La perdita di olfatto è un disturbo comune che spesso accompagna il raffreddore o altre infezioni respiratorie. In molti casi è temporanea e si risolve con la guarigione, ma in alcune situazioni può persistere più a lungo o diventare permanente. Vediamo di comprendere meglio di cosa si tratta.
Perdita di olfatto: un disturbo dai diversi volti
La perdita di olfatto, nota in medicina come anosmia, indica l’incapacità totale di percepire e riconoscere gli odori, come confermato dai test olfattivi clinici. È una condizione più severa rispetto all’iposmia, che rappresenta invece una perdita di olfatto parziale. Esistono anche disturbi più complessi, chiamati disosmie: tra questi la parosmia, cioè la percezione distorta degli odori, e la fantosmia, ovvero la percezione di un odore inesistente.
L’anosmia e l’iposmia sono le forme di perdita di olfatto più diffuse e spesso temporanee, ad esempio quando insorgono dopo un’infezione virale. In alcuni casi, però, la perdita dell’olfatto può essere un segnale di condizioni più serie, motivo per cui è importante non sottovalutare il sintomo e approfondirlo con uno specialista.
Perché la perdita di olfatto si verifica durante un raffreddore
In questo paragrafo cercheremo di capire il meccanismo attraverso il quale è possibile perdere la capacità di percepire gli odori, come avviene, ad esempio, in presenza di una infiammazione della mucosa nasale, tipica del raffreddore.
La percezione degli odori – in cui entra talvolta in gioco anche il gusto – nasce nelle narici, all’interno delle quali le molecole “di odori” interagiscono costantemente con i neuroni sensoriali nell’epitelio olfattivo deputati a trasmettere gli stimoli odorosi, permettendo, così, il segnale elettrico che, riconosciuto dal cervello, giunge fino al bulbo olfattivo e alla corteccia olfattiva primaria. Questo complesso meccanismo fa sì che in pochi attimi l’odore venga riconosciuto e classificato. Qualcosa di simile avviene anche quando mangiamo. In questo caso entra in gioco anche il “secondo” olfatto, quello retronasale, specializzato nel cogliere le molecole presenti negli alimenti: gli stimoli olfattivi non passano attraverso le narici quando inspiriamo ma transitano per il nasofaringe, il condotto che dalla parte posteriore della bocca arriva al naso.
Quale che sia la via di entrata degli odori, è evidente che in caso di iposmia o anosmia il meccanismo che permette l’olfatto si inceppa. Quando siamo raffreddati la presenza di muco non garantisce la percezione degli stimoli olfattivi perché il muco che si accumula nella parte superiore del naso dove si trovano i recettori degli odori di fatto, li sommerge impedendo quindi alle cellule degli odori di raggiungerli.
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Altre cause di perdita dell’olfatto
La perdita dell’olfatto può avere molte cause, ben oltre il comune raffreddore. In generale, è possibile suddividerle in alcune grandi categorie:
1. Cause infiammatorie e infettive
Le riniti virali acute sono tra le cause più frequenti di anosmia o iposmia. Anche riniti allergiche e rinosinusiti, sia acute sia croniche, con o senza poliposi nasale, possono compromettere la percezione degli odori.
2. Infezione da SARS-CoV-2 (Covid-19)
Durante la pandemia da Covid-19 si è registrato un forte aumento dei disturbi olfattivi. L’anosmia persistente è stata infatti uno dei sintomi più caratteristici dell’infezione da SARS-CoV-2.
3. Invecchiamento
Con l’avanzare dell’età, la funzione olfattiva tende naturalmente a ridursi. Le disfunzioni olfattive interessano tra il 9,5% e il 15,3% della popolazione adulta, ma la prevalenza cresce significativamente negli anziani: oltre la metà delle persone tra 65 e 80 anni e circa tre quarti degli over 80 lamentano difficoltà nel percepire gli odori, con una maggiore incidenza tra gli uomini.
4. Cause ormonali, traumatiche e neurologiche
La perdita dell’olfatto può dipendere anche da alterazioni ormonali, traumi cranici o malattie neurologiche. Proprio queste ultime meritano particolare attenzione: alcune patologie neurodegenerative, come il Parkinson, l’Alzheimer e altre forme di decadimento cognitivo, possono manifestarsi inizialmente con disturbi dell’olfatto. Per questo, se la perdita di olfatto non è temporanea, una valutazione neurologica è fondamentale per identificare eventuali segnali precoci di malattie del sistema nervoso centrale.
Rimedi e prevenzione contro la perdita di olfatto
La capacità di riconoscere odori e profumi è strettamente legata ai nostri ricordi: per questo mantenere allenato l’olfatto è importante, anche in età avanzata. Alcune ricerche, come uno studio dell’Università di Irvine pubblicato sul Journal of Neuroscience, suggeriscono che stimolare l’olfatto durante la notte tramite specifici stick odorosi possa favorire anche la memoria. È un esempio di come il “training olfattivo” possa aiutare a mantenere in salute le vie olfattive e, indirettamente, le funzioni cognitive.
Prevenzione della perdita di olfatto
Prendersi cura delle alte vie respiratorie è il primo passo per prevenire l’anosmia: evitare il fumo, proteggere naso e gola da irritanti, e trattare tempestivamente eventuali infiammazioni. Esistono però situazioni fisiologiche o patologiche in cui la percezione degli odori può alterarsi, come la gravidanza, le infezioni che interessano naso e orecchie o i disturbi della bocca e della lingua (ad esempio parodontite o glossite), che possono influire sia sul gusto sia sull’olfatto.
Rimedi nei casi di perdita di olfatto temporanea
Fortunatamente, molti episodi di anosmia sono transitori. In caso di riniti virali o allergiche, l’uso di decongestionanti nasali da banco può ridurre il gonfiore e alleviare il disturbo. Una regola generale è mantenere quanto più possibile pulite e libere le vie olfattive, favorendo una respirazione corretta.
Quando rivolgersi al medico
Se la perdita di olfatto peggiora, persiste nel tempo o si associa ad altri sintomi, è fondamentale consultare il medico. Solo una valutazione specialistica può individuare cause più complesse e definire il trattamento più adeguato per ogni singolo caso.
Perdita di olfatto: domande e risposte veloci
1. Perché non sento gli odori dopo un raffreddore?
La perdita di olfatto durante un raffreddore è causata dall’infiammazione della mucosa nasale e dall’accumulo di muco, che impediscono alle molecole odorose di raggiungere i recettori olfattivi. Il disturbo è di solito temporaneo e si risolve con la guarigione.
2. Quanto dura la perdita di olfatto dopo un’infezione virale?
Nella maggior parte dei casi la perdita di olfatto dura pochi giorni o settimane. Se persiste più a lungo – ad esempio dopo Covid-19 – è consigliabile rivolgersi a uno specialista per escludere cause più complesse.
3. Come recuperare l’olfatto dopo un raffreddore?
Per favorire il recupero dell’olfatto possono essere utili il lavaggio nasale, i decongestionanti da banco in caso di rinite e il “training olfattivo”, cioè l’esposizione quotidiana a odori specifici. Se il disturbo peggiora o non migliora, è necessario un controllo medico.
Fonte https://www.frontiersin.org/journals/neuroscience/articles/10.3389/fnins.2023.1200448/full

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