La strana malattia di chi non sa di essere malato
Ci sono persone che non sono consapevoli dei propri malanni. Una situazione da studiare.
Non c’è peggiore sordo di chi non vuol sentire, si dice spesso. Allo stesso modo, non c’è peggior malato di chi nega di esserlo. Sembra impossibile ma ci sono persone che rappresentano un mistero per i medici. Sono quelle che soffrono di anosognosia, ovvero la mancanza di consapevolezza della propria malattia. Un fenomeno molto complesso ed ancor oggi misterioso per la medicina e la psicologia. Il termine (derivante dal greco a-noso-gnosia) fu coniato nel 1914 dal neurologo francese Joseph Babinski per indicare l’incapacità del malato di prendere coscienza del suo stato. La sindrome colpisce in particolare chi ha subito un ictus o un trauma cerebrale, impedendogli di avere piena o parziale consapevolezza dei conseguenti deficit sensoriali, motori, cognitivi o affettivi. Un aspetto singolare del disturbo è quello delle spiegazioni assurde, spesso fantasiose, a cui chi ne soffre ricorre, quando è messo a confronto con tali deficit. Ad esempio, nel caso di un ictus che abbia leso la mobilità di un arto, si possono avere giustificazioni quali: “Soffro di artrite”, “Sono stanco”, “Ora non mi va”, fino ad affermazioni come “Questo braccio non è mio” o “La gamba è staccata dal mio corpo”. Insomma, un quadro complesso che va riconosciuto. Anche se per fortuna è davvero rarissimo.
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