Ritenzione idrica: cosa fare per eliminarla
Il corpo umano è fatto per gran parte di acqua. Per mantenere in equilibrio la situazione, esistono diversi sistemi. Da un lato si deve evitare la disidratazione, particolarmente temibile soprattutto quando il clima è caldo e umido.
Dall’altro, occorre anche combattere la tendenza ad “accumulare” acqua che non viene eliminata come si dovrebbe. È in questa seconda condizione che si può verificare quella che viene definita ritenzione idrica.
Si tratta di una situazione in cui nell’organismo si può verificare un ristagno dei fluidi nei tessuti. Il ristagno, quindi, porta ad accumulare liquidi tra le cellule in quelli che vengono chiamati spazi interstiziali generando, di conseguenza, il gonfiore, che è poi il segno visibile di questo quadro.
Non si tratta solamente di un problema estetico, anche se a volte la ritenzione idrica viene vissuta come una minaccia solo in questo senso. Infatti, la ritenzione idrica può segnalare, in taluni casi, la sofferenza di alcuni organi, come il cuore.
Inoltre, i sintomi e segni dell’accumulo di liquidi, come ad esempio la presenza di gambe pesanti e caviglie gonfie, possono disturbare il benessere, anche solo occasionalmente. Per questo i farmaci di automedicazione, assieme a qualche sana abitudine, possono essere di grande aiuto per contrastare un fenomeno diffuso prevalentemente ma non esclusivamente tra le donne.
Sotto la lente di ingrandimento, per chi soffre di ritenzione idrica, sono soprattutto le zone dove in genere tende anche ad accumularsi il grasso come l’addome, oltre alle gambe.
Come capire se è ritenzione idrica: i sintomi
Come abbiamo detto, la ritenzione idrica non rappresenta solamente un problema estetico.
Esistono vere e proprie patologie caratterizzate anche da questo problema, ad esempio a carico del cuore, del rene o del fegato (deve essere sempre il medico a intervenire).
Nella maggior parte dei casi però le alte temperature, unite magari a una posizione che mette a maggior rischio la circolazione delle gambe, possono favorire l’insorgenza dei disturbi a carico degli arti inferiori.
Quali sono i segni e i sintomi più tipici della ritenzione idrica alle gambe? Se si trattengono acqua e sodio, cresce il rischio che si formino leggeri edemi, cioè gonfiori localizzati.
Questi tendono a manifestarsi soprattutto la sera, specie se si è rimasti a lungo in piedi o comunque in una posizione fissa per ore. Le gambe diventano pesanti e in alcuni casi diventa anche più faticoso camminare.
Non solo: a volte, in corrispondenza delle aree gonfie, può comparire anche un leggero prurito. Infine, la circolazione che fatica a svolgere il suo compito e i liquidi che tendono a fuoriuscire dai capillari facilitano la comparsa della temutissima buccia d’arancia.
Le cause della ritenzione idrica
È innegabile che i problemi legati alla ritenzione idrica tendono a “farsi sentire e vedere” soprattutto quando il clima si fa caldo-umido, anche perché il calore è nemico della buona circolazione delle gambe.
Infatti, la ritenzione idrica, nelle sue forme più comuni e per certi versi più facili da affrontare (ricordiamo sempre che in presenza di edemi particolarmente significativi il medico va sempre interpellato) è spesso legata a un non corretto funzionamento della circolazione venosa, con la presenza frequente di capillari, varici o altri problemi circolatori, e di quella linfatica: i vasi linfatici non sono cioè in grado di drenare il liquido che si accumula perché le vene non riescono a “trattenerlo” nel sangue.
Questa situazione è molto comune tra le donne. Infatti, il gonfiore delle caviglie può interessare quasi il 40% della popolazione femminile adulta, anche tra i 35-40 anni.
Non sempre, però, i sintomi iniziali dell’insufficienza venosa e linfatica sono però subito evidenti perché, in una primissima fase possono essere presenti solo leggeri bruciori, sensazioni di piccole punture o di scosse elettriche, formicolii, e l’immancabile prurito.
In tutti i casi, ci sono elementi che peggiorano l’intensità dei disturbi: ad esempio il mantenimento prolungato della posizione eretta o seduta, che limita l’attività dei muscoli, il calore, che facilita l’infiammazione delle pareti venose, l’avvicinarsi del ciclo mestruale con il conseguente squilibrio ormonale nella donna.
