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Lividi o ecchimosi, come si formano e perché cambiano colore 

Lividi o ecchimosi, come si formano e perché cambiano colore

Basta poco: una semplice disattenzione, in casa come all’aperto e poi arriva la “botta” contro un mobile se ci si trova in casa o in ufficio, o magari a causa di una caduta o un piccolo trauma quando si cammina in campagna o si corre in città.

Il dolore è improvviso e la zona lesa comincia a gonfiare. Poi, per la rottura dei vasi sanguigni sottostanti all’area interessata compare il livido, altresì detto ecchimosi.

Nei traumi più intensi, come può accadere ad esempio per la lesione di un legamento del ginocchio o della caviglia mentre si fa sport, si può presentare addirittura un ematoma, per lo stravaso di sangue all’interno dell’articolazione.

Insomma: le potenziali lesioni dopo la classica “botta” o dopo la sofferenza dei tessuti in seguito ad un trauma possono essere diverse. Cerchiamo di capire cosa accade.

Perché si formano i lividi

Il corpo umano, in tutte le sue infinite diramazioni, deve essere rifornito di sangue e nutrimento. A questo provvedono i vasi sanguigni: il prezioso liquido vitale corre attraverso le arterie, passa attraverso i capillari sempre più piccoli, ritorna al cuore con le vene. E si ricomincia.

Quando subiamo un trauma che non sia il classico taglio (in questo caso il sangue esce verso l’esterno ed occorre invece che si formi la crosta tipica del processo di coagulazione) può accadere che negli strati sottostanti l’epidermide si rompa un vaso. E se il sangue non trova la strada verso l’esterno, tende ad accumularsi all’interno.

Nasce così il livido o, meglio, in termini scientifici, l’ecchimosi che rappresenta, quindi, la manifestazione di una lesione interna dei vasi. In base all’entità del danno, poi, si possono avere gonfiori più o meno pronunciati e quindi danni (con annesso dolore) più o meno intensi.

Da cosa dipende il colore dell’ecchimosi?

Una volta formatosi, il livido cambia il colore. Il motivo è semplice ed è legato al trascorrere del tempo: nei giorni successivi all’evento il colore dell’ecchimosi passa dal rosso cupo iniziale al bluastro. Poi addirittura assume un colorito giallognolo.

Il mutamento cromatico non esprime l’aggravarsi della situazione ma, al contrario, è dovuto al riassorbimento dell’emoglobina presente nei globuli rossi del sangue uscito dai vasi, fino al completo riassorbimento della lesione. 

Sul fronte dei sintomi, l’ecchimosi può dare un lieve dolore al tatto e una sensazione di indurimento nell’area interessata

Come distinguere un semplice livido da un ematoma

Come sappiamo per esperienza, quando, in seguito ad una caduta, prendiamo una “botta”, la parte colpita si gonfia e si arrossa, anche se non c’è lacerazione dell’epidermide. In ogni caso, dopo una contusione o un trauma i vasi sanguigni possono rompersi, facendo fuoriuscire del sangue.

Se lo stravaso ematico non è localizzato ma il liquido si diffonde in un’ampia zona (almeno due/tre centimetri di diametro) non si parla più di livido (o ecchimosi) ma di ematoma.

L’ecchimosi è il “figlio” più piccolo dell’ematoma. Infatti, è l’intensità della lesione e il conseguente danno a fare la differenza. Sebbene anche l’ematoma rappresenti una lesione superficiale dei vasi, in caso di violenta contusione ed ematoma particolarmente esteso, va valutato il danno sottostante alla lesione, rivolgendosi dunque ad un medico.

Infatti il medico, nei casi più seri, accerta se dietro all’ematoma ci può essere una lesione di muscoli, articolazioni o addirittura ossa.

Come affrontare il dolore associato all’ecchimosi o all’ematoma

Cosa fare quando ci sono le macchie viola sulla pelle? Una volta accertato che non si ha una lesione importante all’apparato muscolo-scheletrico (questo è compito successivamente del medico) la prima misura da prendere è applicare una sorgente di freddo sull’area colpita.

Le basse temperature esercitano, infatti, una potente azione sulla circolazione riducendo il flusso ematico ai vasi lesionati e quindi evitando che lo stravaso di sangue assuma dimensioni maggiori. Nello stesso tempo è basilare mettere a riposo la parte lesa.

I farmaci di automedicazione possono essere di grande aiuto: l’uso di farmaci eparinoidi e composti ad azione protettiva dei capillari possono accelerare il processo di riassorbimento del sangue fuoriuscito dai vasi mentre l’uso di medicinali ad azione analgesica e antinfiammatoria può aiutare in caso di lesione più seria ed ematoma.

Un’ultima raccomandazione: tenete presente la possibilità di una fotosensibilizzazione in caso di utilizzo di farmaci per uso topico: l’esposizione al sole può dar luogo a reazioni, per cui è importante proteggere dai raggi con i vestiti le zone trattate e leggere sempre il foglietto illustrativo per un uso corretto dei medicinali, chiedendo sempre consiglio al farmacista o al medico in caso di dubbio.