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Sindrome premestruale: i sintomi e come affrontarla

Sindrome premestruale: i sintomi e come affrontarla
Tempo di lettura: 4 minuti

Per qualche donna la sindrome premestruale, che si manifesta prima del ciclo mestruale e, anzi, in qualche modo lo preannuncia, è una sorta di appuntamento cui si rinuncerebbe volentieri. E questo perché, in genere, ci si sente terribilmente stanche e più irritabili, la pancia si fa gonfia, a volte fa male e ci sono addirittura dolori mestruali ben prima dell’arrivo delle mestruazioni. Oltre al quadro appena descritto, nei giorni che precedono il ciclo, non mancano, per certe donne, improvvise e a volte ingiustificate crisi di pianto. Come se non bastasse, la ritenzione di liquidi dovuta al mutato assetto ormonale tende a far aumentare una fastidiosa sensazione di gonfiore. Insomma, i sintomi pre-mestruazioni possono esser un problema e bisogna parlarne con il ginecologo, ricordando comunque che sul fronte dei fastidi il quadro, molto diffuso, può essere lenito anche grazie a corretti stili di vita.

Come riconoscere la sindrome premestruale

Proviamo a mettere in fila alcune caratteristiche della sindrome premestruale. In genere si presenta con sintomi vari e compare da quattro a sette giorni prima delle perdite mestruali (a volte i sintomi arrivano anche 10 giorni prima del ciclo,) si aggrava con l’avvicinarsi delle perdite e tende a migliorare o addirittura a scomparire con l’inizio delle mestruazioni.

I sintomi fisici e i sintomi emotivi

La sindrome premestruale ha una sintomatologia differenziata che si caratterizza, generalmente, per sintomi che interessano la sfera fisica e quelli che invece riguardano quella emotiva.

Tra i sintomi fisici si ricordano: ritenzione idrica e gonfiore di mani e piedi, tensione mammaria, gonfiore e dolore addominale, alterazioni del transito intestinale, aumento e alterazioni dell’appetito e del gusto, senso di stanchezza e fatica, mal di testa e, a volte, anche, mal di schiena.

Tra i sintomi “emotivi”: irritabilità, aggressività, cattivo umore, pianto ingiustificato, ansia, difficoltà di concentrazione, insonnia.  Non essendoci esami diagnostici o test strumentali specifici in grado di confermarla, la diagnosi si basa sulla ciclicità dei fastidi e sulle modalità di comparsa degli stessi, sempre legati alle perdite mestruali. 

Per parlare di “vera” sindrome premestruale occorre che i disturbi si manifestino nei cinque giorni precedenti il ciclo per almeno tre mesi di fila, si concludano entro il quarto giorno dall’inizio della mestruazione e presentino un’intensità tale da interferire con le normali attività quotidiane della donna.

Le cause dei dolori pre-ciclo

Per quando riguarda le cause della sindrome premestruale, è ormai acclarato il ruolo dell’elevata sensibilità agli estrogeni, ormoni femminili, pur se negli ultimi anni si è supposta anche la presenza nel sangue di anomali livelli di serotonina (una sostanza che facilita la trasmissione dei segnali nervosi ed entra in gioco anche nella genesi di alcune forme depressive). Di certo, nelle donne che soffrono di sindrome premestruale non esistono alterazioni degli organi femminili o deficit ormonali. Se presenti, la donna deve affrontare una problematica di salute più complessa che va valutata dal ginecologo, il referente per comprendere cosa accade e come comportarsi.

Come affrontare i disturbi della sindrome premestruale

I sintomi della sindrome premestruale interessano tanto la sfera psicologica quando quella fisica. Ed è per questo che, una volta che il ginecologo è giunto alla diagnosi, l’attenzione alle proprie condizioni e il controllo dei fastidi rappresentano la strategia migliore per convivere con la sindrome premestruale. I farmaci di automedicazione, pur non agendo direttamente sulle cause del fenomeno, possono contribuire a limitarne i disturbi: esistono medicinali ad azione antinfiammatoria e antidolorifica in grado di ridurre la risposta infiammatoria migliorando la sintomatologia dolorosa che può essere presente sotto forma di mal di pancia, mal di testa, dolori muscolari prima e durante la durata del flusso mestruale. Un altro valido aiuto, soprattutto in chiave preventiva e per limitare la sensazione di gonfiore dovuta alla ritenzione di liquidi, può arrivare dall’integrazione di sali minerali, primo tra tutti il magnesio

