Dolori muscolari in caso di influenza. Scopriamone le ragioni e i rimedi
Per due anni, complici il distanziamento fisico e le mascherine, e il virus Sars-CoV-2 che ha dominato la scena, ci siamo quasi dimenticati dell’influenza. E presto, durante l’inverno, ci sarà il rischio che la più classica delle infezioni di stagione ci “presenti il conto”, con una ampia circolazione virale. Vaccinarsi è importante. Ma è altrettanto utile capire che anche l’influenza, come altre infezioni virali, non si limita ai classici sintomi (tosse, mal di gola, febbre) legati all’entrata del virus nell’albero respiratorio.
Che dolori ai muscoli… sarà influenza?
Oltre a tosse, febbre, mal di gola, in una forma influenzale possono essere presenti anche il classico mal di testa e, soprattutto, le mialgie, ovvero i dolori muscolari. Ma come nascono questi fastidi ai muscoli, che comunemente chiamiamo “dolori alle ossa”? E come si possono affrontare i dolori da influenza?
Quali sono i dolori influenzali?
Per parlare di vera influenza occorre che siano presenti la febbre alta e a sviluppo repentino, almeno un sintomo respiratorio come tosse, raffreddore o mal di gola e un segno o sintomo extra respiratorio, come cefalea, forte astenia e mialgie.
I dolori muscolari in caso di influenza
La classica stanchezza muscolare, spesso impropriamente descritta come sensazione di “ossa rotte” o “gambe deboli”, si manifesta attraverso un senso di fatica che viene avvertito anche quando vengono compiuti sforzi banali come brevi tragitti a piedi. Si tratta di un corollario non certo gradito ma spesso presente in questa come in altre infezioni virali. In termini generali ci si sente stanchi quando i muscoli non sono in grado di sostenere la normale prestazione fisica. Questo può derivare, sempre in termini generali, da un eccessivo sforzo rispetto alle proprie caratteristiche, dalla carenza di energia al muscolo, per esempio come avviene in caso di attività sportiva prolungata, o, come avviene quando ci ammaliamo di influenza, dalla presenza di una serie di alterazioni legate all’infezione, che interessano l’intero organismo e riducono la produzione di energia da parte delle cellule.
Se è in corso un’infezione virale, nel corpo si possono diffondere tossine che “danneggiano” i citocromi, particolari unità operative dei mitocondri, le centrali di produzione di energia delle cellule, che di conseguenza ne diminuiscono la produzione. Qualcosa di simile a carico dei mitocondri può accadere anche per la reazione al virus influenzale.
Meccanismi di difesa dell’organismo contro l’influenza: la febbre… e i dolori
La debolezza muscolare e i “dolori alle ossa”, in ogni caso, non sono solo legati al meccanismo che abbiamo descritto ma possono far parte della reazione infiammatoria che il virus scatena. Quando si è esposti all’azione di un agente infettivo o è in corso un’infiammazione, infatti, l’organismo produce sostanze che innalzano la temperatura, i cosiddetti agenti pirogeni, come ad esempio l’interleuchina 1, che entra in gioco anche nell’infiammazione. Ma possono essere sintetizzati altri composti, come le prostaglandine. Se il corpo è più caldo aumenta la possibilità di distruggere direttamente i germi (esistono batteri termosensibili per i quali l’innalzamento termico di 1-1,5 gradi è sufficiente a inibire la replicazione) e soprattutto l’intero organismo reagisce in maniera più efficace. Producendo più calore aumenta la velocità dei battiti cardiaci ed il ritmo respiratorio, inoltre sono più attive le difese immunitarie perché si producono più anticorpi. Infine, la persona febbricitante cambia anche la propria produzione di energia. La misura più importante che il metabolismo mette in atto è l’utilizzo di grassi e proteine come fonti di energia rispetto ai carboidrati. La “scelta” del tutto autonoma e scarsamente “economica” perché i carboidrati rappresentano la più efficace fonte di produzione di energia, nasce per un motivo semplicissimo. Riducendo la disponibilità di zuccheri si abbassa anche la possibilità che questi vengano sfruttati dai microrganismi, che li utilizzano per il loro metabolismo. Ma questo, in chi è predisposto, può anche dar luogo alla classica debolezza muscolare che caratterizza i bambini che fanno i conti con l’acetone.
Come affrontare i dolori da influenza
Il riposo, ovviamente, è la miglior strategia per affrontare non solo i dolori muscolari che l’influenza può portare con sé, ma l’intera gamma dei sintomi che si possono correlare all’infezione. Grazie al riposo il sistema immunitario riesce a reagire meglio al virus e si può ridurre non solo il tempo di guarigione ma anche il rischio di complicazioni che possono prolungare il periodo di malessere.
Non dimenticate poi che l’attività fisica riduce la “forza” delle difese immunitarie nel breve periodo (alla lunga è un ottimo strumento per potenziare anche l’attività difensiva dell’organismo, quindi, va considerata una sana abitudine). Quindi per i muscoli “provati” dal virus non è proprio il momento di fare fatica. Tuttavia, se i muscoli diventano tesi e si va incontro a crampi, oltre ai classici antinfiammatori e antipiretici che possono aiutare a gestire la sintomatologia della reazione del corpo al virus, possono essere d’aiuto anche i miorilassanti. E non dimenticate in caso di febbre alta, l’importanza di bere, acqua ma anche spremute o centrifugati per reidratarsi e fare il pieno di vitamina C, ancor più se si mangia poco come accade in caso di influenza.
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