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Estate e abbronzatura, come preparare la pelle al sole

Estate e abbronzatura, come preparare la pelle al sole

Qualche tempo fa, una ricerca di Human Highway ha messo in luce come il dermatologo sia sempre più “richiesto”, visto che tutti ricercano una pelle più giovane e sana. Soprattutto, non esiste quasi più la differenza di genere: se 20 anni fa solamente 1 paziente su 300 era di sesso maschile, ora, influenzati anche dalla convinzione che un’apparenza giovane sia sinonimo di maggiore professionalità, gli uomini rappresentano circa il 20% dei pazienti. È evidente che in questo percorso l’esposizione corretta al sole rappresenta un fattore chiave. Questo perché, se non si punta sulla prevenzione, a breve termine, possono crearsi i danni derivanti da scottature e ustioni solari mentre, sul lungo periodo, una eccessiva ed errata esposizione solare determina un’accelerazione del photoaging e cioè dell’invecchiamento della pelle. E allora, proviamo a vedere come preparare l’epidermide ai raggi solari. 

Come sta la tua pelle?

Leggendo l’indagine di Human Highway si scopre che la stragrande maggioranza degli italiani sembrerebbe essere consapevole dello stretto rapporto tra la salute della pelle e il sole: solo il 16% non si è mai posto il problema e 3 italiani su 4 sanno che i bambini molto piccoli e gli anziani non dovrebbero esporsi al sole. Se esiste, quindi, una maggiore consapevolezza dei rischi per la salute della pelle, non tutti però sanno che i danni solari all’epidermide non sono i soli responsabili di problemi della cute, che possono essere determinati anche da altri fattori.

L’inquinamento atmosferico, ad esempio, ha provocato l’aumento di patologie allergiche dermatologiche: le particelle inquinanti che restano attaccate sulla nostra pelle talvolta sono talmente piccole e sottili che riescono a penetrare in profondità e a “creare” degli allergeni che, indebolendo la cute, favoriscono il manifestarsi di alcuni tipi di allergie.

Non solo. Anche lo stress influisce molto sullo stato di salute della pelle. Questo fenomeno è dovuto a degli impulsi elettrici provocati dai pensieri che favoriscono la dilatazione o chiusura dei vasi capillari con conseguenze sull’aspetto e sulla compattezza della pelle. Quando siamo positivamente emozionati diventiamo rossi in viso e abbiamo un aspetto migliore, più “fresco” e giovane, perché i pensieri positivi nella forma di cariche elettriche raggiungono i vasi sanguigni che, di conseguenza, si dilatano, causando un maggior flusso di sangue e un successivo incremento di collagene ed elastina. Al contrario, quando siamo spaventati, preoccupati e stressati, i vasi sanguigni si restringono: dato lo scarso flusso di sangue, la pelle diventa pallida, fredda, viene prodotto meno collagene ed elastina e si accelera invece il processo di invecchiamento cellulare della pelle.

Fretta di abbronzarti? Occhio a questi rischi

Perché l’esposizione solare può fare allora danni quando l’abbronzatura in realtà ci fa sentire più sani e belli? 

Ricordiamo che l’abbronzatura non è altro che una risposta di difesa della pelle alla foto esposizione, tramite la stimolazione dei melanociti, speciali cellule cutanee che aumentano la produzione di melanina. 

Scientificamente, va distinta l’abbronzatura immediata (il così detto fenomeno di Merovsky) dalla vera e propria abbronzatura. Il primo fenomeno ha rapida insorgenza, già durante l’esposizione al sole, è transiente e scompare in un paio di giorni. Esso è dovuto allo scurimento del pigmento già esistente ed è attivato dagli UVA. La vera abbronzatura, invece, si origina 48-72 ore dopo la foto esposizione, ed è supportata dalla produzione di nuovi grani di melanina ad opera dei melanociti attivati dagli UVB della luce solare. L’abbronzatura, che comporta un ispessimento dello strato corneo, una delle aree che trasversalmente si incontrano nella pelle, è massima dopo una decina di giorni e può persistere settimane o mesi. Si tratta, quindi, di un processo naturale.

Esagerare con una esposizione sbagliata o eccessiva comporta soltanto delle scottature che danneggiano la pelle che, invece fisiologicamente, se esposta al sole nel modo giusto, tende ad abbronzarsi nei limiti delle caratteristiche di ognuno (cosiddetto fototipo).

In che modo il sole danneggia la pelle?

