Dolore diffuso, senso costante di stanchezza, disturbi del sonno, formicolii, spasmi e contrazioni muscolari, debolezza degli arti, palpitazioni e disturbi intestinali. Per chi soffre di fibromialgia, il modo di presentarsi della patologia può essere davvero difficile da comprendere oltre che potenzialmente invalidante. E continua ad esserci il rischio il rischio – come spesso è accaduto in passato – di considerare le persone fibromialgiche semplicemente come persone ipocondriache.
Avere consapevolezza e conoscenza di cosa sia la fibromialgia è invece fondamentale anche per giungere ad una diagnosi che, ancora oggi, o richiede troppo tempo.
Il quadro viene spesso riconosciuto in persone di età̀ compresa tra i 20 ei 50 anni, anche se l’esordio, ancora complesso e difficile da individuare, può̀ verificarsi durante l’infanzia.
Il dolore cronico e la rigidità̀ causati dalla fibromialgia sono pervasivi e persistenti: i sintomi non aumentano nel tempo ma sono fluttuanti e variano in rapporto a numerosi fattori esterni che sono in grado di provocarne un peggioramento. È il caso, ad esempio, dei fattori climatici (i dolori si fanno più intensi nei periodi di grande umidità), dei fattori ormonali (periodo premestruale, disfunzioni della tiroide), dei fattori psicologici e dell’invecchiamento. La patologia appare inoltre fortemente correlata a traumi fisici o psicologici che in un soggetto predisposto possono scatenarla.
La tensione può giocare un ruolo importante nel determinare il quadro, così come anche la depressione e l’ansia.

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