Epistassi, cosa fare quando esce il sangue dal naso
A volte compare di colpo, con un flusso che allarma. In altri casi ci si trova il fazzoletto con qualche leggera striatura di sangue. O ancora ci si accorge che il muco, dopo un solenne starnuto, è arrossato. Sono tante le modalità con cui si può presentare l’epistassi, ovvero la perdita di sangue dal naso. Molto spesso il quadro è legato alla rottura di piccoli capillari presenti all’interno del naso. Ma possono esistere anche altre cause per questo fenomeno. Nella maggior parte dei casi l’epistassi è appunto episodica. Ma ovviamente se il sintomo persiste, bisogna chiedere informazioni sul comportamento da tenere al medico.
Cos’è l’epistassi e quali sono le possibili cause
Perdere sangue dal naso può capitare a tutti e si tratta di una situazione comune e frequente. In chi presenta una particolare fragilità dei piccoli vasi, come capita nei bimbi più piccoli, può bastare mettersi le dita nel naso per dare il la al fastidio. Il motivo di questa predisposizione soprattutto nei più piccoli sta nel fatto che esiste un’area circoscritta nella parte anteriore del setto nasale, chiamata locus valsalvae, in cui molti piccoli vasi si incontrano e che tendono a rompersi facilmente. Tuttavia, non bisogna credere che le cause siano da ricercare solamente in componenti meccaniche, come appunto piccoli traumi, magari perché ci si soffia il naso con particolare violenza. A volte la perdita del sangue dalle narici deriva da un improvviso aumento della pressione dell’area dei vasi del naso, magari legato anche solamente ad uno sforzo fisico intenso. Anche le infiammazioni nasali come le riniti, possono dar luogo a leggere perdite di sangue, derivanti dagli eccessivi starnuti oltre che da un soffiarsi il naso troppo energico. In queste situazioni la mucosa può soffrire e, specie se si capillari sono deboli, si possono avere perdite di sangue.
Quando preoccuparsi se si perde sangue dal naso
Come abbiamo visto, l’epistassi è spesso occasionale e tende ad auto-risolversi. Bisogna però prestare attenzione se l’emissione di sangue dal naso si correla alla presenza di specifiche patologie generali. Ad esempio, in questo senso, la possibilità che l’epistassi sia legata a un aumento repentino della pressione arteriosa deve far richiedere il consulto del medico per la patologia di base, come del resto può accadere in caso di aterosclerosi generalizzata, difficoltà di funzionamento del fegato, presenza di lesioni come polipi nasali che possono diventare responsabili del “segno” sanguinamento. Per il resto, non bisogna dimenticare che normalmente è solo una narice a sanguinare e che, se sanguinano entrambe le narici, specie negli adulti, occorre sempre avere un livello di preoccupazione più elevato perché il problema potrebbe non riguardare la mucosa nasale.
Cosa fare in caso di epistassi: l’autotamponamento (e non solo)
Quando si inizia a perdere sangue dal naso ci sono contromisure utili da prendere e altre che, pur essendo spesso ancora adottate, fanno parte di tradizioni che non hanno un particolare significato. In questo senso è importante ricordare che è d’aiuto la compressione laterale della narice dal lato in cui si perde sangue. L’autotamponamento, ovvero la chiusura delle narici per alcuni minuti con le dita può rivelarsi utile. In pratica, associando questa semplice attività di “contenimento” al reclinare la testa verso il basso, si può sperare di bloccare il flusso di sangue poiché, così facendo si favorisce anche un processo “meccanico” di coagulazione del sangue. Con questa semplice misura, quindi, si può arrivare dopo qualche minuto a soffiare (delicatamente) il naso e di conseguenza a espellere anche il piccolo grumo di sangue eventualmente formatosi.
Veniamo ora alle cose che non hanno un particolare significato. Ad esempio, occorre innanzitutto evitare di mettere la testa indietro, come, invece, spesso si fa nel tentativo di bloccare, con questa posizione, il flusso di sangue. Non è utile e anzi può essere controproducente. Si rischia che il sangue possa essere deglutito e magari finisca nello stomaco, arrivando magari a stimolare anche la nausea. Sempre sul fronte delle iniziative non propriamente produttive, ricordate che non ha significato applicare del ghiaccio sul naso nel tentativo di fermare la fuoriuscita di sangue, anche se spesso si fa così. Magari, una garza bagnata con acqua tiepida potrebbe risultare più efficace. Sul fronte dei trattamenti, poi, non bisogna dimenticare l’utilità dei presidi di primo soccorso per bloccare l’epistassi e magari proteggere i vasi delle narici, riducendo il rischio di nuovi episodi. In questo senso esistono pomate, creme o unguenti che possono avere una doppia azione: da un lato aiutano a controllare l’epistassi, riducendo, quindi, durata e intensità del sanguinamento, dall’altro possono favorire il rinforzo della parete dei capillari, aiutando a rendere meno probabile un nuovo episodio di epistassi.
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