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Dermatiti da sabbia e altri problemi cutanei dell’estate

Dermatiti da sabbia e altri problemi cutanei dell’estate
Tempo di lettura: 4 minuti

La pelle si arrossa. Si formano piccole lesioni, che magari assumono la formula di pustole. Spesso compare il prurito. Per chi si trova sulla spiaggia, il pensiero corre subito all’impetigine, soprattutto se si tratta di bambini. Sebbene questa patologia rappresenti sicuramente una delle cause principali dei problemi dermatologici che possono comparire quando si passano le vacanze giocando sulla sabbia, esistono anche altri disturbi che possono nascere a causa del contatto con la sabbia (e non solo). Si tratta in genere di dermatiti da sabbia che si risolvono in breve tempo, anche grazie all’impiego opportuno e responsabile di farmaci di automedicazione che possono aiutare a lenire i fastidi. 

Perché la sabbia può generare disturbi cutanei

La sabbia può generare irritazione e infiammazione dell’epidermide. Sono diversi i fattori che possono determinare questa situazione. Prima di tutto il quadro tipico della cosiddetta dermatite da contatto, che può manifestarsi proprio a causa del contatto con composti presenti nella sabbia che possono risultare irritanti per le persone predispose. Inoltre, quando ci si trova in riva ad un fiume o ad un lago o, ancora quando, per esplorare il retro della spiaggia, i più piccoli si avventurano in costume tra le piante, proprio il contatto con vegetali a cui si è ipersensibili può dare il via alle reazioni cutanee, che sono quelle tipiche di un processo infiammatorio. 

A differenza della classica dermatite atopica, che proprio in estate tende a limitare i suoi effetti per l’azione antinfiammatoria naturale dei raggi solari e, sovente, per il calo dello stress rispetto alla consueta routine, anche grazie alle vacanze, la dermatite da contatto può invece, proprio in “ambienti diversi” come avviene in vacanza, manifestarsi in chi è predisposto a reagire in modo “errato” quando entra in contatto, attraverso la pelle, con sostanze irritanti. 

Le dermatiti da spiaggia

Inoltre, proprio sulle rive dei laghi o del mare è possibile trovare alcuni batteri, funghi o parassiti che sono responsabili di infiammazioni cutanee, molto spesso particolari dermatiti, e che per il fatto di manifestarsi tipicamente in estate e durante i soggiorni marini o lacustri, potremmo definire come “dermatiti da spiaggia”.

Di queste fanno parte anche quelle che conseguono all’esposizione solare e al contatto con la sabbia e/o l’erba, che più in generale appartengono al vasto gruppo delle dermatiti da contatto. 

Attenzione comunque: occorre sempre ricordare che la sabbia, se la pelle è particolarmente umida per il sudore, può rappresentare un fattore irritante per chi soffre di dermatite atopica, con la comparsa di piccole irritazioni. Fare la doccia ed asciugarsi bene non appena si esce dall’acqua, è una regola da non dimenticare mai.

Arrossamenti, prurito e a volte anche bollicine che compaiono sull’epidermide sono i segni più classici delle dermatiti da contatto più comuni e diffuse in estate.

Dermatiti da spiaggia e problemi cutanei dovuti a funghi e parassiti

Il clima molto caldo e umido, l’abbondante sudorazione e il contatto continuo con la sabbia possono favorire, non solo in ambienti umidi come piscine o palestre ma anche al mare o al lago, lo sviluppo di micosi cutanee. Esse si caratterizzano per lesioni che si originano da un’unica “macchietta” arrossata. In questo caso, occorre pensare ad una cura specifica che si basi su farmaci antimicotici, che vanno assunti per tutto il periodo indicato anche se la lesione tende a guarire. Il dermatologo può poi indicare trattamenti specifici, anche in base alla localizzazione della lesione e della sua evoluzione. 

Meno comune è poi la dermatite dovuta ad un parassita che si chiama cercaria. Si fa un bagno, soprattutto in acqua dolce ma non solo, e si rischia di ritrovare larve che in qualche modo possono depositarsi sulla pelle determinando pustoline e/o vesciche. In genere il quadro si affronta con antistaminici per bocca, allo scopo di controllare il prurito, oltre che con farmaci da applicare localmente per correggere i problemi cutanei. 

Perché se i disturbi cutanei riguardano i bambini si pensa all’impetigine

L’impetigine è una delle più comuni infezioni batteriche dei bimbi (e non solo), che qualche volta deve essere seguita con particolare attenzione. A causarla sono due tipi di batteri: gli stafilococchi e gli streptococchi. Essi sfruttano le particolari condizioni della pelle. Sono a rischio soprattutto i bambini che, in genere hanno una più debole flora batterica saprofita cutanea, che viene quindi “dominata” dai batteri più “cattivi”.

E il gioco continuo sulla sabbia può favorire lo sviluppo del disturbo perché proprio i bambini hanno spesso numerosi “tagli” a causa del gioco. Proprio le piccole ferite favoriscono lo sviluppo dei germi patogeni responsabili dell’impetigine.

Quasi sempre il quadro inizia con la comparsa di bolle ripiene di liquido, che in poco tempo danno origine ad arrossamenti e a piccole vesciche che possono ricordare quelle della varicella. All’inizio il liquido interno alle bolle appare chiaro ma, col tempo, tende a modificarsi e a scurirsi. È in questa fase che le bolle, e soprattutto le croste giallognole che si formano sulla pelle, risultano particolarmente contagiose. Se a questo si aggiunge il prurito, davvero difficile da dominare, si può ben comprendere come il bambino grattandosi “porti” i batteri in altre aree della pelle, allargando l’area interessata dalle lesioni. Per fortuna, molto spesso basta davvero poco per trattare questa condizione, a patto ovviamente che le lesioni vengano riconosciute e affrontate al più presto. In genere, infatti, quando il quadro è molto localizzato e superficiale i batteri possono essere debellati con pomate antibiotiche prescritte dal pediatra (da stendere sulla pelle per tutto il periodo consigliato, anche per evitare che si possano creare resistenze da parte dei batteri legate all’insufficiente durata della terapia che li può rendere insensibili a quel farmaco), o addirittura con impacchi di acido borico e altre sostanze per limitare il grattamento. Se la situazione è più grave, tuttavia, occorre prendere provvedimenti ben più seri. 

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