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Intervista Prof. Fabrizio Pregliasco 

pregliasco

Direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva – Università degli Studi di Milano – Direttore Sanitario d’Azienda – I.R.C.C.S. Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano

La coesistenza e sovrapposizione dell’influenza stagionale con il SARS-CoV-2 è (ancora) fonte di preoccupazione per la maggior parte della popolazione italiana. Più di 6 italiani su 10, infatti, sono consapevoli della persistenza del virus SARS-CoV-2 e della sua potenziale ricomparsa con nuove varianti. Cosa aspettarci dunque nella stagione influenzale 2023/2024? Cosa sapere e cosa fare?  Ne abbiamo parlato con il del Prof. Fabrizio Pregliasco (Virologo, Ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e Direttore sanitario I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi).

Le domande

  1. Professor Pregliasco, nella passata stagione invernale abbiamo potuto osservare una ripresa piuttosto intensa dell’incidenza dei virus influenzali, da ricondurre, come ci aveva predetto lo scorso anno, al progressivo annullamento delle restrizioni sociali adottate per contrastare la diffusione del Covid-19. Nel frattempo, l’infezione da SARS-CoV-2 (e sue molteplici varianti) sembra diventata endemica e, per questo, fare meno paura. È davvero così?  
  2. Il Covid-19 non è scomparso nonostante se ne parli molto meno e non sempre in modo corretto… Di conseguenza, cosa dobbiamo attenderci quest’anno dalla convivenza tra i virus stagionali e il SARS-CoV-2? Cosa c’è di vero nell’affermazione: “il Covid è diventato una influenza”?
  3. Che influenza ci aspetta nella prossima stagione influenzale? I ceppi in circolazione saranno simili o differenti rispetto agli ultimi anni? Quante persone si prevede verranno colpite dall’influenza e quante da altri virus respiratori e quale quadro clinico ci si può presumibilmente attendere in termini di contagiosità e sintomatologia?
  4. A tal proposito, qual è l’importanza della vaccinazione antinfluenzale per i bambini, giovani, adulti e anziani nella prossima stagione influenzale in relazione al persistente scenario epidemiologico del COVID-19, e quali consigli si possono fornire ai genitori e agli anziani in merito alle loro attività e comportamenti sociali?
  5. Ma come comportarsi rispetto al Covid-19 e alla vaccinazione? Come saranno i nuovi vaccini? È possibile dare qualche indicazione di comportamento?
  6. Dalla sua esperienza, ritiene che il cittadino sia più informato e consapevole dell’importanza della salute e cura di sé con riferimento all’influenza e al Covid-19 (dalla sintomatologia ai rimedi e vaccinazioni)? Quanto è stato ed è importante, in questo senso, un approccio responsabile all’automedicazione e all’uso consapevole e appropriato dei medicinali da banco? Quale il ruolo anche dei Medici di Medicina Generale e dei Farmacisti?
  7. Quali sono i principali aspetti da considerare per riuscire a differenziare l’influenza da altri virus respiratori “cugini”, tenendo conto dei sintomi, dei metodi di diagnosi e delle caratteristiche specifiche di ciascun virus?
  8. Cosa abbiamo imparato da questi anni di SARS-CoV-2 e convivenza con i virus influenzali? Ci sono ancora dei “falsi miti” da scardinare e che ritiene utile segnalare? 
  9. Quali sono, secondo lei, le 5 cose che abbiamo imparato (e di cui fare tesoro) da questi anni a livello individuale e collettivo e quelle a cui dobbiamo fare più attenzione/su cui migliorare?