Migliorano il quadro, invece, il riposo sdraiati, gli impacchi freddi o gli idromassaggi con acqua fresca.
Cosa fare per eliminare la ritenzione idrica
La ritenzione idrica, quando non è particolarmente seria e non appare legata alla presenza di vere e proprie patologie, può essere contrastata con le giuste contromisure.
Fondamentale è prestare attenzione ai segnali che il corpo invia e, in presenza di varici o comunque di insufficienza venosa, il primo passaggio deve essere offrire una sorta di “spinta” verso l’alto alle vene e ai vasi linfatici che soffrono.
Come fare? Sono utili in questo senso le calze elastiche. Sono studiate per fornire una compressione graduale dal basso verso l’alto: più strette sulla caviglia, si allentano progressivamente al ginocchio e sulla coscia. Proprio questa gradualità riesce a creare la condizione ideale perché il sangue risalga dalla gamba verso il cuore.
Per chi ha sintomi leggeri di malessere correlati alla ritenzione idrica a carico delle gambe, come pesantezza, gonfiori o formicolii, o per chi ha comunque necessità di rimanere a lungo in posizione di “rischio” possono bastare calze “riposanti”, cioè con bassi valori di compressione.
Questo è solo uno dei tanti consigli che si possono offrire a chi fa i conti con caviglie gonfie, gambe pesanti e altri sintomi legati alla ritenzione di liquidi.
Importante sarebbe anche sfruttare la forza dell’idromassaggio con acqua tiepida e comunque a una temperatura che non superi i 38 gradi, da ripetersi ogni sera altrimenti non si ottiene l’azione tonificante sulla circolazione, necessaria e utilissima quando le gambe sono gonfie.
Indicati, ma solo quando davvero non hanno un’azione “riscaldante”, sono anche i massaggi.
Infine, un’ultima raccomandazione: quando caviglie e polpacci si gonfiano, soprattutto la sera, come facevano le nostre nonne, meglio sdraiarsi con i piedi più in alto del capo, per facilitare il ritorno venoso. Conviene inclinare il letto o l’intero materasso in modo che le estremità inferiori rimangano sollevate di 15-20 centimetri, senza però mettere cuscini sotto le gambe, perché si rischia di creare un’angolatura “controproducente” all’altezza delle caviglie.
Consigli di dieta e idratazione
Per fronteggiare la ritenzione idrica conviene bere regolarmente. Sì, avete capito bene. Anche se può sembrare un controsenso ma per contrastare la ritenzione idrica bisogna immettere nel corpo liquidi, sia bevendo sia attraverso l’alimentazione.
Il tutto, senza esagerare con il sale da cucina, a meno che le temperature non siano davvero proibitive e non si rischi di lasciare l’organismo senza il sodio necessario.
Proprio da questo apparente contrasto, ovvero il bisogno di immettere liquidi nel corpo anche quando si tende a trattenere acqua, nascono i consigli generali di alimentazione per chi fa i conti con questo problema.
Gli alimenti più ricchi in acqua, come si sa, sono i vegetali. Non rinunciate, quindi, a una semplice insalata, magari con cetrioli. E non sottovalutate l’importanza di concludere il pasto regolarmente con la frutta, come kiwi o banane, ricchi di potassio che contrasta l’azione del sodio.
Tra i frutti poi, ricordate che quelli rossi, fragole, mirtilli e altri prodotti del sottobosco, sono ricchi di composti (bioflavonoidi) in grado di “rinforzare” la parete dei vasi sanguigni.
Tra i vegetali, invece, non dimenticate in tal senso, l’utilità di broccoli e dei peperoni. Se proprio volete, poi, ricordate che anche la classica tisana con erbe ad azione drenante può essere d’aiuto per favorire l’idratazione e mantenere “freschi” i tessuti.
Sempre rimanendo sul fronte delle bevande, il semaforo diventa però rosso quando si parla di alcolici. Per chi soffre di ritenzione idrica, le bevande alcoliche possono diventare un nemico perché facilitano la vasodilatazione, ovvero l’allargamento del calibro dei vasi, rendendoli meno robusti ed elastici.
Attività fisica contro la ritenzione idrica
Se non volete fare la fine di Genoveffa e Anastasia, le sorelle cattive di Cenerentola che avevano difficoltà a mettere le scarpe la sera del ballo a differenza della protagonista della fiaba, cominciate a muovervi la mattina.