Dolori pre-mestruali e carenza di magnesio

Una carenza di magnesio può manifestarsi con stanchezza ma anche con problemi legati alla sfera psicologica, come appunto ansia, irritabilità, cattivo umore. Infine, questo deficit temporaneo può anche manifestarsi con attacchi di cefalea e dismenorrea, cioè di dolore durante il periodo mestruale. Il calo di magnesio può quindi spiegare una serie di sintomi non collegabili a una patologia, come disturbi dell’umore, tensione emotiva, astenia, difficoltà di concentrazione, debolezza muscolare, che possono invece comparire in chi soffre di sindrome premestruale.

Il ruolo dell’alimentazione contro la sindrome premestruale

A fronte del sostegno che può arrivare dai farmaci di automedicazione per lenire i disturbi, anche l’alimentazione, può giocare un ruolo importante in chiave preventiva e durante i giorni delle perdite mestruali. In tal senso ecco quattro regole per affrontare la sindrome premestruale

  1. Evitate gli alcolici e bevete molta acqua. Non bisogna correre il rischio di andare incontro a disidratazione, anche parziale. Questa condizione, peggiora la sensazione di gonfiore e può facilitare l’insorgenza di disturbi, dal mal di testa alla ritenzione di liquidi. Conviene però limitarsi alla semplice acqua, magari sfruttando anche l’azione di vegetali che non contengono in quantità. Bere alcolici può avere un effetto negativo, in caso di sindrome premestruale. Basti pensare, in questo senso, ad una ricerca condotta su quasi 50.000 donne da un’equipe dell’Università di Santiago di Compostela, pubblicata su BMJ Open, che mostra un’associazione tra assunzione di alcolici e aumento dei sintomi della sindrome premestruale. Chi ha fastidi particolarmente intensi, insomma, dovrebbe evitare gli alcolici.
  2. Non fate mancare al corpo il ferro e il magnesio. Se le mestruazioni sono abbondanti, e non solo, si può verificare un calo della disponibilità di ferro per l’organismo. In questo senso, carne, pesce e legumi possono offrire proteine utili per il corpo offrendo anche quantità del prezioso minerale. Ma non dimenticate che anche le verdure a foglia verde possono essere d’aiuto. Anche se il ferro degli spinaci non è disponibile come quello delle carni, queste verdure contengono anche magnesio che aiuta a mantenere il benessere. Su questo fronte, un quadretto di cioccolato fondente dopo un pasto può essere d’aiuto. 
  3. Tenete in ordine il microbiota. Nel nostro corpo vivono batteri in quantità di molto maggiore rispetto alle cellule dell’organismo stesso. E proprio l’equilibrio tra gli abitanti di questa “megalopoli” invisibile può diventare fondamentale per mantenere il benessere delle mucose dell’apparato genitale, oltre che ovviamente la regolarità dei ritmi dell’intestino ed aiutare a gestire le emozioni e il sistema nervoso attraverso l’asse tra intestino e cervello. I cibi ricchi di probiotici come lo yogurt, il kefir e simili possono essere d’aiuto ma non bisogna dimenticare l’importanza di dare i giusti nutrimenti ai batteri “buoni”, attraverso gli alimenti prebiotici, come sono alcuni tipi di frutta e verdura. 
  4. Lasciate spazio ai vegetali. Ci sono alcuni alimenti che possono aiutare a fronteggiare specifici disturbi legati alla sindrome premestruale. È il caso ad esempio dello zenzero, a piccole dosi, perché può aiutare a contrastare l’infiammazione e la sensazione di gonfiore. La curcumina della curcuma ha anch’essa azione antinfiammatoria. Le noci, infine, hanno una componente lipidica ricca di acidi grassi omega-3 e contengono magnesio, oltre ad offrire la vitamina E che contribuisce, inoltre, a regolare il flusso.