Dermatiti da contatto, tipologie, sintomi e trattamenti
Bisogna proteggere la pelle. E non solo dal sole, per non correre il rischio di scottature. Ci sono “nemici” dell’epidermide che possono essere presenti tutto l’anno, perché irritano la pelle o perché inducono risposte allergiche in grado di creare sintomi come arrossamenti, prurito, sensazione di fastidio, a volte addirittura bruciore e dolore, come dopo una puntura d’insetto. Si tratta delle più tipiche manifestazioni della dermatite da contatto, derivante proprio dal contatto della pelle con composti, naturali e non, che possono scatenare questo tipo di reazioni. Proviamo a capire cosa avviene in questi casi.
Dermatite da contatto, definizione e sintomi
La dermatite da contatto è, nella sostanza, una reazione infiammatoria, di tipo acuto o cronico, della pelle. A fare la differenza, per capire quale potrebbe essere la modalità con cui si sviluppa il quadro sintomatologico, è il meccanismo che lo determina. Nelle forme acute che si originano, quindi, dal contatto con una sostanza che irrita la pelle, quasi sempre si manifesta dolore immediato, con la comparsa più o meno ritardata di arrossamenti e prurito. In seguito, si possono sviluppare vesciche e croste, legate al processo di rigenerazione della pelle.
La situazione cambia quando, invece, la dermatite da contatto diventa cronica, per la presenza di un agente che irrita la pelle nel tempo. In questi casi, come del resto avviene nelle forme legate a una vera e propria infiammazione di origine allergica, tendono, invece, a prevalere l’arrossamento e il prurito, anche molto intenso, a cui possono poi seguire fastidi di altro tipo, come l’eritema, la desquamazione della pelle o anche veri e propri gonfiori. Tutto dipende dall’entità del contatto e soprattutto della risposta soggettiva.
Va anche detto che, mentre nelle forme irritative acute il quadro si localizza esattamente nella zona in cui il contatto è avvenuto, quando entrano in gioco veri e propri meccanismi allergici, i sintomi sulla pelle tendono a seguire il “percorso” determinato dallo stesso contatto. Ad esempio, per chi non sopporta il nichel, i segni si manifestano in corrispondenza della zona in cui si è creato questo meccanismo come, ad esempio, il collo se si indossa una collana, il polso per un bracciale o un orologio e così via.
Le tipologie di dermatiti da contatto: irritativa e allergica
Esistono due forme principali di patologia, quella esclusivamente irritativa e quella di natura allergica.
La prima deriva dal contatto con diversi tipi di sostanze che hanno azione irritante e che l’organismo non sopporta. Si va da alcuni composti chimici fino ad alcune piante (si pensi alle stelle di Natale), se non addirittura ad alcuni alimenti come il pesce. Inoltre, esistono alcune forme specifiche di dermatite legate a condizioni di umidità, come può avvenire, ad esempio, con il sudore profuso e in caso di ristagno d’urina a contatto con la pelle. Ne è un esempio la classica dermatite da pannolino: il combinato disposto del pannolino con il clima caldo-umido crea, infatti, le condizioni per l’irritazione dell’epidermide che ovviamente produce una conseguente infiammazione. In caso di forti sudorazioni, poi, si possono anche comparire piccole vesciche con lesioni arrossate anche diffuse. Per il resto, le reazioni irritative, siano esse immediate e croniche, dipendono molto dalle caratteristiche della pelle della persona e dalla sua acidità: per questo chi è molto giovane (e in particolare i bambini) e chi è avanti con gli anni rischia di più. Non bisogna poi dimenticare che, nelle forme legate ad esposizione protratta nel tempo nei confronti di un determinato agente come accade, ad esempio, in certe lavorazioni, la patologia tende a manifestarsi dopo tempi più lunghi.
Il secondo tipo di dermatite è quella allergica da contatto che ha una genesi diversa. In questi casi occorre prima una sensibilizzazione in soggetti predisposti a sviluppare allergia, poi in occasione di nuovi contatti (a volte occorrono anche anni perché il quadro si manifesti) si verifica una reazione allergica che può ricordare quella dell’orticaria. Sono numerosi i potenziali agenti in grado di scatenare il quadro, dal nichel fino alle piante. In certi casi, infine, ci sono situazioni in cui l’allergia si manifesta per la sensibilizzazione che viene “attivata” dalle radiazioni solari. Si parla di dermatite fotoallergica da contatto, con prurito, arrossamenti e macchioline che possono anche allargarsi in aree non direttamente esposte al sole. Per chi è predisposto, occorre fare attenzione soprattutto a profumi, farmaci e creme solari.
Trattamenti, cosa fare e quando rivolgersi al medico
Prima di tutto la pelle non deve essere esposta all’azione di sostanze che possono danneggiarla specie se i fastidi si localizzano alle mani. Per chi lavora in casa i lavori domestici dovrebbero essere sempre fatti con i guanti protettivi (ovviamente a meno che non si sia allergici al latex, in questo caso occorre cercare soluzioni alternative). Ma non sono gli unici accorgimenti da tenere, per chi soffre di dermatiti da contatto. Sul fronte degli indumenti conviene, ad esempio, indossare indumenti di cotone, lino liscio e seta, se si soffre per il contatto con fibre sintetiche. Allo stesso modo, non conviene indossare tessuti ruvidi che possono peggiorare il prurito e soprattutto le croste che si formano sulla pelle.
Capitolo attività fisica. È meglio evitare di sottoporsi a un lavoro fisico eccessivo, specie se in ambienti caldi. Per chi fa sport, l’ideale è scegliere attività in acqua, come il nuoto o l’acqua-gym. Infine, ricordando che in certi casi le forme allergiche cutanee derivano dal contatto di potenziali allergeni con le mucose (attenzione agli alimenti) ricordiamo che sul fronte dell’igiene il bagno idrata la pelle mentre la doccia la disidrata, e soprattutto generalmente prevede l’uso una quantità maggiore di bagnoschiuma o di sapone che si applica direttamente sulla pelle.
Il rimedio più utile consiste nell’applicazione di pomate che leniscano i sintomi ad azione antiallergica/antistaminica, antipruriginosa e antisettica. Il medico va comunque interpellato per comprendere l’origine del quadro e per sapere cosa fare nelle forme più serie, per una diagnosi differenziale rispetto all’orticaria cronica e soprattutto in presenza di reazioni allergiche serie che vanno oltre un localizzato arrossamento e il semplice (seppur fastidioso) prurito.
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