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Mal di pancia in vacanza, che disdetta!

Tempo di lettura: 5 minuti
mal di pancia in vacanza
Mal di pancia, scariche di diarrea, stomaco in disordine, qualche linea di febbre e soprattutto, vacanze rovinate. Possono essere queste le conseguenze di un pic-nic in campagna o di una giornata al mare, anche per colpa delle “diverse” abitudini alimentari estive che ci portano a consumare sandwich o alimenti non proprio perfettamente preparati o conservati. Sia come sia, con l’arrivo dell’estate, aumentano anche i rischi di infezioni legate agli alimenti. A soffrirne sono soprattutto i bambini, perché non hanno ancora sviluppato un sistema immunitario sufficientemente robusto. Sia chiaro, non si parla di cose macroscopiche: apparentemente i cibi che portiamo alla bocca sembrano perfetti e a volte l’occhio ci inganna. Spesso la presenza di microrganismi pericolosi non è evidente, infatti gli alimenti contaminati possono mantenere le loro solite caratteristiche di colore, odore e sapore. Consumare un alimento solo perché ha un bell’aspetto non è però una garanzia di cibo sano e non è sufficiente a evitare il rischio di infezioni per quanti lo ingeriscono. Peraltro, sono davvero tante le fasi in cui si può consentire ai batteri di svilupparsi all’interno di un cibo. Infatti, gli alimenti possono poi essere contagiati durante la preparazione se si manipolano con le mani sporche, se si usa acqua non potabile, se si pone l’alimento a contatto con superfici di lavoro, utensili e contenitori non puliti e se li si trasporta senza le dovute accortezze soprattutto durante le giornate estive. Più in generale, proprio l’aumento delle temperature ne favorisce l’alterazione: con il caldo germi e virus possono attaccare il cibo più facilmente. Come difendersi? Ricordato che nella maggior parte dei casi, per fortuna, i piccoli problemi di salute possono essere affrontati senza particolare stress, ecco qualche consiglio.

Attenzione alle infezioni da virus

infezioni

Il “mal di pancia”, accompagnato spesso da diarrea e a volte da vomito è il sintomo più frequente e preoccupante nei bambini in estate. L’aumento della temperatura tipico della stagione estiva facilita infatti la crescita, lo sviluppo e la diffusione di virus in grado di causare una gastroenterite. Si tratta di un’infezione che si diffonde nello stomaco e nell’intestino portata per lo più da virus come rotavirus, adenovirus, virus coxsackie, virus Echo. I sintomi sono classici: dal forte mal di pancia alla diarrea, dalla febbre fino a disturbi respiratori come tosse e mal di gola. Questo tipo di “doppia azione” anche su bronchi e gola non è però tipica di tutti questi virus enterici, perché si verifica più comunemente dopo infezioni da virus coxsackie ed Echo. Tutti questi ceppi virali hanno in comune però altri elementi: prima di tutto il tempo di incubazione relativamente breve, i sintomi prendono infatti il via entro cinque – sette giorni dal momento del primo contagio. E soprattutto, vista l’estrema diffusibilità di questi virus, molti dei quali passano da un individuo all’altro attraverso il semplice contatto, l’infezione tende a diffondersi a grande velocità tra tutti coloro che sono in rapporto con chi sta sviluppando l’infezione. In genere, tutto passa entro pochi giorni, anche grazie all’utilizzo di farmaci sintomatici di automedicazione (antidiarroici e farmaci contro il vomito e il mal di pancia). Ma prima di tutto, semaforo verde per il riposo. Sul fronte dell’alimentazione, che può riprendere tranquillamente dopo le prime sei – otto ore dall’inizio dei sintomi, può essere sufficiente qualche giorno di dieta con riso, patate bollite e limone in caso di diarrea, per evitare di affaticare l’intestino.
tossinfezioni alimentari
Magari con un “aiuto” sotto forma di microorganismi antidiarroici a base di lieviti o lattobacilli che reintegrano la flora batterica eventualmente alterata. Per gli adulti come per i bambini, non bisogna sforzarsi di mangiare anche se reintegrare i liquidi persi attraverso vomito e diarrea è molto importante. Se i disturbi colpiscono i più piccoli, non bisogna preoccuparsi troppo se il bimbo non ha fame per 1-2 giorni e se diventa necessario saltare un pasto. Fondamentale è quindi bere, anche per evitare i problemi legati al caldo. Succhi di frutta, spremute e tè freddo zuccherato vanno benissimo per far fronte ai virus estivi.

