al polso e alla mano. La lesione tende a mantenersi per una specie di circolo vizioso: dapprima c’è l’infiammazione del gomito che produce dolore, poi il dolore induce irritazione nelle zone limitrofe e allarga la parte dolente. I dolori sono particolarmente frequenti quando si tenta di “agguantare” un oggetto e quando questa manovra coinvolge il muscolo estensore delle dita. E’ il caso della racchetta da tennis ma anche, più semplicemente, del manico di un padella o delle maniglie di una valigia.

Cosa fare

L’importante è comunque non sottovalutare il problema: all’inizio bastano pochi giorni di riposo, magari con una piccola fasciatura protettiva sul gomito e sull’avambraccio, e l’epicondilite sembra scomparire. In questa fase sono particolarmente utili impacchi di ghiaccio e, applicati localmente o assunti per bocca, farmaci di automedicazione ad azione antinfiammatoria (i cosiddetti Fans), che aiutano a contrastare il dolore e l’infiammazione.

Prevenzione

Passata la fase acuta, l’importante è cercare di evitare che, una volta passato il dolore, il problema si ripresenti. Questo significa, ad esempio, cessare con le attività che hanno generato il problema. Se questo può essere possibile in caso di sport, non lo è invece se a determinare la condizione è la propria professione. Sarebbe quindi sempre meglio, sul fronte della prevenzione, fare attenzione quando si sollevano pesi facendo forza sulle braccia, caso mai evitando carichi eccessivi.
Capita comunque che alcune forme di epicondilite tendano a diventare croniche. In questi casi  essa diventa una sorta di sgradita “compagna di viaggio” capace di accompagnare, con diversa intensità, chi ne soffre nel tempo. In questi casi, così come se i sintomi, al primo episodio, non migliorano, bisogna valutare con il medico i trattamenti conservativi più idonei per gestire il problema. Nei casi più gravi può essere necessario pensare all’intervento chirurgico da parte dello specialista ortopedico.