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Ciao, sono bollino!

Quando la testa gira

Tempo di lettura: 4 minuti
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Sin da piccoli….in cerca di equilibrio! 

Fa ridere vero? Il bebè che tenta di stare in piedi è davvero uno spettacolo. Ciondola terribilmente, fino a crollare tra le braccia della mamma. Questa “debolezza” non dipende solo dai suoi muscoli, incapaci di  sopportare a lungo il peso della gravità sul corpo. Nei primi mesi di vita il centro che regola la posizione del corpo nello spazio non funziona correttamente in quanto non ancora sufficientemente allenato a svolgere le sue funzioni di “comando”, che assumeranno, in breve tempo, una importanza fondamentale. Ciò avverrà non appena, dopo qualche mese, i movimenti del neonato diverranno più sicuri, via via che il suo labirinto, l’organo che controlla la posizione del corpo nello spazio, avrà ricevuto le necessarie informazioni. 

E questo avviene grazie all’esercizio, che si può “pagare” con qualche caduta. Infatti, pure se è perfettamente formato  al momento della nascita, il labirinto non riesce, nei primissimi mesi di vita ancora a lavorare perché il piccolo non è abituato a regolare i propri movimenti in base agli stimoli che il corpo, muovendosi nell’ambiente, invia al cervello.  Niente paura, comunque. Verso i quattro – cinque mesi, settimana più settimana meno, il sua capo smetterà di ciondolare. E piano piano, imparerà a stare in piedi, a muoversi e correre senza cadere.

Siamo partiti dai bambini perché stimolano la fantasia e ci fanno sorridere, ma anche negli adulti capita che, spesso, “giri la testa”. Non ci riferiamo a quello che comunemente si intende per “soffrire di vertigini” che è qualcosa di differente, che si manifesta ad altezze elevate quando si guarda giù e che può essere  piuttosto descritto come “paura del vuoto”. Ma piuttosto a tutte le situazioni in cui avvertiamo il classico capogiro. Quando parliamo di vertigini tendiamo generalmente a riferirci a segni e sintomi diversi  che possono essere associati al classico giramento di testa come disorientamento, confusione, debolezza, ronzii alle orecchie, nausea solo per citare i più comuni e che a volte possono anche manifestarsi per situazioni particolari di stress e disagio o essere legati alla comparsa di cefalea o in particolari momenti come ad esempio gli sbalzi ormonali legati al ciclo mestruale nelle donne.

Nelle forme più gravi il fenomeno delle vertigini va sempre indagato per comprenderne le cause ed è necessaria la competenza medica per affrontare un problema che può intaccare la qualità di vita. 

Ci sono  però anche casi  in cui il senso di vertigine e giramento di testa possono dipendere dalle nostre abitudini o magari sono legati a situazioni passeggere che i farmaci di automedicazione possono aiutarci ad affrontare e superare. 

Dal mal d’auto alle “visioni”

 
A volte le sgradevoli sensazioni vertiginose dipendono dai movimenti repentini del corpo nell’ambiente. In questi casi quando la testa gira, non si tratta di vere e proprie vertigini. Capita ad esempio quando si soffre di mal di mare, oppure di mal d’auto.  In presenza di cinetosi i giramenti di testa, che si associano a nausea e vomito, sono una risposta naturale ad uno sbilanciamento dell’organismo. Infatti, il labirinto viene stimolato eccessivamente dal costante mutare della posizione del veicolo e questo induce un’alterazione dell’endolinfa vale a dire il liquido che si trova nel labirinto e che deve rimanere sempre in perfetto equilibrio quando il corpo è in posizione fissa. Inoltre, quando viaggiamo il corpo si sposta continuamente e in maniera non coordinata con la vista. Questo porta ad uno squilibrio delle sensazioni in arrivo al cervello, che risponde liberando sostanze come l’adrenalina e la vasopressina, responsabili della nausea e del vomito.

