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Impetigine: cosa è e perché colpisce i bambini

Tempo di lettura: 2 minuti

Piccole macchioline, che diventano crosticine, destinate ad allargarsi progressivamente. Prurito. Sensazione di fastidio. E poi, comparsa di lesioni simili su altre aree dell’epidermide. Parliamo di impetigine, che nei bambini si manifesta spesso nel modo appena descritto. 

Che cosa è l’impetigine

Si tratta di un’infezione cutanea causata da batteri del genere streptococco o stafilococco e, in genere, interessa gli under-14. Negli adulti è, invece, quasi assente, a meno che non ci siano particolari “debolezze” del sistema immunitario. Nei più piccoli la reazione cutanea è legata all’eccessiva produzione di anticorpi specifici contro lo streptococco, con conseguente infiammazione e comparsa di lesioni cutanee. Il sistema difensivo degli adulti nei confronti di questo germe è, invece, ormai ampiamente “formato”. Questo significa che, negli adulti, ci sono anticorpi “pronti” per reagire in presenza del batterio nemico. Di conseguenza, quindi, le lesioni dell’impetigine nelle persone adulte tendono a non si svilupparsi.

Come si manifesta l’impetigine 

In termini generali, l’impetigine si manifesta, in prima istanza più come un banale raffreddore che come una vera e propria malattia della pelle. Capita, infatti, che il problema si manifesti con la formazione di crosticine intorno al naso, che a volte arrivano a svilupparsi anche all’interno delle narici. 

Riconoscere subito questa prima manifestazione è importante. Dalle crosticine tipiche della lesione cutanea può infatti fuoriuscire il liquido che contiene i germi favorendo il contagio agli altri e, soprattutto, l’espansione dell’infezione e delle lesioni cutanee a più parti del corpo. 

L’impetigine può interessare inizialmente il volto, le braccia e le gambe attraverso la comparsa di macchie che in breve, diventano lesioni rialzate e ruvide che assumono un tipico color miele, poiché si riempiono di un siero giallastro e contagioso.  

Nei bambini più piccoli il semplice contatto con questo liquido porta ad una sorta di “auto-diffusione” dei batteri, in quanto con le mani che toccano le crosticine i bimbi poi toccano altre parti del loro corpo oppure entrano in contatto con altri bambini favorendo la trasmissione dei batteri e la diffusione della malattia a sé stessi o agli altri.

Come si affronta l’impetigine

L’igiene personale è, in chiave preventiva, alla base della strategia anti-impetigine. E va osservata a tutte le età per evitare, come può avvenire, che individui asintomatici trasmettano i germi a chi invece poi manifesta la malattia. I farmaci di automedicazione possono essere di grande aiuto in questi casi. Nelle forme più lievi, infatti, se ad esempio c’è un’unica lesione circoscritta, si possono impiegare localmente pomate e creme disponibili senza ricetta ad azione antisettica e antipruriginosa. In genere, basta una settimana di terapia per la guarigione. In questa fase occorre però fare in modo che il paziente non si “auto-contagi”, grattandosi le lesioni e quindi “allargandole” ad altri settori cutanei, e che soprattutto non condivida salviette e asciugamani, per limitare i rischi che l’infezione si possa trasmettere ad altri. Non bisogna poi dimenticare che, nelle forme estese e più serie, è sempre meglio affidarsi al medico che può valutare, data l’origine batterica del disturbo, l’eventuale utilizzo di antibiotici specifici che vanno indicati solo dal curante.