Come riconoscere la gastrite: i sintomi e i rimedi
di Federico Mereta, giornalista scientifico
Si parla di gastrite quando ci si riferisce alla presenza di disturbi vari che interessano lo stomaco e, come sottolinea il suffisso -ite, si può far risalire in temini generali a un’infiammazione della mucosa del viscere o a movimenti non propriamente ottimali della parete dello stomaco. Le mezze stagioni in questo senso sono quelle più a rischio. Anche se non si sa il perché, infatti, in primavera (e in autunno) lo stomaco tende a farsi sentire, ovviamente in senso negativo. Possono così iniziare, o manifestarsi, i sintomi della gastrite.
Il problema della gastrite si manifesta con disturbi vari, che vanno sempre inquadrati dal medico quando si mantengono nel tempo. I disturbi della gastrite possono essere invece prevenuti ed affrontati con buone abitudini e con i farmaci sintomatici di automedicazione quando sono occasionali e comunque di breve durata. L’importante, ricordiamolo, è sempre tenere presente che lo stomaco può soffrire e sta a noi limitate i rischi, senza sottovalutare i fastidi.
Cos’è la gastrite e quali sono i sintomi
Come detto, il termine gastrite è generico. La grande differenza del quadro va posta con l’ulcera gastroduodenale, che può manifestarsi con sintomi simili ma è legata a una vera e propria lesione della mucosa gastrica, mentre la gastrite ne indica, invece, una semplice infiammazione. Con il termine generico di gastrite si possono individuare diversi sintomi derivanti proprio dalla sofferenza dello stomaco. Essi sono: l’eccesso di acidità, i bruciori, la cattiva digestione o dispepsia e anche il reflusso gastroesofageo, ovvero la risalita di acido dallo stomaco verso l’alto.
Il dolore, che compare spesso dopo un pranzo, può essere dovuto a un’alterazione della mucosa o dei “movimenti” della prima porzione del tubo digerente. Spesso, soprattutto nelle persone altrimenti sane, un leggero dolore di stomaco può essere solo il segnale di una cattiva digestione e risulta legato allo “stress” o alle libagioni eccessive. In generale, comunque, anche quadri caratterizzati dal rallentato svuotamento e dalla digestione prolungata con nausea, alito cattivo e tensione addominale fino al vero dolore localizzato nella parte superiore dell’addome, possono indicare una gastrite acuta, che va affrontata di conseguenza.
Le possibili origini della gastrite
Il corpo non è in grado di assimilare nessun alimento se questo non viene prima “trasformato”. E la chiave di questa trasformazione avviene nello stomaco, che ha il compito di far diventare il cibo chimo, cioè una sorta di “miscela” che viene poi spinta verso il duodeno, prima parte dell’intestino. Ovviamente nel formare questa miscela lo stomaco svolge diverse azioni, sia di tipo chimico (grazie ai suoi enzimi e all’acido modifica la struttura dei principi alimentari), sia di tipo meccanico.
Grazie alla sua robustissima struttura muscolare, infatti, lo stomaco è capace di contrarsi ciclicamente concentrando i suoi “sforzi” nella zona inferiore del viscere, fondamentale per “preparare” il chimo. Sotto il profilo anatomico lo stomaco ha la forma di una sacca che si può estendere quando è piena di cibo. In media, infatti, il viscere può arrivare a contenere più di un litro di alimenti. Lo stomaco inizia dallo sfintere esofageo inferiore, il muscolo che normalmente impedisce il ritorno dell’acido verso l’esofago e rappresenta la parte finale di una valvola chiamata “cardias”.
Quando questo meccanismo di “chiusura” non lavora a dovere si può creare il reflusso gastroesofageo. Subito sotto si trova il fondo dello stomaco che poi prosegue con il corpo e l’antro gastrico. Infine, attraverso il piloro, i cibi “trattati” entrano nel duodeno.
Lo stomaco è rivestito internamente dalla mucosa, entro cui si trovano oltre trenta milioni di piccole ghiandole concentrate soprattutto nell’antro che secernono i succhi gastrici, fatti per la maggior parte di acido. Ogni giorno ne produciamo mediamente un litro e mezzo: la sintesi di acido cloridrico è massima poco tempo dopo aver mangiato.
Ma anche lo stress e le emozioni intense possono favorirne la produzione. Tutti questi elementi spiegano bene perché e quanto lo stomaco e la sua parete siano esposti agli insulti dello stress, dell’alimentazione poco sana, delle abitudini non proprio salutari come il fumo di sigaretta. E come la gastrite possa essere in agguato, con i tanti volti dei disturbi che proprio dallo stomaco possono originare.
Quando si parla di gastrite cronica
Sia chiaro. Non tutti siamo uguali. E quindi non tutte le persone hanno gli stessi rischi di sviluppare la gastrite, quadro che a volte si può mantenere nel tempo al punto da cronicizzare. E con la gastrite, come è ovvio, si mantengono (con periodi di accentuazione proprio nei mesi primaverili) anche sintomi come dolori, bruciori, digestione lenta e acidità di stomaco.
Chi è maggiormente esposto a questa eventualità? A rischio sono soprattutto i fumatori, chi consuma molti alcolici, quelli che per necessità assumono spesso farmaci che possono danneggiare la mucosa dello stomaco, come gli antinfiammatori per il dolore. Allo stesso modo, anche lo stress intenso che si mantiene nel tempo diventa una sorta di “spina” per la mucosa dello stomaco, con conseguente maggior rischio di comparsa di lesioni della parete e quindi gastrite.
