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Pressione alta, i valori, i sintomi e cosa fare per gestirla

Pressione alta, i valori, i sintomi e cosa fare per gestirla
Tempo di lettura: 5 minuti

Ipertensione: stiamo parlando di un killer silenzioso, che spesso non dà alcun segno della sua presenza, ma, seppur in silenzio, mette a rischio l’apparato cardiovascolare, il cuore, il cervello, i reni, gli occhi. Per questo, controlli periodici sono necessari.

Inoltre, quando c’è ipertensione, per fronteggiare la situazione occorre misurare regolarmente la pressione e parlare con il medico per migliorare gli stili di vita e per seguire eventuali terapie. Inoltre, è fondamentale anche prestare attenzione allo stress, a non esagerare con il lavoro, a superare le tensioni emotive, a vivere meglio ritagliandosi momenti di relax, a dormire il giusto.

Insomma, bisogna fare attenzione ai nostri comportamenti. Partendo dalle abitudini a tavola e da una regolare attività fisica perché il sovrappeso e la sedentarietà sono alleati (pericolosi) dell’ipertensione.

Con quali valori si definisce la pressione alta

Sebbene vada tenuto in considerazione che i valori pressori “normali” vanno studiati caso per caso in base alle condizioni generali e del rischio cardiovascolare della persona, in termini generali i livelli da non oltrepassare sono i 130 di massima o sistolica gli 85 di minima o diastolica.

Al limite, siamo nel campo della pre-ipertensione o pressione normale/alta se si sta tra i 130 e i 140 di sistolica e tra gli 85 e gli 89 di diastolica. Sopra queste soglie, si parla di ipertensione.

Perché la pressione alta è un pericolo per il cuore

Gradualmente, l’incremento dei valori di pressione porta a una serie di trasformazioni negative delle arterie e della loro struttura. Prima di tutto si assiste ad un progressivo indurimento delle pareti arteriose, con i vasi che diventano più rigidi e, quindi, meno sensibili alle necessità dell’organismo. Col tempo anche la membrana più interna dell’arteria, il cosiddetto endotelio, tende ad alterarsi favorendo l’insorgenza di lesioni aterosclerotiche. Siamo nella fase in cui i vasi sanguigni si fanno più stretti e rigidi, rendendo più difficoltoso l’apporto di sangue e ossigeno al cuore ed al cervello.

Inoltre, il cuore col tempo, si “sfianca”, progredendo verso lo scompenso cardiaco. Se non ci sono ancora stati segni, si possono avere anche direttamente le manifestazioni acute di problemi legati all’ipertensione e quindi possono verificarsi un ictus, se le lesioni sono particolarmente diffuse ai vasi che irrorano il cervello come le arterie carotidi, o un infarto, se il deficit riguarda le arterie coronarie.

Quali sono gli altri organi bersaglio dell’ipertensione

L’ipertensione è il principale fattore di rischio per l’ictus cerebrale, sia di tipo ischemico, cioè, legato ad un’ostruzione del passaggio del sangue attraverso i vasi che irrorano il cervello, sia emorragico, che induce un’emorragia cerebrale. Nel secondo caso il danno è diretto, mentre per quanto riguarda l’ictus cerebrale esso è determinato dalle progressive lesioni delle arterie (aterosclerosi), combinata con la pressione alta. Questo processo può infatti portare una lenta ostruzione dei piccoli e grandi vasi sanguigni che alimentano il cervello.

Da tenere in particolare considerazione in chiave preventiva è anche, a livello invece di muscolo cardiaco, la presenza di ipertrofia ventricolare sinistra, cioè l’ingrossamento delle pareti del ventricolo sinistro del cuore, che può rivelarsi un segnale accessorio di pericolo per il cervello. 

Per quanto riguarda i reni la malattia renale cronica, che spesso non dà alcun segno della sua presenza, colpisce attualmente circa il dieci per cento della popolazione, concentrandosi soprattutto negli ipertesi e nei diabetici, comportando un notevole aumento del rischio di incidenti cerebro e cardiovascolari e rappresentando, direttamente o indirettamente, un’importante fonte di spesa per i sistemi socio sanitari dei paesi industrializzati. Infatti, l’ipertensione danneggia direttamente i reni, per cui si studia con sempre maggior attenzione un approccio terapeutico che consenta non solo di mantenere sotto controllo i valori pressori, ma anche di proteggere i reni. Oggi esistono sistemi efficaci, come la valutazione della microalbuminuria (test che misura la presenza di minime quantità di albumina nelle urine), che aiutano a individuare i pazienti ipertesi che hanno un maggior rischio di complicazioni a carico degli stessi reni, del cervello e del cuore.

