Puntura d’insetti, come comportarsi
Domeniche in campagna o sulla spiaggia, per “rubare” le ultime giornate di sole. Ma ci sono i classici rischi destinati a scomparire solo con l’inverno, per chi si siede sui prati o sotto un albero. Si tratta degli insetti che possono pungerci lasciandoci come esiti dello sgradito incontro dolore, gonfiore e bruciore. E, come se non bastasse, in rarissimi casi anche reazioni allergiche gravi.
Punture di insetto: i sintomi e le reazioni più comuni
Dopo il contatto, le punture d’insetto provocano un rigonfiamento della pelle di dimensioni variabili. La pelle si presenta infiammata, arrossata e generalmente è possibile riscontrare al centro di ogni lesione una crosticina puntiforme che corrisponde al punto d’inoculazione. Il dolore e la reazione locale variano di intensità e durata a seconda del tipo di puntura e talvolta sono associati a orticaria e prurito che, in certi casi, come per le zanzare che tutti conosciamo, è il sintomo predominante.
In caso di puntura possono essere di grande aiuto i farmaci di automedicazione ad azione antisettica antipruriginosa e antistaminica che, applicati localmente, sono utili contrastare il dolore, il prurito e il gonfiore sia per limitarne la durata Il meccanismo che si crea dopo una puntura, a prescindere dal “nemico” che causa la puntura, è legato al “veleno” rilasciato dagli insetti. Questo, che ha diversi componenti, stimola la sintesi di istamina, mediatore chimico di risposta in caso di infiammazione o di allergia. Per questo gli antistaminici si rivelano molto utili per limitare la reazione di risposta da parte dell’organismo e quindi di ridurre l’intensità dei sintomi.
Quindi, cosa fare subito dopo una puntura di insetto?
Ma ecco come comportarsi: subito dopo la puntura d’insetto, occorre pulire bene la zona con acqua fredda, mettere un cubetto di ghiaccio avvolto in un involucro di cotone e disinfettare l’area colpita. Se possibile, conviene anche eliminare subito, se presente, il pungiglione con strumenti idonei, facendo grande attenzione nell’estrarlo tutto perché si rischia di favorire, altrimenti, le condizioni di una infezione. Attenzione invece ai presunti rimedi della nonna: non è indicato l’impiego dell’ammoniaca e non bisogna rimuovere il pungiglione cercando di spremere la pelle attorno.
La situazione ovviamente cambia se la puntura di api, vespe o calabroni dà il via ad una reazione allergica generalizzata, con difficoltà respiratorie e perdita di pressione arteriosa che può sfociare nello shock anafilattico e avere, quindi, gravi conseguenze per la salute. In questi casi la reazione dell’organismo è rapida ed esige assistenza sanitaria immediata. Chi ha già avuto reazioni particolarmente intense all’incontro ravvicinato con api, vespe o calabroni è a rischio elevato per il futuro. Per questo, chi sa di essere potenzialmente in pericolo deve sempre, quando si reca in campagna o zone comunque a rischio, portare con sé una fiala di adrenalina predosata che, in caso di puntura, può permettere di contenere i sintomi e consentire un più agevole ricorso all’assistenza medica.
Alcune misure preventive per ridurre il rischio delle punture di insetto
Gli insetti che più frequentemente determinano problemi di reazioni allergiche potenzialmente gravi da punture sono api, vespe, calabroni. Questi tendono a reagire se infastiditi, quindi fate attenzione se vi trovate in zone in cui ci sono numerosi di questi “nemici” volanti. Inoltre va posta attenzione al fatto che vestiti di colori molto sgargianti o neri, e le profumazioni dei prodotti per l’igiene e la bellezza possono attirare gli insetti, così come il sudore: chi fa sport dovrebbe ricordare che l’attività fisica all’aperto aumenta il rischio di punture.
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