È utile cercare di proteggere il bambino evitandogli il clima rigido?
Con l’arrivo del freddo muoversi per fare un’attività fisica può essere un problema, anche per i bambini. Almeno secondo i timori delle mamme. Così, magari, si evita di portarli in piscina perché all’uscita si rischia un’infreddatura oppure, anche nelle giornate di sole, si evita di farli scorrazzare al parco, perché il sudore generato dal movimento potrebbe aprire la porta ad infezioni virali.
Ma è giusto comportarsi così? E’ davvero utile cercare di proteggere i più piccoli semplicemente inibendo loro le possibilità di svolgere una attività fisica per giocare d’anticipo su eventuali infiammazioni di gola ed orecchie che si ritengono connesse al clima rigido? La scienza oggi dice che questo atteggiamento non è per nulla consigliabile. O meglio: l’attività fisica regolare ma moderata (è sempre importante per tutti, ma soprattutto per i bimbi, non richiedere troppo al proprio organismo) non solo non va interrotta quando il clima si fa più rigido, ma anzi può diventare uno strumento per migliorare il benessere dell’organismo e addirittura rispondere meglio ai virus di stagione.
Insomma: mamme e nonne troppo apprensive dovrebbero rivalutare la propria posizione: meglio che il bambino continui a muoversi in palestra, in piscina o all’aperto piuttosto che rimanere chiuso in casa. E lo stesso dovrebbero fare i genitori. La scienza lo suggerisce per grandi e piccini segnalando come esista il movimento regolare senza sforzi eccessivi possa migliorare le prestazioni del sistema difensivo dell’organismo, oltre che tonificare i muscoli e consentire un miglior controllo del profilo metabolico della persona agendo positivamente sul peso corporeo. In che modo? Lo sport induce una riduzione dell’infiammazione, a prescindere dal fatto che ci siano o meno virus in agguato, consentendo di reagire in modo più efficace in caso di contatti “pericolosi”. Più in particolare, grazie ad una moderata attività fisica (passeggiata per gli anziani, sport senza competizione per i più piccoli, training regolare per gli adulti), particolari globuli bianchi deputati alla difesa dalle infezioni, i linfociti, rispondono meglio se compaiono nell’organismo fattori infettivi che potrebbero favorire un’infezione. E, come detto, non serve fare sforzi intensi. Pensate solo che basta un solo “appuntamento” con il movimento, a patto che sia efficace e produttivo per il corpo, per modificare gli anticorpi e la loro reazione nei confronti degli invasori.
Il movimento rende più forti. Per il resto, in caso di infreddature, quando compaiono mal di gola, tosse, raffreddore naso che cola e qualche linea di febbre, sintomi che il “nemico” ha superato le barriere dell’organismo e inizia a diffondersi tra le cellule, in particolare nell’apparato respiratorio vista la stagione, occorre trovare una soluzione per lenire i disturbi. In questo senso possono e debbono trovare spazio i farmaci di automedicazione, da utilizzarsi in base al sintomo predominante, alla via di somministrazione (questo parametro è importante per i bambini, specie se piccoli) e alle caratteristiche del nemico. Questi medicinali non vanno comunque utilizzati per un periodo eccessivamente prolungato, non più di qualche giorno, e se i sintomi permangono occorre sempre consultare il medico. Lo stesso medico, peraltro, che può prescrivere gli antibiotici, classe di farmaci utilissima ma solo se l’infezione in atto è di origine batterica (e non virale, come avviene solitamente con i classici malanni di stagione). Per cui, mai, se il medico non lo prescrive, prendere antibiotici, che caso mai si hanno in casa, cadendo in un pericoloso quanto inutile “fai da te” che oltre a non avere alcun effetto sui virus (gli antibiotici servono solo per le infezioni batteriche) può anche contribuire a rendere i germi resistenti a questi farmaci.
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