Le risposte

  1. Premetto che oggi ci troviamo in una situazione di “nuova normalità”, in cui abbiamo imparato a convivere con il virus. Con la prossima stagione invernale, come ogni anno, l’influenza arriverà puntuale e il compito di noi studiosi è quello di definire qual è la dimensione dal punto di vista epidemiologico. Quel che ci si aspetta è un andamento caratterizzato da fluttuazioni simili alle onde generate da un sasso in uno stagno, dove via via l’effetto di rialzo e di miglioramento andrà a scemare. La situazione per il Covid oggi è sostanzialmente questa: un gran numero di persone ha acquisito un’immunità ibrida con le vaccinazioni e con il contagio che però, come abbiamo visto, non garantiscono un’immunità definitiva. Dopo sei mesi dall’ultima dose di vaccino, la capacità di protezione comincia a diminuire a causa dei continui mutamenti del virus. Infatti, la sua replicazione non è così precisa e stabile come succede con i virus influenzali, che subiscono mutazioni a un ritmo più lento. Il SARS-CoV-2 mostra la comparsa di nuove varianti ogni 4-5 mesi, il che rende il suo comportamento più dinamico e suscettibile di cambiamenti rapidi. Queste variazioni del virus sono molto frequenti anche se alcune di esse non sono rilevanti, rappresentando principalmente un interesse da un punto di vista epidemiologico e virologico. Tuttavia, alcune varianti, come quelle che continuano ad emergere all’interno della famiglia Omicron, presentano caratteristiche che le rendono “immuno evasive”, ovvero possono sfuggire in parte all’immunità di soggetti precedentemente infettati o vaccinati. Questo significa che coloro che sono già stati infettati o hanno ricevuto il vaccino potrebbero non avere una completa protezione contro tali varianti. Tuttavia, ciò che è incoraggiante rispetto al passato è che la nostra immunità ibrida, ottenuta sia attraverso l’infezione naturale che il vaccino, contribuisce a una riduzione significativa delle forme gravi della malattia. Di conseguenza, la quota di mortalità rimane molto più bassa rispetto alle fasi iniziali dell’epidemia. 
  2. Gestire con saggezza la coesistenza tra Covid e influenza è di fondamentale importanza. Con l’avvicinarsi dell’autunno, ci troveremo di fronte a una mescolanza di malattie simili all’influenza. Anche se il SARS-CoV-2 può manifestarsi in molte forme diverse, il tampone rimane lo strumento primario per riconoscerlo e rimane una malattia seria che registra dagli 8-10 mila morti a stagione. Proprio per questo non può essere equiparata a un’influenza comune. Al momento, oltre 2.000 persone sono ricoverate in ospedale a causa del Covid-19 e a seconda di come evolverà la stagione il virus potrebbe ancora rappresentare una minaccia. Attualmente, il tasso di letti ospedalieri occupati è ancora ad un livello moderato, ma ci aspettiamo un aumento del numero di ricoveri nelle prossime settimane. 
  3. Come ogni anno, per avere un quadro della prossima stagione influenzale nel continente europeo bisogna guardare l’Australia, dove la stagione influenzale è stata piuttosto intensa, con dati superiori alla media degli ultimi cinque anni, anche se, va notato, non sono stati raggiunti i picchi significativi del 2019. La variante più diffusa, la H1N1, viene adeguatamente coperta dal vaccino antinfluenzale, il che è molto utile da ricordare in ottica di prevenzione. Per quanto riguarda l’Italia, la prossima stagione influenzale potrebbe essere considerata di media intensità, con un numero stimato di casi che potrebbe oscillare tra i 5 – 6 milioni. La diffusione dipenderà da diversi fattori, tra cui i ceppi virali in circolazione, la loro novità e variazione rispetto agli anni precedenti, così come le condizioni meteorologiche e climatiche. Pertanto, è fondamentale rimanere flessibili nelle strategie di prevenzione e prepararsi adeguatamente per affrontare la stagione influenzale, promuovendo la vaccinazione e adottando opportune misure di igiene e precauzione. Oltre ai casi influenzali legati alla variante H1N1, si prevede una cifra almeno doppia, ovvero una decina di milioni di casi, di altri virus influenzali correlati. Questi “cugini” influenzali possono causare sintomi simili all’influenza e contribuire ulteriormente al carico sanitario stagionale. L’incognita principale rimane la possibile compresenza dell’influenza e del SARS-CoV-2, una coesistenza che può rendere la gestione delle risorse sanitarie più complessa, soprattutto considerando la similarità dei sintomi. Pertanto, è fondamentale promuovere la vaccinazione antinfluenzale come strategia di prevenzione e monitorare attentamente l’evoluzione sintomatologica e della situazione. In questi anni abbiamo assistito a una stagione prolungata di infezioni respiratorie, dovuta in parte alla ripresa delle attività sociali e dei contatti tra le persone, dopo le restrizioni legate alla pandemia. In questo periodo, come abbiamo visto in questi anni, molti virus respiratori che erano stati in secondo piano durante l’epidemia di COVID-19 hanno riacquistato rilevanza. Tra questi, il virus respiratorio sinciziale (RSV) è stato particolarmente attivo, colpendo soprattutto i bambini, ma anche gli adulti. Altri virus come gli enterovirus e gli adenovirus hanno anch’essi contribuito all’aumento dei casi di infezioni respiratorie. Pertanto, è importante mantenere la vigilanza e adottare comportamenti precauzionali per ridurre il rischio di contrarre queste infezioni respiratorie. La promozione della vaccinazione antinfluenzale può anch’essa contribuire a prevenire alcune di queste infezioni stagionali.