Per tutte queste persone, modificare le abitudini di vita è fondamentale. Ma soprattutto occorre parlare con il medico per sapere come comportarsi ed eventualmente sottoporsi a esami specifici, come la gastroscopia, che possono rivelare la presenza di una infiammazione nonché caratteristiche e gravità di lesioni eventualmente presenti.
In questo senso, attraverso test specifici, è importante verificare l’eventuale presenza dell’Helicobacter pylori, il batterio che è ormai riconosciuto come concausa fondamentale nella genesi dell’ulcera. L’infezione da helicobacter è un cofattore nello sviluppo del danno gastrico cronico ma ovviamente in presenza di altri elementi negativi come quelli sopracitati può diventare un elemento che porta a cronicizzare i disturbi.
Cibi consigliati e da evitare in caso di gastrite
Per quanto riguarda i cibi consigliati in caso di gastrite via libera alla dieta mediterranea, ricca di vegetali. E soprattutto, attenzione ai cambi di alimentazione. Possono essere queste le due regole da tenere presenti per ridurre i rischi di sviluppare gastrite o peggiorare i sintomi a carico dello stomaco. Soprattutto, occorre mantenersi fedeli a schemi alimentari che non creano particolari problemi alla mucosa gastrica, soprattutto se si è particolarmente sensibili su questo fronte. Sia chiaro: questo non significa ridursi a mangiare in bianco per mesi.
Bisogna comunque limitare gli alimenti che possono stimolare la produzione di acido come il caffè, le bevande gassate, il brodo, gli estratti di carne, il cioccolato e la frutta secca. Meglio evitare anche i cibi “irritanti”, come pepe, chiodi di garofano e senape. Per non appesantire lo stomaco affaticato, poi, conviene ridurre i piatti tropo elaborati, fatti di sughi e fritti. E soprattutto è importante “disperdere” gli alimenti non solo nei tre pasti canonici, diluendo il numero di pasti in 4 o 5 al giorno.
Bisogna infatti lasciare spazio a due spuntini per mantenere sempre “attivo” lo stomaco (gli alimenti presenti possono “tamponare” l’acido prodotto, che invece si scatena sulle cellule quando passa troppo tempo tra un pasto e l’altro), e dilazionare meglio nel tempo la fatica dell’organo. Infine, conviene cercare di mettere da parte gli alcolici, specie nel momento in cui ci sono fastidi.
L’altro capitolo da tenere ben presente quando lo stomaco non lavora al meglio è il tempo giusto da dedicare ai pasti, senza correre e trangugiare cibi e bevande a grande velocità. Il fast-food, inteso come alimentazione rapida, non fa altro che peggiorare il quadro. L’eccessiva velocità nel trangugiare i cibi, specie se non sono parte della tradizione alimentare del singolo, non permette la corretta formazione del bolo all’interno della bocca. Il risultato è che nello stomaco non arriva un bolo completo, pronto alla digestione, e quindi la digestione stessa diventa ancor più lenta.
I rimedi contro la gastrite
I sintomi “passeggeri” della gastrite possono essere affrontati con i farmaci di automedicazione, sulla scorta dei disturbi “guida” che più affliggono lo stomaco. L’automedicazione può essere un valido aiuto quando occorre far fronte al mal di stomaco, in particolare se i vari sintomi si manifestano solamente raramente e hanno breve durata. Proprio in base al disturbo predominante, poi, si può scegliere il tipo di approccio.
L’acidità gastrica può essere agevolmente neutralizzata con i farmaci antiacidi che hanno il compito di “tamponare” l’eccesso di acido cloridrico, o ridurlo all’origine con medicinali che invece agiscono direttamente sulla secrezione delle ghiandole. Quando, invece, il dolore si manifesta con cattiva digestione e nausea si possono impiegare altri farmaci da banco che aumentano la motilità della muscolatura dei visceri, accelerano i tempi di transito e favoriscono lo svuotamento dello stomaco (per questo detti farmaci procinetici).
Occorre fare attenzione, comunque, a non protrarre troppo a lungo queste terapie e a ricorrere subito al medico se si notano perdita di peso, difficoltà a deglutire, feci scure e sangue nel vomito.
Occorre anche ricordare che i farmaci antiacidi possono alterare l’assorbimento di altri medicinali, che quindi vanno assunti a distanza, e che alcuni procinetici non vanno impiegati in chi soffre di alcune condizioni, come ad esempio le crisi epilettiche, emorragie o blocco intestinale.
Come prevenire la gastrite
Sul fronte della prevenzione, oltre a cercare di ridurre lo stress e a masticare lentamente e con cura gli alimenti, occorre prestare attenzione ad alcuni farmaci, magari assunti per periodi prolungati se si soffre di artrosi o altre patologie simili.
Esiste infatti una particolare forma di “attacco” alla mucosa dello stomaco legato proprio ai medicinali, chiamata gastropatia da Fans. Si tratta di una gastrite che nasce quando si assumono per lunghi periodi farmaci antiinfiammatori non steroidei. Questi medicinali, utilissimi per combattere il dolore e l’infiammazione, alla lunga possono danneggiare la mucosa dello stomaco.
Infine, ecco due semplici ricette naturali per placare i disturbi di stomaco. La prima sfrutta l’azione protettiva dello zenzero. Si fa bollire una radice per pochi minuti, poi si aggiunge un pizzico di miele. Un bicchiere di soluzione a ogni pasto, per qualche giorno, può rivelarsi un toccasana per lo stomaco. La preparazione è simile per chi punta sulle foglie d’alloro tritate. Anche in questo caso, basta farle bollire per poco tempo e aggiungere un pizzico di zucchero. Alla fine del pasto, l’acqua depurativa può essere davvero d’aiuto contro acidità e bruciori.
Giornalista scientifico