Olio di lucerna, ogni male governa
Troppo fa male. Un grammo d’olio, sia esso d’oliva ma anche di semi o di mais (non cambia nulla), dà all’organismo nove calorie. Quindi, se si esagera con i condimenti ricchi di lipidi, aumenta il rischio di sovrappeso e obesità. A dosi controllate però l’olio extravergine d’oliva, alimento principe della dieta mediterranea, può davvero aiutarci a mantenere il benessere. Infatti, combatte l’innalzamento del colesterolo cattivo, quello chiamato LDL, legato cioè alle lipoproteine che tendono a trattenere il grasso all’interno dei vasi sanguigni, facilitandone il deposito e quindi aumentando il pericolo che si formino placche aterosclerotiche. Insomma come dicevano i nostri nonni, “olio di lucerna, ogni male governa”, vecchio detto che rivela come l’olio sia da sempre un caposaldo delle cure tradizionali. E non solo per i meccanismi che abbiamo citato, frutto della ricerca moderna.
Fin dai tempi più antichi l’olio d’oliva è stato usato come “farmaco” contro moltissime malattie e disturbi, sia assunto per bocca, sia applicato localmente sulla pelle o sulle mucose, sia caldo, che tiepido, che freddo. Il tutto perché nelle olive, nel loro olio e nelle foglie della pianta, oltre agli acidi grassi, ci sono altri composti potenzialmente in grado di influire sul benessere. Ad esempio, nell’olio ci sono prostaglandine, sostanze che limitano la coagulazione del sangue, la cinconidina, che abbassa la febbre, gli steroli, grassi che formano le membrane cellulari ed entrano nella formazione degli ormoni, glucosidi delle foglie dell’ulivo che possono abbassare la pressione. In più ci sono gli acidi grassi che, oltre a dare energia, legano le vitamine liposolubili (A, D, E e K) favorendone l’assimilazione.
Tanti sono, insomma, i possibili “effetti curativi” dell’olio. In dermatologia, ad esempio l’olio è stato sfruttato soprattutto per l’azione della vitamina K, che facilita la coagulazione. Un tempo, quando si doveva estrarre una spina o una scheggia l’associazione tra aglio e olio viene sfruttata per disinfettare e limitare, allo stesso tempo, grazie all’effetto coagulante dell’olio, la fuoriuscita di sangue. L’azione dell’olio veniva anche sfruttata per contrastare la crosta lattea dei bambini e, erroneamente, contro la calvizie. In entrambi i casi l’olio veniva applicato direttamente sul cranio con azione detergente ed emolliente, volta a “riformare” la patina lipidica della cute, con efficacia per la crosta lattea. Da evitare, invece, l’impiego dell’olio, come rimedio, ancora abbastanza diffuso, contro le ustioni visto che l’olio non lasciando respirare la pelle, ritarda la rigenerazione del tessuto danneggiato che avviene grazie all’ossigeno.
Sul fronte delle infezioni, si diceva che guardare con l’occhio colpito da orzaiolo dentro una caraffa piena d’olio bastava a guarire la lesione. In realtà, si tratta di una leggenda popolare ma che prende spunto dall’azione emolliente e antiinfiammatoria dell’olio di oliva, le stesse proprietà che spiegano l’utilizzo popolare di cotone intriso con olio tiepido da inserire nell’orecchio contro l’otite. Infine, ricordiamo che l’olio è un ideale lassativo naturale: assunto per via orale lubrifica l’intestino, facilita la formazione delle feci e la loro espulsione.
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