Pochi minuti dopo lo “stop”, tuttavia, la situazione si riequilibra. E la testa smette di girare. Ovviamente i farmaci di automedicazione sono fondamentali, soprattutto in chiave preventiva, per il trattamento della cinetosi. Per chi ne soffre gli antiemetici o anti vomito (da non somministrare sotto i 12 anni), presi prima di mettersi in viaggio poiché cominciano ad essere efficaci almeno dopo 30 minuti dall’assunzione, possono essere di grande utilità poiché agiscono sui recettori H1 del cervello e quindi limitano la risposta agli stimoli del labirinto. Sempre, comunque, limitare i comportamenti che potrebbero scatenare o rendere più persistente il disturbo: prima di un viaggio mangiare leggeri ed evitare di bere molto tenendosi lontano da alcol, caffe e bevande gassate. Meglio, soprattutto in auto o autobus, guardare la strada e sedere nei posti anteriori. 

Poiché la cinetosi è comune nei bambini, programmare soste abbastanza frequenti, e portare sempre crackers, fette biscottate o biscotti secchi.

In qualche caso, però, le vertigini compaiono per l’eccessiva eccitazione Capita ad esempio dopo una sbornia perché l’alcol in eccesso, pur dando un senso di euforia, tende a modificare la percezione del corpo nello spazio. Ovviamente anche in questo caso, specie se sono presenti anche nausea e mal di stomaco, l’automedicazione con i farmaci può essere di grande aiuto. 

Solamente psicologico – concedeteci la battuta! –  è, invece, il trattamento necessario se “gira la testa” quando si vede una bella ragazza o un uomo particolarmente attraente. 

Un bell’aspetto può far  “venire” le vertigini”, e si dice in senso metaforico che fa girare la testa”  proprio perché ci si volta di colpo per osservarlo, sia perché può indurre un senso di desiderio repentino. 

Attenzione alla “cervicale”

Chi ha problemi di tensione dei muscoli che circondano la colonna vertebrale nella sua parte più alta potrebbe avere una maggior facilità a veder comparire fastidiosi giramenti di testa. Per questo i farmaci di automedicazione possono essere d’aiuto in caso di infiammazione e per  “rilassare” l’area, così da sciogliere la tensione e quindi migliorare la situazione. 

Tuttavia, in caso di giramenti di testa, essi non incidono direttamente su ciò che li determina. Infatti, il capogiro può essere legato a difficoltà nella circolazione del sangue attraverso le arterie che, posteriormente, irrorano il cervello. Inoltre, può essere presente un deficit nella microcircolazione, a carico dei piccoli vasi capillari che irrorano le aree cerebrali. Le cellule nervose, infatti, hanno costante bisogno di nutrimento, in particolare di glucosio e ossigeno, che vengono trasportati dal sangue. Lo stesso meccanismo può essere chiamato in causa anche nelle forme di grave anemia, perché l’emoglobina che trasporta l’ossigeno all’interno dei globuli rossi è insufficiente. Non solo: in alcuni casi il capogiro non è legato direttamente alla circolazione, quanto piuttosto alla perdita momentanea di efficienza  dei neurotrasmettitori, i composti che permettono il passaggio dei segnali nervosi da un neurone all’altro. Quando ciò avviene, la risposta di adattamento dell’organismo allo stimolo nervoso è più lenta del dovuto e questo può generare la sensazione di perdita dell’equilibrio. 

Infine, sempre nel cervello possono nascere le vertigini in chi è ansioso. In questo caso però entra in gioco il sistema limbico, una zona molto antica del sistema nervoso che entra nella gestione delle emozioni. Da questa parte vengono inviati segnali alla corteccia temporale, che a sua volta può avere difficoltà a svolgere la sua funzione di controllo. E la testa quindi rischia di girare, aprendo un circolo vizioso che porta ad un aumento dell’ansia (le vertigini sono appunto dette ansiogene), e quindi al peggiorare della situazione che gestita e se del caso, affrontata con l’adeguato supporto di specialisti.