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Sonno arretrato: perché non si recupera più?

Sonno arretrato, così disturba la vita
Tempo di lettura: 2 minuti

Cosa succede se non si recupera il debito di sonno? 

Sono tanti i sintomi del debito di sonno, derivanti da una sorta di “accumulo” di ore di riposo perdute che, alla fine, si scontano in termini di benessere: si è irritabili, a volte compare un leggero mal di testa, soprattutto verso la nuca, diventa difficile concentrarsi, al lavoro come a scuola. Questo accade soprattutto (ma non solo!) nelle prime ore del pomeriggio, quando alla carenza di riposo notturno si associa il “furto” di sangue e ossigeno che si sposta dal cervello verso lo stomaco per la digestione

Perché dormo poco (e male)?

Col tempo, fare le ore piccole e poi svegliarsi regolarmente quando la sveglia suona induce una serie di modificazioni del benessere con una serie di sintomi come quelli sopracitati. Riposare il giusto è invece fondamentale: il sonno è una vera e propria terapia di benessere per ognuno di noi e fare le ore piccole, a qualunque età, non è mai una buona scelta e lo è ancora di meno se diventa un’abitudine.

Dormire male e poco può avere un impatto significativo sullo stato di salute generale e sulla qualità della vita di una persona, portando a disturbi del sonno e in alcuni casi anche all’insorgere di insonnia cronica. E non pensate di porre rimedio al debito di sonno con overdose occasionali di recupero. A differenza di quanto si può pensare, le ore di sonno perse non si “riprendono” rimanendo sotto le coperte per molte ore il giorno dopo o nel fine settimana. Per questo è importante preservare la qualità e la quantità del riposo. 

Le conseguenze della mancanza e dell’eccesso di sonno

Ma quante ore è necessario dormire ogni notte? Deve essere chiaro. Sia dormire troppo poco, magari 4 ore o poco più per notte, sia rimanere a riposare con le palpebre chiuse per 12 ore, non fa bene. Una buona qualità del sonno è fondamentale per diverse ragioni, prima fra tutte per il benessere fisiologico del cervello, il quale, grazie al riposo, riesce a ridurre le ansie e l’attività che lo pone sotto stress durante tutto il giorno. Perché il cervello possa quindi svolgere al meglio le funzioni necessarie a garantire l’efficienza delle attività cognitive nel corso delle ore di veglia, è fondamentale dormire con regolarità e per la giusta durata ogni notte (la media è di 7-8 ore, ma la durata può variare in relazione al tempo e all’età).

Tra i sintomi della carenza di sonno protratta c’è, ad esempio anche la difficoltà a ricordare, legata ad un inefficace meccanismo di pulizia del cervello che non riesce ad eliminare ciò che ha accumulato e che non serve. Se dormire poco può generare problemi di concentrazione, stanchezza e irritabilità, che non vanno sottovalutati (ma che possono essere controllati al meglio restaurando sane abitudini di riposo) anche dormire troppo può non essere salutare, con la conseguenza che, proprio quando vorremmo e dovremmo sentirci più riposati e rilassati, avvertiamo una sensazione di malessere fisico e mentale. Le “overdose” di recupero del sonno perduto quindi non servono, e a volte sono addirittura controproducenti.

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