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SCIvolando con gli sci….

Tempo di lettura: 7 minuti
SCIvolando con gli sci

Che sciare sia una buona abitudine, per chi ama gli sport invernali, va da sé. Oltre che aiutare a tenere in forma il fisico, muoversi sulla neve può addirittura aiutare a mantenere il benessere psicologico. Non ci credete? Pensate che c’è uno studio che dimostra che si tratta di una valida opportunità per ritrovare la felicità e sentirsi meglio. A lanciare questa sorta di inno agli sport invernali e ai loro benefici effetti sull’organismo è una ricerca condotta nella Corea del Sud, apparsa su Applied Research in Quality of Life. Lo studio ha preso in esame 126 sciatori classici, 112 amanti dello snowboard e 41 persone che si muovevano con tranquillità sia sugli sci che sulle tavole. Il risultato è che muoversi sulla neve è fonte di allegria e benessere, con un effetto ancor più alto per chi scende con gli sci ai piedi. Il motivo? Probabilmente muoversi in ambienti così belli e consumare calorie in un modo gratificante aiuta a sentirsi maggiormente allegri e sereni. Sia chiaro. Questa ricerca è solo l’ultima di una lunga serie che ha preso in esame gli effetti benefici degli sport invernali sull’organismo e sulla psiche umana. Ma se calzare scarponi e armarsi di racchette può aiutare a sentirsi più in forma, non bisogna dimenticare che dietro l’angolo possono nascondersi insidie per la salute e la sicurezza, soprattutto se non si seguono le norme preventive fondamentali come indossare il casco, seguire le piste tracciate, evitando i fuoripista, e preparare adeguatamente il corpo affinché risponda a dovere alle sollecitazioni delle piste. Poi ci sono altri potenziali nemici, cui prestare attenzione, come l’esposizione eccessiva al sole senza protezione e un’alimentazione poco congrua. Pronti a partire per capire come “godere” delle sciate in libertà senza problemi? Ecco tutti i consigli utili.

 Attenzione ai traumi

I piccoli infortuni, purtroppo, sono all’ordine del giorno quando ci si trova sulle piste. Per questo è fondamentale prepararsi con cura ad un’attività fisica impegnativa come lo sci a tutte le età. Prima di scendere in pista è consigliabile prendere qualche misura preventiva per limitare i rischi, magari legati alla lunga inattività di settimane passate alla scrivania, di danni o disturbi al sistema muscolo-scheletrico e quindi alle articolazioni, ai muscoli, ai tendini. Occorre, quindi, allenarsi PRIMA, sfruttando la palestra o mettendosi di impegno a fare a casa, semplici esercizi di ginnastica presciistica. Lo sci alpino classico “carica” lo sforzo soprattutto sulle ginocchia e sui legamenti, che possono inoltre essere particolarmente  “stressati” dalla necessità di spostare improvvisamente il peso del corpo di fronte scendendo lungo una pista nera oppure per evitare un ostacolo improvviso. Le discipline più moderne, come lo snowboard che raccoglie un numero sempre maggiore di estimatori,  tendono invece a mettere a dura prova anche altre parti del corpo. Per prepararsi alla classica “sciata”, comunque, occorre prima di tutto rinforzare i legamenti delle ginocchia, per evitare distrazioni, cioè piccole lesioni dei fasci legamentosi,  o peggio distorsioni. Oltre agli esercizi di stretching necessari per distendere i muscoli della coscia e del polpaccio, quindi, è utile anche tentare di  “irrobustire” i legamenti e i tendini. Ad esempio “scaldando” queste strutture, con esercizi che rendono più solido di fronte agli sforzi il quadricipite, muscolo della coscia che può anche “supportare” l’attività dei legamenti nel caso questi siano deboli. Anche per chi preferisce il carving queste attività presciistiche sono indicate, perché, anche nel carving, si tende a “caricare” lo sforzo sulle ginocchia. Infatti le curve che si impongono in questa disciplina sono generalmente più ampie rispetto a quanto accade con gli sci tradizionali. E proprio durante questi larghi passaggi sulla pista il ginocchio permane “ruotato” per diversi secondi, ed in sequenza rapida e alternata. Per cui il peso del corpo si sposta rapidamente da un lato all’altro, mettendo a dura prova i legamenti. La spalla e la colonna vertebrale sono invece le parti più frequentemente “colpite” da incidenti per chi fa snowboard. In questo caso, quindi, oltre a potenziare ossa e tendini di ginocchia e caviglie, bisogna proteggere con cura la spalla. Si possono infatti raggiungere velocità elevate, e ad ogni curva bisogna mantenere l’equilibrio sfruttando il peso del corpo. Ed è forse la specialità che richiede la maggior prontezza di riflessi, soprattutto per evitare cadute pericolose.

