San Valentino, per celebrare l’amore e per sensibilizzare alla conoscenza dell’epilessia
San Valentino è per molti unicamente la giornata in cui si celebra l’amore. Se siete quindi innamorati, festeggiate. Ma a San Valentino, protettore dei malati di epilessia, vogliamo anche dedicare uno spazio per parlare di questa malattia e far riflettere sulle tante persone che, a diverse età, soffrono di una delle molteplici forme di questa patologia. In molti casi si controllano le crisi con terapie adeguate, a volte si guarisce anche col tempo, ma ci sono ancora pazienti che non rispondono ai farmaci che consentono di contrastare gli attacchi della patologia.
Attualmente si calcola che in Italia ogni anno si verifichino 86 nuovi casi di epilessia nel primo anno di vita, 20-30 nell’età giovanile/adulta e 180 dopo i 75 anni. Alla base dell’alto tasso di incidenza nel primo anno di vita ci sono soprattutto fattori genetici e rischi connessi a varie cause di sofferenza perinatale, mentre per gli over 75 la causa risiede nel concomitante aumento delle patologie epilettogene legate all’età: ictus cerebrale, malattie neurodegenerative, tumori e traumi cranici.
Sul fronte dell’inizio degli attacchi, la crisi epilettica è legata fondamentalmente e in estrema sintesi, a un eccesso di attività elettrica di un determinato gruppo di cellule cerebrali.
Queste in pratica si “liberano” dal controllo generale e tendono a inviare stimoli elettrici alterati, che si ripercuotono sul corpo nella zona che viene normalmente “governata” da quei neuroni. La crisi può durare pochi secondi o alcuni minuti e poi termina autonomamente non appena la situazione elettrica cerebrale diventa di nuovo normale. Le varie forme di patologia possono assumere connotazioni diverse, che richiedono trattamenti mirati caso per caso.
C’è ancora molta strada da fare per una condizione clinica che ha ancora molti punti oscuri da comprendere e colpisce non solo i giovani ma anche gli adulti e gli anziani. E non a caso, San Valentino è, per la fede cristiana, protettore delle persone con epilessia oltre che degli innamorati. Infatti, il “perdere la testa” accomuna gli innamorati, con l’augurio sia per tutta la vita, e, nei brevissimi intervalli di crisi, le persone affette da epilessia, con l’auspicio di guarigione e/o controllo terapeutico. Entrambi, da secoli, si rivolgono quale loro protettore a San Valentino, vescovo di Terni, martirizzato a Roma per decollazione nel 273.
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