Per prevenire i piedi che gonfiano, il prurito e il dolore che si accompagna a queste problema, l’acqua-gym è l’ideale. Quindi, se siete in vacanza, programmate lunghe passeggiate sulla battigia o magari iscrivetevi a un corso di ginnastica in acqua per sfruttare l’azione benefica del massaggio naturale delle onde sui vasi sanguigni delle gambe.
Per chi rimane in città o comunque va in campagna o in montagna, le passeggiate (senza sforzi eccessivi) sono sicuramente utili.
L’importante, per contrastare i fastidi della ritenzione idrica e l’insufficienza venosa, è fare in modo che i muscoli delle gambe non impigriscano. Questo significa sfruttare il tempo per qualche semplice esercizio, in palestra, o anche in casa o in ufficio perché, se i muscoli non lavorano e si mantiene a lungo la stessa posizione le valvole delle vene si affaticano.
Chi sta a lungo in piedi si alzi sulle punte dei piedi almeno per due minuti ogni ora. Chi sta seduto sollevi le gambe almeno per un quarto d’ora tre volte al giorno.
Ritenzione idrica e cellulite, quale correlazione?
Ritenzione idrica e cellulite tendono spesso ad avere una matrice comune. La prima, infatti, può peggiorare la seconda. Per questo si consiglia una bella nuotata in entrambe le situazioni.
In chi deve fare i conti con la temuta buccia d’arancia, nuotando a stile libero, dorso, delfino si porta l’acqua ad esercitare un massaggio vigoroso e costante sulle zone in cui si manifesta più spesso la cellulite, senza notevoli sforzi perché il corpo è rilassato durante il galleggiamento in acqua.
Come se non bastasse, il massaggio esercitato dall’acqua contribuisce a ridurre il senso di accumulo edematoso delle zone affette da cellulite e migliora il microcircolo contribuendo a sfiammare i tessuti.
In ogni caso, anche se non nuotate, puntate su una blanda attività fisica, aerobica, a patto che non si sforzi troppo l’organismo facendo produrre acido lattico e corpi chetonici, potenzialmente nocivi per la circolazione.
Vanno quindi benissimo la camminata di quaranta minuti al giorno oppure la corsa ad una velocità non maggiore di sei minuti al chilometro o la bicicletta.
Gli specialisti, in ogni caso, non puntano solo sul movimento per contrastare la buccia d’arancia. Nella genesi della sofferenza dei tessuti i nemici sono diversi: si va dal particolare assetto ormonale, all’eccesso di zuccheri nel sangue fino ai composti chimici (occorre fare attenzione anche all’alimentazione troppo ricca di grassi e al fumo di sigaretta) che provocano un aumento di radicali liberi, una riduzione dell’ossigenazione e dell’acidità dei tessuti, una riduzione dell’attività energetica cellulare.
I farmaci di automedicazione possono essere in tutte e due le situazioni (ritenzione idrica e cellulite) di grande aiuto per aiutare la circolazione: possono essere somministrati direttamente nell’area in cui la circolazione è difficoltosa o essere assunti per bocca.
È stato dimostrato che la combinazione di diverse sostanze ad azione flebotonica può agire positivamente anche sul quadro vascolare, perché ci sono farmaci che possono nutrire le cellule della parete di vene e capillari, oltre che indurre la riduzione dei radicali liberi e dei mediatori dell’infiammazione, tutti elementi che peggiorano la situazione.
Insomma: occorre attenzione ed è importante, piuttosto che il fai da te, il parere del farmacista o del proprio medico di fiducia per una doppia azione sui meccanismi che conducono alla cellulite e alla ritenzione idrica.
La ritenzione idrica può essere legata alla debolezza del sistema venoso delle gambe, esistono composti che possono avere un’azione protettiva sulla parete interna delle vene e altri che aiutano a ridurre il gonfiore. Nel primo caso si utilizzano derivati del mirtillo, della ruta e della centella asiatica. Nel secondo invece possono aiutare derivati dell’ananas, come la bromelaina, dell’ippocastano e della ruta.
Attraverso consigli pratici e informazioni chiare, ci dedichiamo a educare e guidare verso scelte di vita quotidiana consapevoli, promuovendo un benessere semplice e duraturo.