 Come comportarsi?

Una caduta, o anche uno scarpone non correttamente calzato che mette “a rischio” le articolazioni, possono essere fattori che mettono a rischio la prosecuzione della settimana bianca. Cadendo, specie se la neve è molto dura e ghiacciata, si rischia qualche piccola contusione. I segnali? Dolore molto intenso, che quasi limita la possibilità di muoversi e un gonfiore che si sviluppa nella parte colpita. Prima cosa da fare: applicate la neve sulla zona lesa: il freddo, si sa, riduce il flusso di sangue dei vasi lesionati e aiuta a limitare il gonfiore.  Poi, una volta giunti a casa, si può fare ricorso ai farmaci di automedicazione: esistono prodotti in grado di combattere il dolore e l’infiammazione, come ad esempio gli antinfiammatori non steroidei, e ci sono medicinali “su misura” per contrastare l’eventuale livido o l’ematoma che si sono formati, disponibili anche sotto forma di pomata da applicare sulla parte lesa. Da non sottovalutare, per i neofiti o per chi ha scelto un’attrezzatura più seguendo i dettami della moda che la comodità, sono anche quei piccoli tagli che possono comparire sulla pelle a contatto con la parte rigida dello scarpone. Bisogna proteggere per bene la lesione, con un’efficace disinfezione, coprendo bene con una garza sterile la ferita. Poi, ci vuole sempre il riposo: è sconsigliato riprendere velocemente a sciare. Pur se il dolore sembra scemare, il giorno dopo i problemi si ripresentano.

 Niente abbuffate a tavola

In montagna fa freddo, quindi occorre mangiare di più. Attenzione: non è così, soprattutto se si ha in programma una giornata di intensa attività fisica. E’ provato che, grazie ai tessuti “isolanti” con cui è prodotto l’abbigliamento per sciatori, è davvero difficile aver bisogno di calorie in più per far fronte ai rigori climatici. E soprattutto, se proprio volete avere più calorie a disposizione, non scegliete il pranzo sulla neve come momento di “buona cucina”.  Il pasto sulle piste, magari a base di polenta abbondantemente condita con burro e formaggio, va bene a patto che poi si dia tempo allo stomaco di digerire. Se si ricomincia subito dopo con lo sforzo, infatti, c’è il rischio che il sangue e l’ossigeno da esso trasportato vengano “rubati” dallo stomaco, e quindi manchino al cervello e al cuore. Un fenomeno che può dar luogo a mal di testa, oltre che a problemi di stomaco come digestione lenta, o anche altri fastidi come il bruciore di stomaco che possono compromettere la sciata pomeridiana, caso mai esponendovi ad un rischio maggiore di cadute. Quindi, se proprio volete gustare i sapori della cucina di montagna, lasciate per la cena il pasto principiale della giornata. A pranzo, meglio limitarsi a qualche alimento molto nutriente ma poco “pesante”,  gustando del cioccolato o qualche manciata di frutta secca. O magari un toast o un panino se proprio volete fermarvi al rifugio. Ma soprattutto, fate sempre una ricca colazione, che vi dia carburante a sufficienza per affrontare la giornata. Latte o yogurt, pane, o fette biscottate con marmellata e un succo di frutta sono l’ideale per avere benzina “rapida”, che viene dagli zuccheri semplici assorbiti velocemente della frutta, e una riserva di energia legata ai carboidrati complessi, da consumare nel tempo sciando. La sera, invece, potete concedervi una buona cena, assaporando, con moderazione, la cucina di montagna ricordando che occorre reintegrare le proteine perse. Via libera quindi all’arrosto o per offrire all’organismo quanto ha consumato: così facendo, oltre a divertirvi sulle piste, potrete anche ricuperare il peso forma perduto  – ahi noi –  durante le vacanze di Natale.

