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Chi canta quando va a letto è un matto perfetto

Chi canta quando va a letto è un matto perfetto
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C’è modo e modo di manifestare il buonumore, che certo ci aiuta a stare in forma e a mantenere il benessere anche in fasi così complesse come quella che stiamo vivendo. Ma non bisogna esagerare quando si deve prendere sonno, visto che anche la psiche e l’impegno mentale possono influire sulla possibilità di cadere tranquillamente tra le braccia di Morfeo. Così, ricordando, quasi per gioco, un vecchio proverbio dei nostri nonni, è importante tenere a mente che nel momento in cui occorre andare sotto le lenzuola è meglio evitare elementi che possono mettere in agitazione l’organismo, rendendo più difficile il riposo. Il cantare, in questo senso, rappresenta ovviamente una metafora di quanto sia importante non sollecitare troppo l’organismo  prima di iniziare il riposo notturno.

Per capire quanto e come anche un semplice detto antico possa diventare una sorta di “spunto” per guadagnare il benessere, partiamo dalla fisiologia. L’essere umano ha un ritmo del sonno sincronizzato sulle 24 ore in base all’alternarsi tra luce e buio. A “gestire” il ritmo del sonno è un piccolo gruppo di neuroni che riceve gli stimoli della luce e del buio attraverso una particolare via nervosa che parte dalla retina, la zona dell’occhio capace di ricevere le sensazioni luminose e trasformarle in segnali nervosi, e arriva all’ipotalamo. A questo meccanismo si aggiunge l’attività della melatonina, un ormone prodotto dall’ipofisi durante la notte, che riesce ad agire su alcuni neuroni regolando il ritmo sonno-veglia. Questi processi possono facilmente risultare alterati da un aumento della luce, fattore che sovente influisce sul normale ritmo del sonno. Anche la temperatura ha un ruolo importante: la curva di propensione al sonno appare infatti in stretta correlazione con la temperatura interna dell’organismo. Per questo tendiamo ad addormentarci quando il valore termico del corpo è ai minimi delle 24 ore, mentre ci svegliamo quando sale. Questi momenti vengono chiamati “porte” del sonno e vanno sfruttati al meglio per appisolarsi. Anche per questo motivo, infatti, tendiamo ad addormentarci sempre intorno alla stessa ora. Se alteriamo tali  ritmi il riposo diventa più difficile.

Cantare quando si va a letto, come del resto l’attività fisica, gli sforzi intensi e anche l’attenzione prestata a rimanere collegati agli schermi di computer tablet o smartphone possono influire sui meccanismi che regolano il sonno e sui ritmi dell’addormentamento, alterandoli. Per questo occorre prestare attenzione, ricordando i consigli dei nostri vecchi. Il riposo è sacro, e va sempre assecondato!

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