Cause e sintomi della pressione alta

L’ipertensione, nella stragrande maggioranza dei casi, viene definita idiopatica, ovvero non esiste una precisa causa scatenante. Si tratta però di un nemico silenzioso, visto che il più delle volte non crea disturbi. 

Quando si soffre di pressione alta, in alcuni casi possono essere presenti sintomi come mal di testa, cefalea, giramenti di testa o simili a volte uniti a sudorazione e tachicardia. Tuttavia, come detto, il più delle volte la pressione alta non crea fastidi.

Purtroppo, però quanto più sale e per lungo tempo, tanto maggiore è il rischio di andare incontro a infarto o ictus. Per difendersi bisogna misurare regolarmente la pressione dal proprio medico e quando il problema viene scoperto, tenerlo sotto controllo con i farmaci e con qualche semplice regola: poco sale a tavola, peso regolare, niente fumo, pochi alcolici, attività fisica regolare.

Per molti, le vacanze sono ancora lontane e la tensione di ogni giorno può giocare brutti scherzi al nostro benessere quotidiano. E se in molti casi la tensione si manifesta attraverso malumore e irritabilità e, a volte anche tramite fastidi temporanei come mal di testa occasionale, tensioni muscolari, bruciori di stomaco e maggior predisposizione alle infezioni virali, può capitare anche che lo stress determini un innalzamento della pressione arteriosa.

Cosa fare per tenere controllata la pressione 

La prima regola per prevenire l’ipertensione, per non superare i fatidici 130/85 millimetri di mercurio considerati ottimali, sta nelle buone abitudini. Prima di tutto occorre smettere di fumare, perché ogni sigaretta che si fuma provoca una vasocostrizione, cioè, fa restringere il calibro dei vasi. Altro nemico da contrastare è lo stress:l’eccessiva tensione nervosa porta alla produzione di elevate quantità di ormoni, chiamati catecolamine, capaci di indurre un restringimento dei vasi sanguigni e un aumento dei battiti cardiaci. 

L’attività aerobica, che prevede sforzi lenti e prolungati (ad esempio nuoto, corsa lenta o passeggiate, ciclismo in pianura) può aiutare nella prevenzione della pressione alta. 

Attenzione poi va prestata ai chili di troppo. La riduzione delle calorie insieme ad un’attività fisica regolare sono l’arma più efficace per dimagrire. Quindi, via libera al movimento senza stress eccessivi. L’ideale a fare più volte la settimana attività aerobica con sforzi lenti e prolungati.

Vanno benissimo attività come nuoto, corsa lenta o passeggiate, ciclismo in pianura. L’attività fisica concordata con il medico non solo è una importante arma di prevenzione ma può anche far abbassare la pressione anche in chi è iperteso. Infatti, specie nelle forme più lievi di ipertensione, perdere pochi chili di peso può bastare a riportare a valori accettabili la pressione

Ipertensione e ruolo dell’alimentazione: linee guida per una dieta

Quale dieta per gli ipertesi? A tavola, meglio lasciare ampio spazio ai vegetali che, oltre a contenere poche calorie e molte fibre, sono ricche di vitamine ad azione antiossidante che combattono il danno delle cellule dei vasi sanguigni.

Va poi ricordato che ipertensione e sovrappeso fanno spesso rima con colesterolo elevato. Oltre a controllare le dosi dei grassi conviene privilegiare quelli di origine vegetale, come l’olio extravergine d’oliva, e consumare pesce, ricco di acidi grassi polinsaturi omega 3.

Il peggior nemico dei vasi sanguigni è però il sale, perché il cloruro di sodio tende a mantenere liquidi nel sangue, aumentando quindi la “fatica” che il cuore deve fare per spingere il sangue stesso nell’organismo. Bisogna evitare di aggiungere sale agli alimenti e ridurre il consumo dei cibi che ne sono ricchi, come i formaggi stagionati e i dadi da brodo, magari impiegando altri sistemi per insaporire gli alimenti, come le spezie. Recenti ricerche dimostrano che timo, salvia, origano e rosmarino oltre a rendere gli alimenti più gustosi favoriscono il benessere dell’organismo.