Le precauzioni a tavola

regole infezioni alimentariPer frenare i rischi di tossinfezioni alimentari, in termini generali, basterebbe seguire le cinque regole dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che nel 2004 ha predisposto questi comandamenti per avere cibi più sicuri:

  1. Mantenere le mani e le superfici pulite
  2. Separare bene gli alimenti crudi da quelli cotti
  3. Cuocere bene gli alimenti
  4. Mantenere e conservare i cibi a temperature idonee
  5. Usare acqua e ingredienti crudi sicuri 

Seguendo queste semplici indicazioni si può giocare d’anticipo sulle tossinfezioni alimentari più diffuse dalle nostre parti. Particolarmente importante è, ad esempio, la temperatura di conservazione degli alimenti: per eliminare i germi con la cottura occorrerebbe superare i 65 gradi, mentre quando si deve mettere il cibo al fresco sarebbe necessario scendere sotto i cinque gradi. Così facendo si limita la possibile riproduzione dei germi eventualmente presenti nel cibo. Molto spesso invece si conservano i piatti, ad esempio le torte di verdura, a temperatura ambiente che in estate può significare comunque intorno ai 35-40 gradi, per un rapido consumo che a volte non si verifica. Fondamentale, poi, è lavarsi più volte al giorno le mani, atto da compiere sempre prima di maneggiare gli alimenti. Il “nemico” più diffuso, almeno da noi, si nasconde, infatti, soprattutto nelle mani. Si chiama stafilococco aureo ed è un germe che spesso vive sulla pelle, per poi trasferirsi agli alimenti che vengono manipolati. In caso di consumo di alimenti contaminati, provoca una forte diarrea, a volte accompagnata da nausea e vomito, che dura in genere poche ore. Ovviamente il batterio si trasmette all’alimento attraverso il contatto con le mani e si riproduce a grande velocità se trova le condizioni termiche ideale per replicarsi. Altrettanto temibile è l’infezione causata dai diversi tipi di salmonella, che è sicuramente più pericolosa e può dare oltre ai sintomi intestinali anche un rialzo della temperatura, con la febbre che dura per alcuni giorni. In questo caso vengono frequentemente messe sotto accusa le uova utilizzate a crudo, ad esempio per creme o maionese, perché il batterio può albergare anche sulla buccia. Infine, bisogna prestare attenzione a non avvicinare carni crude, in particolare quella del pollo, ad alimenti già cucinati oppure impiegare lo stesso coltello per tagliarli. Esiste il rischio che eventuali batteri presenti nella carne cruda possano contaminare l’alimento già cucinato e quindi si sviluppino al suo interno.

La risposta dall’automedicazione

Se nelle forme più intense dei disturbi è sempre necessario il consiglio del medico, per combattere i piccoli fastidi legati all’assunzione di cibo non proprio salubre i farmaci di automedicazione rappresentano uno strumento estremamente utile. Ad esempio in caso di diarrea passeggera si può ricorrere all’impiego di microrganismi antidiarroici o a farmaci che agiscono sulla motilità dell’intestino. In caso di febbre, i farmaci ad azione antipiretica disponibili in automedicazione agiscono direttamente sul centro di regolazione del calore che si trova nel sistema nervoso centrale. La loro azione è molto rapida e comporta un calo della temperatura corporea con abbondante sudorazione. Questi farmaci possono essere assunti anche più volte al giorno, se si presenta la necessità di far scendere la temperatura. Infine, per nausea e vomito esistono farmaci antiemetici molto efficaci, che possono aiutarci a recuperare rapidamente il benessere e a ripartire freschi per i giorni di vacanza che ci aspettano. 

Il decalogo per la prevenzione delle tossinfezioni alimentari

dossier tossoinfezione

  • Gli alimenti deperibili debbono essere messi in frigo (a non più di 5 gradi) entro due ore dall’acquisto o dalla preparazione.

  • I cibi caldi da conservare vanno fatti raffreddare a temperatura ambiente e poi messi in frigo entro due ore.

  • Preparare i piatti, se possibile, al momento del consumo: se si riutilizzano cibi cotti conservati in frigo meglio riscaldarli ad almeno 70 gradi per qualche minuto.

  • I cibi scongelati vanno cotti il più rapidamente possibile, specie se si impiega il forno a microonde.

  • Uova e alimenti che ne contengono, così come carni e pollame a pezzi grandi, debbono raggiungere temperature interne elevate.

  • Cuocere i molluschi bivalvi per alcuni minuti dopo l’apertura delle valve: minor rischio si ha in genere evitando di consumare frutti di mare crudi o poco cotti.

  • Usare superfici di lavoro diverse per i prodotti da preparare e per i prodotti pronti per il consumo, non mescolando coltelli e altri attrezzi.

  • Lavare coltelli, taglieri e superfici di preparazione degli alimenti con acqua bollente e sapone dopo il contatto con carne, in particolare pollame e prodotti della pesca crudi.

  • Isolare frutta e verdura fresche non lavate e lavare in acqua corrente le superfici esposte prima di procedere al taglio e ad altre operazioni di preparazione.

  • Lavare sempre la frutta e la verdura prima del consumo con acqua potabile.

Fonte, CNRA Istituto Superiore di Sanità