 Attenti a pelle e occhi

La neve riflette i raggi del sole ben quattro volte più della sabbia. Diventa quindi indispensabile un’adeguata protezione solare, senza dimenticare le labbra, visto che l’esposizione al sole sommata allo sforzo fisico può “slatentizzare” l’infezione daherpes labialis, che si manifesta sulle labbra e che oltre ad essere antiestetica è fastidiosa in termini di prurito e bruciore. Quindi la protezione con adeguati indici di protezione in base alle caratteristiche della pelle va sempre considerata basilare. In caso di scottature oppure di comparsa delle classiche lesioni da herpes, poi, si può fare ricorso all’automedicazione: esistono farmaci che possono aiutare a contrastare le prime, così come trattamenti locali possono aiutare a risolvere più rapidamente le lesioni da herpes. Un’altra parte del corpo cui bisogna prestare molta attenzione sulla neve è l’occhio, e non solo per il rischio di piccoli traumi. Il pericolo di andare incontro a problemi come congiuntivite in montagna, è particolarmente elevato. Per tutti questi motivi è importante ricorrere alle lenti da sole, cercando di scegliere il potere filtrante in base alle attività che si svolgono e ad eventuali rischi legati alle proprie caratteristiche. I raggi solari che influenzano la visione e che possono essere dannosi per gli occhi sono di tre tipi. I primi sono i raggi ultravioletti, che possono provocare disturbi alla cornea e al cristallino. Questo tipo di radiazioni deve essere bloccato dalle lenti, dal momento che non contribuisce alla visione ma può creare solamente problemi. Poi ci sono i raggi di colore blu, utili per distinguere nitidamente il colore degli oggetti, che sono molto aggressivi per la retina. Di conseguenza, devono essere schermati parzialmente. Infine esistono i raggi infrarossi, che non sono dannosi per gli occhi ma rappresentano un rischio per le palpebre a causa dell’alto calore che sviluppano. L’esposizione al sole senza protezione per gli occhi può dare problemi, come ad esempio arrossamenti, bruciori e sensazioni di avere un corpo estraneo nell’occhio (come ad esempio un granello di polvere). Ma quali sono i  disturbi più comuni per gli occhi a causa del sole sulla neve? Sicuramente la congiuntivite è un rischio da non sottovalutare. L’infiammazione di questa membrana, che ricopre le palpebre all’interno, provoca arrossamento, lacrimazione, bruciore. Esistono farmaci di automedicazione che possono aiutare a contrastare questi fastidi. Ben più seria è la cheratite, infiammazione della cornea, membrana trasparente situata nella parte anteriore della sclera, cioè il “bianco” dell’occhio. Anche in questo caso, la causa può essere un’infiammazione agli occhi non ben curata, che provoca piccole ulcerazioni alla superficie della cornea. In questo caso c’è un’intensa lacrimazione, bruciore e fotofobia, cioè difficoltà a sopportare la luce. E’ un disturbo piuttosto doloroso, ma non particolarmente pericoloso anche se va sempre affrontato dallo specialista.

Sul fronte della prevenzione, gli occhiali da sole dovrebbero avere lenti di buona qualità che proteggono al 100 per 100 dai raggi Ultravioletti, sia A che B, e avere sempre ben visibile il marchio CE. Senza dimenticare che esistono cinque categorie di lenti (da 0 a 4) e occorre individuare in base alle condizioni in cui ci si esporrà al sole quelle più indicate per ogni persona. Ad esempio per preservare gli occhi dall’azione del vento e dall’ingresso negli occhi di corpuscoli estranei, è consigliabile scegliere una montatura abbastanza grande e con protezione laterale.