L’olio extravergine d’oliva è un toccasana per le ossa
Le nostre nonne usavano gli alimenti come cura, a volte anche per uso topico e, stando a quelle che dice oggi la scienza, sbagliando, ad esempio quando applicavano l’olio sulle scottature. Attualmente infatti questa misura non ha alcun significato e può risultare addirittura dannosa.
Ma che l’olio extravergine d’oliva possa risultare un valido supporto per il benessere era noto, per esperienza, alle nostre nonne e oggi è considerato un dato di fatto e non solo per aiutarci a mantenere “pulite” le arterie. Questo alimento potrebbe avere un ruolo nella prevenzione dell’osteoporosi, stando almeno a quanto riportano i risultati dello studio “Prevencion Dieta Mediterranea” condotto in Spagna su più di 6000 persone.
La ricerca è stata recentemente pubblicata su Journal of Clinical Nutrition. Consumando regolarmente quantità sostenute di olio d’oliva il rischio di fratture da osteoporosi scenderebbe anche fino al 50 per cento nei maschi e nelle femmine (più a rischio) di età superiore ai 55 anni. Come mai?
Probabilmente nell’olio d’oliva sono presenti particolari sostanze, chiamate polifenoli, che avrebbero un’azione positiva sul metabolismo delle ossa. Le nonne, insomma, avevano ragione!
Ma che l’olio extravergine d’oliva possa risultare un valido supporto per il benessere era noto, per esperienza, alle nostre nonne e oggi è considerato un dato di fatto e non solo per aiutarci a mantenere “pulite” le arterie. Questo alimento potrebbe avere un ruolo nella prevenzione dell’osteoporosi, stando almeno a quanto riportano i risultati dello studio “Prevencion Dieta Mediterranea” condotto in Spagna su più di 6000 persone.
La ricerca è stata recentemente pubblicata su Journal of Clinical Nutrition. Consumando regolarmente quantità sostenute di olio d’oliva il rischio di fratture da osteoporosi scenderebbe anche fino al 50 per cento nei maschi e nelle femmine (più a rischio) di età superiore ai 55 anni. Come mai?
Probabilmente nell’olio d’oliva sono presenti particolari sostanze, chiamate polifenoli, che avrebbero un’azione positiva sul metabolismo delle ossa. Le nonne, insomma, avevano ragione!
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