  4. La vaccinazione è un atto di protezione non solo per sé stessi, ma anche per coloro che sono più vulnerabili, come bambini, anziani o persone con problemi di salute preesistenti. Mentre i giovani possono scegliere di vaccinarsi, per i soggetti fragili e gli anziani la vaccinazione diventa una raccomandazione stringente, quasi una necessità, poiché particolarmente a rischio di gravi complicazioni legate all’influenza. La strategia di vaccinazione plurima, che coinvolge più vaccinazioni per differenti patologie, è stata adottata proprio per offrire una maggiore protezione a queste persone fragili. L’esperienza a livello internazionale, come quella dell’Australia, dimostra che la vaccinazione antinfluenzale nei bambini può contribuire a ridurre la diffusione dell’influenza nella comunità. Pertanto, consultarsi con il pediatra e prenderla in considerazione è un passo importante per la loro protezione e per quella degli altri. Per i soggetti fragili e anziani, l’approccio del tampone per rilevare la presenza del virus è particolarmente importante. La tempestiva identificazione del COVID-19 consente non solo un trattamento adeguato, ma anche di mettere in atto misure di isolamento per prevenire la diffusione del virus a contatti potenzialmente vulnerabili. Inoltre, la disponibilità di farmaci antivirali è molto efficace se somministrati subito all’inizio dei sintomi del SARS-CoV-2. Naturalmente, per i giovani in buona salute è sufficiente il ricorso ai farmaci di automedicazione come gli antinfiammatori. 
  5. La comunità scientifica e medica continua a monitorare attentamente l’efficacia dei vaccini e a migliorare le strategie di vaccinazione per proteggere al meglio la popolazione. Per quanto riguarda l’influenza, i vaccini annuali sono già stati formulati e contengono la composizione specifica per la stagione in corso, che prevede anche la variante H1N1, considerando, come dicevamo, la sua circolazione in Australia. Per quanto riguarda il Covid-19, sono stati sviluppati vaccini specifici per le diverse varianti, compresa l’Omicron XBB e la Pirola. I dati disponibili finora indicano che questi vaccini hanno una buona capacità protettiva nelle nuove varianti emergenti, anche se non garantiscono una protezione al 100%. Con l’aumento dei casi, è probabile che si verifichi anche un aumento di quelli gravi (ed è un fenomeno che stiamo già osservando). Tuttavia, è fondamentale sottolineare che le malattie gravi e la mortalità sono principalmente legate alle persone fragili, in particolare agli anziani, coloro che potrebbero non essere stati completamente vaccinati o che, per vari motivi, potrebbero non aver ricevuto i richiami vaccinali necessari. È comprensibile che ci siano polemiche in merito alla vaccinazione tra i gruppi contrari ai vaccini, ma è importante affidarsi alle evidenze scientifiche e alle raccomandazioni delle autorità sanitarie per prendere decisioni informate sul tema. 
  6. È vero che il Covid-19 ha avuto un impatto straordinario sulle nostre vite, non solo a livello fisico ma anche economico e psicologico. Tali effetti dirompenti hanno portato molti a dare importanza alle misure di prevenzione, compresa la vaccinazione, nonostante permanga ancora una minoranza, eppur rumorosa, che mette in discussione l’esistenza del Covid-19 e le misure adottate e che può influenzare negativamente coloro che sono esitanti riguardo alla vaccinazione (circa il 10% della popolazione), creando dubbi o diffidenza. È quanto più fondamentale quindi che la comunicazione da parte delle istituzioni e di figure competenti sia chiara e basata su dati scientifici che confermano il ruolo cruciale della vaccinazione nel ridurre il rischio di malattie gravi e proteggere i più fragili. Nell’ottica di una maggior attenzione e cura di sé e della propria comunità, l’approccio responsabile all’automedicazione e l’uso consapevole e appropriato dei medicinali da banco sono diventati ancora più importanti in questi anni. I cittadini sono più attenti a seguire le indicazioni dei professionisti sanitari e a evitare l’abuso di farmaci senza prescrizione medica. I farmaci antinfiammatori stanno emergendo come un elemento importante nella gestione delle infezioni respiratorie, compreso il SARS-CoV-2, poiché in grado di modulare la risposta immunitaria e ridurre il rischio di forme gravi della malattia. È però importante che i professionisti sanitari forniscano informazioni accurate sui farmaci e le terapie disponibili per aiutare a prevenire e trattare le malattie respiratorie. Il ruolo del farmacista è di fornire consulenza e indicazioni sulla selezione e l’uso appropriato dei farmaci da banco, garantendone sicurezza ed efficacia per il paziente, soprattutto quando si tratta di individui anziani o immunodepressi. Anche il medico di medicina generale gioca un ruolo fondamentale nell’identificazione precoce dei sintomi delle malattie respiratorie, nella diagnosi differenziale e nell’orientamento dei pazienti verso il giusto trattamento, considerando che i sintomi di tali malattie possono spesso essere simili. 
