Tosse da fumo, irritazione e catarro: quali rimedi?
Che sia attivo, cioè direttamente inalato dalla sigaretta, o passivo, cioè respirato nell’ambiente, il fumo di sigaretta fa male. Può creare problemi a una serie di organi, dal cuore fino al cervello passando per la pelle ma, ovviamente esplica i suoi peggiori effetti sulle vie respiratorie. I bambini sono particolarmente esposti al rischio di fumo passivo ma, oltre ai fumatori “incalliti” anche chi si limita a poche sigarette al giorno può andare incontro a fastidi che spesso si manifestano con raucedine, mal di gola e, soprattutto, tosse.
Non a caso, si parla, nel gergo comune di “tosse del fumatore”. Di cosa si tratta? Ricordando che smettere di fumare è la soluzione ideale per non correre rischi, come si può contrastare questo fastidio? Ecco un utile approfondimento e qualche consiglio.
Come nasce la tosse da fumo
Un aerosol pericoloso. Così si può definire un ambiente in cui è presente il fumo di sigaretta. Tra le oltre quattromila sostanze nocive presenti nel fumo, la nicotina, in particolare, è responsabile dell’immediata ostruzione bronchiale che provoca tosse o mancanza di aria e difficoltà respiratoria (la cosiddetta dispnea). E, come anticipato, a causare problemi è sufficiente il cosiddetto fumo passivo o involontario. In questo caso i danni maggiori si registrano in età pediatrica. L’incidenza della tosse in un bambino che ha anche un solo genitore che fuma aumenta del 20 per cento e sale al 40 per cento se a fumare sono entrambi i genitori.
La tosse, quella che Ippocrate definiva la “voce” del polmone, diventa quindi un sintomo che identifica la sofferenza delle vie respiratorie ma, più correttamente, è un meccanismo di difesa e pulizia dell’organismo. L’improvvisa e rumorosa espulsione d’aria delle vie aeree superiori nasce, infatti, per respingere ed eliminare sostanze estranee penetrate nell’albero respiratorio: in questo modo le vie aeree riescono a buttare fuori non solo i “resti” di quanto inaliamo delle sigarette, ma anche impurità inspirate, polveri e sostanze nocive e irritanti derivanti ad esempio, dallo smog delle strade. In altre parole: tossendo, la persona ripulisce i bronchi e consente un regolare passaggio dell’aria inspirata. Di per sé, quindi, la tosse deve essere reputata utile, anche se fastidiosa. Nel caso del fumo, i fastidi legati al vizio della sigaretta si possono verificare a diversi livelli. Il calore e le sostanze nocive che vengono inspirate tendono ad “asciugare” la gola, la laringe e le corde vocali. Questo comporta secchezza delle fauci, raucedine e la comparsa di tosse secca. Ma i danni conseguenti al fumo si possono verificare anche più in basso, lungo i bronchi, che quindi possono reagire con infiammazione e produzione di muco denso. Così compare il catarro che disturba, blocca il passaggio dell’aria e quindi, spinto verso l’alto, viene spesso emesso con i colpi di tosse.
Il sintomo, quando si presenta occasionalmente, può essere trattato con i farmaci di automedicazione ad azione antitussiva che vanno scelti in base alle caratteristiche del disturbo, sempre ricordando che se il fastidio si mantiene nel tempo occorre parlarne con il medico.
Tosse da fumo secca o grassa: le principali differenze
Ormai è cosa nota, la tosse non è sempre uguale, può essere secca o grassa.
Le tossi secche sono quelle che nascono da una irritazione della faringite o dal mal di gola, con infiammazione delle corde vocali. Queste forme quasi mai portano all’emissione di muco in eccesso. La tosse è stizzosa e fastidiosa ma resta “confinata” alle alte vie respiratorie. Quando legata al fumo, si genera proprio per l’irritazione generata dal calore del fumo e dall’inalazione di sostanze nocive.
Il muco in eccesso che diventa poi, se particolarmente denso e vischioso, vero e proprio catarro è tipico della tosse “grassa” che compare in presenza di infiammazioni o infezioni delle basse vie respiratorie, abbastanza comune in presenza di infiammazioni acuta di natura virale. Quando si fuma, per riconoscere questa tosse, basta vedere cosa accade la notte: in genere, proprio nelle ore notturne complice la posizione sdraiata legata al sonno si tende ad avere un accumulo del catarro nei bronchi infiammati e nella trachea, con accessi di tosse che possono svegliare la persona nel sonno o magari diventare particolarmente fastidiosi la mattina, quando il corpo si “muove” ed anche il catarro tende a spostarsi verso l’alto.
I rimedi per la tosse del fumatore
Sul fronte dei rimedi, in questo caso, la ricetta ideale è solo una: smettere di fumare e progressivamente accorgersi che, respirando a pieni polmoni, e facendo attività fisica, anche la tosse è destinata a sparire. I rimedi naturali per la tosse grassa, con produzione di catarro, si basano soprattutto sull’azione dei composti presenti in erbe lenitive come malva o tiglio, magari inspirate con i classici suffumigi.
Per la tosse da fumo l’attività disinfiammante si esplica attraverso una corretta umidificazione delle mucose. In questo senso, vanno benissimo le classiche tisane e il tradizionale latte e miele della nonna. Per il resto, i farmaci di automedicazione, sia per via locale come gli antisettici, che per via generale, come i sedativi della tosse per quella secca, possono essere di grande aiuto, per alleviare la sintomatologia. Quando la tosse è grassa espettoranti e mucolitici possono dare un valido sollievo alla tosse grassa perché consentono di fluidificare il muco e renderne più facile l’eliminazione.
Tuttavia, se per chi fuma la tosse diventa un problema cronico e non occasionale, il quadro va affrontato sempre con il medico curante, ricordando che abbandonare la sigaretta è la prima terapia da effettuare.
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