Quando prendiamo il sole è come se venissimo colpiti da tanti spilli, che creano dei piccoli fori ed entrano nell’epidermide, producendo radicali liberi e provocando, quindi, l’invecchiamento della pelle. Se l’esposizione al sole è di breve durata e se la pelle è forte, gli spilli si limiteranno a rimanere in superficie; se il tempo di esposizione si prolunga perché vogliamo “fare in fretta” o/e se la pelle è sensibile, questi andranno più in profondità bruciando la pelle attraverso scottature più o meno ampie. Abbronzarsi con intelligenza è quindi fondamentale per prevenire le scottature e altre patologie cutanee. Infatti, le scottature, specie se ripetute nel tempo, sono pericolose poiché determinano la distruzione delle cellule e alterazioni del DNA che possono portare all’insorgenza di tumori cutanei.

Come preparare la pelle al sole

Il sole non deve essere visto come un nemico: solo una esposizione  eccessiva ed errata può essere nociva per la pelle. E allora? 

Nell’approcciare alla foto esposizione bisogna preparare l’epidermide sia con corretti stili di vita sia in funzione dell’abbronzatura stessa

Per quanto riguarda il primo aspetto bisogna tenere a mente che le cellule della nostra pelle sono simili alle mattonelle di un pavimento che, quando sono ben connesse l’una all’altra, permettono alla pelle di difendersi dalle aggressioni esterne. Quando la pelle viene trascurata, le cellule perdono i legami tra di loro e si sconnettono, creando delle micro-fessure da cui si “perde acqua”, causando secchezza cutanea e colorito spento. Questo processo si accentua soprattutto in estate, rendendo la cute meno pronta al sole, e quando si utilizzano detergenti non idonei alla propria pelle. Cosa fare? Sì a detergenti che producono poca schiuma, delicati e contenenti tensioattivi, che eliminano le sostanze grasse in eccesso.

Per quanto riguarda la crema (viso e corpo), è importante individuare, meglio se mediante il supporto del dermatologo, quella più idonea al proprio tipo di pelle, con i principi attivi giusti che vanno a rafforzare le pareti cellulari e che stimolano la formazione di nuovo collagene e di elastina.  

Per il sole occorre scegliere la protezione solare su misura. Se per certe carnagioni, l’arrossamento è una prima fase dell’abbronzatura, le scottature e l’eritema solare si prevengono utilizzando prodotti per la protezione solare adeguata al proprio fototipo, determinato in base alla qualità e alla quantità di melanina presente nella pelle e alle caratteristiche del colore della carnagione e dei capelli. Per renderne più piacevole l’applicazione, gli schermi solari possono essere scelti in base alle preferenze personali (esistono texture in crema, fluido, gel, spray, latte e stick). In ogni caso, questi prodotti devono essere stesi uniformemente, in dosi corrette, prima dell’esposizione, senza dimenticare di rinnovare più volte al giorno l’applicazione, specialmente dopo aver sudato o dopo essersi bagnati o asciugati.

Inoltre, la pelle muta nel corso della nostra vita ed è sottoposta a diversi e continui cambiamenti: ogni fase ha le sue esigenze e i trattamenti quotidiani, come le protezioni solari, dovrebbero essere adeguati ai bisogni che cambiano. La pelle di bambini e ragazzi fino ai 15 anni e degli adulti e anziani dopo i 45 è tendenzialmente più delicata e richiede, anche se si ha un fototipo scuro, una maggiore protezione. Inoltre i bambini fino ai due anni come gli anziani non dovrebbero esporsi al sole direttamente: anche in spiaggia, meglio farli stare all’ombra, indossando degli indumenti protettivi.

Il ruolo della prevenzione e i farmaci per l’estate

Prima di tutto, l’idratazione è fondamentale prima e durante la stagione estiva. Lo sanno bene gli italiani: ben 9 su 10 sono convinti che in estate bisogna bere più del solito e che idratarsi giovi al benessere generale e alla forma fisica, mentre 8 su 10 dichiarano che bisogna bere sempre e non solo quando si ha sete. Meno conoscenza e consapevolezza, invece, emerge con riferimento alla pelle secca che, per un italiano su tre (ma con una quota che sale al 43% nelle aree del Sud Italia), si gestisce unicamente applicando la crema idratante, senza passare per l’alimentazione. Acqua ma anche frutta e verdura. Oltre all’idratazione, è fondamentale iniziare a esporsi gradualmente ai raggi solari, circa 20 minuti al giorno i primi giorni, evitando le ore più calde della giornata, così da favorire la produzione di melanina oltre che di vitamina D. In valigia non possono sicuramente mancare la crema solare, e il doposole, fondamentale per l’idratazione e per la compattezza della cute. Oltre a un paio di occhiali da sole per proteggere anche gli occhi

Capitolo farmaci: nel caso di scottature, si può ricorrere a una crema ad azione lenitiva e rinfrescante contenente degli ossidi come lo zinco. In caso di scottature ricordarsi inoltre di evitare l’immediata e diretta esposizione al sole.