  7. Il Covid non si distingue perché è trasversale nelle sue manifestazioni, mentre per riconoscere l’influenza spesso si cercano tre elementi chiave:
    • Insorgenza brusca della febbre: l’influenza solitamente inizia con un improvviso aumento della temperatura corporea. 
    • Sintomo generale: l’influenza è accompagnata da sintomi generali come affaticamento, debolezza muscolare e malessere generale. 
    • Sintomi respiratori: l’influenza coinvolge spesso il tratto respiratorio, causando sintomi come tosse, mal di gola e congestione nasale.
      • Se una persona presenta questi tre elementi, è probabile che abbia l’influenza, anche se per una conferma definitiva è consigliabile effettuare un tampone.
  8. Diverse sono ancora le false credenze che circolano: 
    • Effetti collaterali delle vaccinazioni: è un mito che le vaccinazioni abbiano effetti collaterali spaventosi. 
    • Utilizzo della mascherina: l’uso della mascherina non dovrebbe essere un discorso ideologico ma deve essere basato sulla protezione della salute, specialmente per le persone fragili. È un mito pensare che la mascherina non sia efficace o che sia inutile. Alcune situazioni, come negli ospedali, ne richiedono l’uso costante per proteggere i pazienti.
    • Automedicazione responsabile: l’automedicazione dovrebbe essere basata su informazioni accurate. È importante leggere attentamente il foglietto illustrativo e ottenere informazioni da fonti autorevoli e non basarsi solo su consigli non verificati. 
    • Vaccinazioni a lunga copertura: le vaccinazioni sono essenziali per la prevenzione di malattie infettive, ma è un mito pensare che una singola vaccinazione possa proteggere in maniera permanente. Spesso sono necessari richiami per mantenere una copertura adeguata contro le malattie, compresi i vaccini antinfluenzali, ma questo non vuol dire che non siano efficaci. 
    • Corretto utilizzo degli antibiotici: un altro mito molto diffuso è l’uso di antibiotici in caso di infezioni respiratorie, perché al 99%, almeno all’inizio, è virale, e gli antibiotici sono inefficaci contro i virus. Un loro uso può portare a resistenza batterica e non dovrebbe essere fatto senza una diagnosi appropriata da parte di un professionista sanitario. 
    • Maggiore resilienza: naturalmente siamo portati alla sopravvivenza di fronte a esperienze negative e impegnative come quella della pandemia. È naturale anche dimenticarsene, una volta superate. È invece fondamentale fare memoria di quanto accaduto per ricordare anche le misure messe in atto che ci hanno portato a essere più resilienti. 
    • Evitare le estremizzazioni: nessuna piattaforma di comunicazione dovrebbe essere strumentalizzata per fini diversi da quello dell’educazione. Una maggiore coerenza tra le informazioni che vengono veicolate potrebbe comportare una maggiore consapevolezza dei rischi e una conoscenza più approfondita. È fondamentale evitare di cadere in estremismi e cercare un equilibrio nelle discussioni pubbliche e nelle comunicazioni istituzionali. La politica di minimizzazione o l’uso di una comunicazione spettacolarizzata possono contribuire a dividere ulteriormente le persone. La collaborazione tra professionisti sanitari, ricercatori e comunicatori è fondamentale per garantire una vaccinazione diffusa e una migliore gestione delle future sfide legate alla salute pubblica. 
    • Riconoscere il ruolo del farmacista e dei medici di medicina generale: i farmacisti svolgono un ruolo cruciale nell’assistenza sanitaria, poiché sono spesso il primo punto di contatto per i pazienti che cercano consulenza su farmaci e problemi di salute. D’altra parte, i medici di medicina generale sono gli attori principali nella gestione a lungo termine della salute dei pazienti. Sono in grado di diagnosticare, trattare e monitorare una vasta gamma di condizioni mediche, coordinando spesso le cure e garantendo una visione d’insieme della salute dei pazienti. Riconoscere il valore di queste figure professionali significa garantire un’assistenza sanitaria completa e di qualità, migliorando la salute e il benessere delle comunità.
    • Riconoscere l’importanza della vaccinazione: molte persone hanno già compreso l’importanza della vaccinazione, ma è essenziale continuare a educare e informare il pubblico, anche considerando la compresenza di virus come l’influenza e il SARS-CoV-2 in questa stagione. 
    • Utilizzo corretto dei farmaci di automedicazione: l’automedicazione può aiutare a gestire sintomi lievi e comuni, ma è fondamentale che venga effettuata in modo responsabile, rispettando dosaggi e indicazioni, e che in caso di sintomi gravi o persistenti ci si rivolga a un medico.