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Per Santa Lucia e per il Natale, il contadino ammazza il maiale

Per Santa Lucia e per il Natale, il contadino ammazza il maiale

Dicembre, con pranzi, cene e aperitivi con colleghi e amici come occasione per il tradizionale scambio di auguri prima delle Feste vere e proprie è un mese in cui non sempre è facile restare leggeri a tavola. E allora, torna davvero alla mente l’antico proverbio che segnala come proprio l’alimentazione sia uno dei “must” di questo periodo dell’anno, con il ricorso ad alimenti particolarmente calorici e il “cedimento” nei confronti della buona tavola. Non per nulla, i nostri nonni erano soliti uccidere il maiale nei primi giorni di dicembre (proprio per prepararsi alla festa di santa Lucia) in modo da avere per tutto il mese carni e insaccati da utilizzare come piatti appetitosi nei periodi delle feste.

L’importante, in tutti i casi, è non esagerare. E non solo per il controllo del peso o per non rallentare troppo la digestione, ma anche per evitare di affaticare il silenzioso “laboratorio” dell’organismo, vale a dire il fegato, un organo fondamentale che può svolgere quasi cinquecento reazioni chimiche diverse Tra queste, ripulisce le sostanze assimilate da quello che potrebbe essere nocivo per il corpo, lavora i grassi dei cibi, produce il colesterolo e la bile, sintetizza gli enzimi necessari per il benessere. In più il fegato fa da “contenitore” naturale per molte vitamine come la A e la D, per cui non abbiamo bisogno di ingerirne continuamente con i cibi. Infine, ad esso si deve un fondamentale contributo al mantenimento del livello del glucosio nel sangue, cioè della glicemia.  Per il tessuto epatico gli eccessi di grassi, specie se di origine animale, non sono certo d’aiuto e possono indurre pericolosi sovraccarichi.

Quindi, anche se “semel in anno licet insanire” (come dicevano i latini, uno sgarro alle regole può essere concesso), ricordiamo di proteggere il fegato. Il che significa non eccedere nell’assunzione di alcolici (pensate che in chi soffre di steatoepatite l’effetto di un bicchiere di vino si triplica rispetto a quello della persona sana), consumare elevate quantità di fibre con cinque porzioni di vegetali al giorno, svolgere attività fisica regolare e limitare i grassi di origine animale. Facciamo come i nostri nonni: consumiamo piatti golosi, ma solo occasionalmente e senza esagerare. La parsimonia a tavola, senza rinunciare al gusto, può diventare un vero e proprio strumento di benessere.