Quali sono i sintomi della scarlattina? Contagio, cure e rimedi
SBEA o SBEGA. Sapete cosa significa? Stiamo parlando di una sigla microbiologica ben nota agli esperti che lavorano in laboratorio ma che bisognerebbe conoscere. SBEA o SBEGA sta per Streptococco β-emolitico di gruppo A, il batterio responsabile della faringite streptococcica e, soprattutto, della scarlattina. In pratica, un agente patogeno fastidioso che genera una infezione per la quale non si crea immunità e contro il quale non esiste ancora un vaccino.
Faringite streptococcica e scarlattina
Lo Streptococco β-emolitico di gruppo A è responsabile di circa 1 caso su 4 di faringo-tonsillite in età pediatrica e interessa principalmente i bambini in età scolare e gli adolescenti. Lo Streptococco β-emolitico di gruppo A che causa la faringo-tonsillite streptococcica è il medesimo che causa la scarlattina. Si ha scarlattina solo quando lo Streptococco β-emolitico di gruppo A produce alcune una sostanza “velenosa” detta tossina pirogenica.
L’infiammazione alla gola con febbre alta è tipica di entrambi i quadri. La scarlattina, tuttavia, si caratterizza per eruzione cutanea estesa, come è tipico di tutte le malattie esantematiche di cui la scarlattina fa parte. Si stima che un bambino su dieci colpito da faringite streptococcica svilupperà la scarlattina.
Cos’è la scarlattina e come si prende
La scarlattina è legata all’azione delle esotossine prodotte dal batterio streptococco piogeno β-emolitico di gruppo A. Sono queste tossine responsabili della comparsa dei segni e dei sintomi classici dell’infezione. La scarlattina è quindi una malattia infettiva di tipo esantematico e il contagio può avvenire attraverso vie diverse. Più facilmente l’infezione passa da una persona all’altra attraverso le cosiddette goccioline di Flugge. Si tratta di quelle goccioline, spesso impercettibili, che possiamo emettere da naso e bocca mentre parliamo, tossiamo o starnutiamo. In qualche modo quindi il contagio ripete il quadro che si osserva classicamente quando si parla di raffreddore, influenza o malattie infettive delle alte vie respiratorie. Attenzione però: bisogna osservare con cura anche l’ambiente domestico. Infatti, la scarlattina si può propagare anche attraverso un contagio indiretto con la manipolazione degli oggetti utilizzati dai pazienti malati come asciugamani, stoviglie, lenzuola, termometri. Insomma, osservare le norme igieniche fondamentali è basilare per ridurre i rischi di diffusione dell’infezione.
I sintomi della scarlattina
Molto tipica è, come detto, l’infiammazione della gola, che si manifesta come una faringite, con la comparsa di placche in gola, arrossamento delle tonsille e puntini arrossati sul palato, accompagnata da un elevato rialzo febbrile. Le ghiandole linfatiche che si trovano in prossimità del collo tendono a gonfiare e quindi a farsi più grandi e spesso doloranti. Insieme alla febbre, si possono manifestare anche mal di testa e vomito.
Nella scarlattina la lingua tende prima a ricoprirsi di una patina bianca, poi ad arrossarsi e, nel desquamarsi, a diventare color fragola. A questo quadro, si unisce l’esantema. La scarlattina si manifesta con lesioni che si palesano sulla pelle, sotto forma di eruzione cutanee, e sulle mucose. In genere l’esantema si caratterizza per macchioline rosse, di color scarlatto (da cui il nome della malattia) molto piccole che durano pochi giorni ma che dal torace si espandono anche agli arti e al viso dove si possono avere le macchie che sul volto assumono il classico contorno della maschera di Filatow: si tratta di una tipica conformazione delle lesioni che non compaiono intorno al naso, alla bocca e sul mento ma nel resto del visto ricordando, appunto, una maschera.
La scarlattina può colpire anche gli adulti
Lo streptococco piogene di gruppo A non genera un’immunità protratta. Quindi la scarlattina si può “fare” più volte, anche negli adulti. Va comunque detto che si tratta della tipica patologia dell’asilo e della scuola elementare. In termini generali, infatti, i casi si concentrano tra i 3 e i 12 anni. È rara prima di quel periodo ed è davvero poco frequente nell’adulto. Sia nei grandi che nei piccini, peraltro, la scarlattina viene sospettata dal medico con la diagnosi clinica viste le caratteristiche dell’esantema e quanto può emerge dalla visita. A volte, in presenza di febbre elevata e mal di gola, per confermare la situazione può servire il tampone faringeo che aiuta a verificare la presenza dello streptococco. Il test rapido, effettuato nell’ambulatorio del pediatra ma anche direttamente a casa (i tamponi sono di facile utilizzo e sono disponibili al banco del farmacista) consente di avere un risultato in pochi minuti e decidere così la terapia più appropriata.
Come curare e prevenire la scarlattina
Visto che si tratta di un’infezione batterica, il medico, e solo lui, può indicare un trattamento antibiotico. In genere la patologia tende a risolversi rapidamente, dopo 24-48 ore di antibiotico: la febbre scompare e il bambino può tornare in comunità. Il consiglio, sempre salvo situazioni particolari da far valutare al proprio pediatra curante, è di fare il tampone faringeo ai contatti stretti (e non ai contatti dei contatti) e se positivi alla ricerca dello streptococco, di fare terapia antibiotica. In ogni caso la malattia non è molto contagiosa e per ridurre i casi servono le comuni norme di igiene personale e ambientale mentre si sconsiglia l’esecuzione a tappeto di tamponi faringei ai bambini sani, salvo casi specifici. Il medico è la guida in questo senso.
Per il resto bisogna puntare sulla prevenzione, quando è presente in famiglia o in comunità un caso di infezione. Come? Attraverso adeguate misure igieniche. Occorre che i bambini si lavino bene le mani, perché questo riduce in modo drastico l’insorgenza di questa e di moltissime altre malattie. È molto importante anche spiegare loro come starnutire e come tossire per non contagiare gli altri, insegnandogli a non tossire o starnutire nella mano con la quale poi toccano giocattoli, mobili o oggetti disseminando virus e batteri ma in un fazzoletto monouso da gettare via.
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