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Malattie sessualmente trasmissibili, quali sono? Sintomi e prevenzione

Malattie sessualmente trasmissibili, quali sono? Sintomi e prevenzione

Circa 4.000 nuovi casi l’anno. Almeno parlando di cifre ufficiali. Statistiche recenti dicono che ogni anno sarebbero così tanti, e si tratta sicuramente di una sottostima, i soggetti per i quali vengono segnalati casi di Malattie Trasmesse Sessualmente (MTS) monitorate dal Sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità. E i numeri sono in crescita. Con potenziali ripercussioni non solo sul presente, ma anche futuro, in chiave di benessere sessuale e riproduttivo, soprattutto per i giovani.

Molteplici e complessi sono i motivi della crescente incidenza delle infezioni trasmesse sessualmente. Basti pensare, in questo senso, alla maggiore mobilità delle popolazioni, che contribuisce a una più rapida diffusione mondiale di agenti infettivi. A questo si aggiungono altre cause quali una migliorata sensibilità diagnostica, un’elevata trasmissibilità dei ceppi batterici e la limitata prevenzione. Al contrario, proprio la prevenzione è fondamentale, soprattutto nell’età adolescenziale, per ridurre il rischio di contrarre patologie quali sifilide, clamidia, infezione da HIV, gonorrea, herpes genitalis e condilomatosi ma anche candida, solo per citare quelle più conosciute. È necessario favorire la prevenzione nelle scuole, sensibilizzando i giovani a corretti stili di vita e a corrette abitudini comportamentali e relazionali, migliorando il grado di conoscenza delle infezioni trasmissibili sessualmente.

Le infezioni di questo tipo colpiscono di più gli individui con una maggiore suscettibilità biologica ad esse e tendono a interessare maggiormente soggetti che hanno un apparato genitale più complesso ed esteso, come le donne, e dove i patogeni hanno una probabilità maggiore di stabilirsi. Attualmente, malattie come la sifilide, la gonorrea e il linfogranuloma venereo, che a partire dagli anni Settanta e fino al 2000 avevano mostrato una diminuzione tale dei casi da essere sul punto di scomparire sia negli Stati Uniti che in Europa Occidentale, mostrano in Europa e in parte anche in Italia, un aumento improvviso della loro incidenza, soprattutto nelle grandi città metropolitane. 

Quali sono le principali malattie a trasmissione sessuale

Le infezioni e patologie trasmesse sessualmente sono diverse, come clamidia, gonorrea, sifilide, condilomi anogenitali e herpes genitale. Si tratta di patologie la cui incidenza continua a crescere interessando in particolare i giovanissimi tra i 15 e i 24 anni e le donne. La cura tempestiva è molto importante, perché riduce l’infettività del paziente e limita i contagi. Purtroppo, molte di queste infezioni tendono a ricomparire nello stesso soggetto (recidive) oppure, specialmente quelle asintomatiche o che si manifestano con sintomi non ben definiti, tendono frequentemente a non essere diagnosticate o ad essere scambiate per altre malattie. Proprio per questo è importante saper riconoscere i sintomi e i segni dei disturbi, che spesso sono molto aspecifici e che in alcuni casi sono legati anche a diversi agenti patogeni, batteri, virus ma anche miceti come nel caso della candida

Il caso della clamidia

La clamidia ha un trend globale in aumento a cui l’Italia non fa eccezione. Non è facile da diagnosticare, può essere asintomatica, ma può provocare gravi conseguenze, se non trattata. Fino al 30% delle donne con infezione da clamidia non trattata può sviluppare la malattia infiammatoria pelvica che, a sua volta, può comportare problemi di fertilità o complicanze nella gravidanza. Quando è sintomatica, l’infezione si può manifestare con uretrite, cervicite, proctite (cioè infiammazione della mucosa del retto), Inoltre, la trasmissione dell’infezione dalla madre al bambino al momento del parto può comportare l’insorgenza di problemi oculari o polmoniti nel neonato. Esiste un trattamento antibiotico che va prescritto dal medico.

Gonorrea, sifilide e le altre MST di origine batterica

La gonorrea è la seconda malattia sessualmente trasmessa nel mondo dopo la clamidia. È un’infezione facilmente trasmissibile, causata da un batterio chiamato Gonococco. I sintomi principali, che generalmente appaiono da due a dieci giorni dal rapporto sessuale con un partner infetto, sono bruciore durante la minzione e secrezioni dal pene o dalla vagina. In alcuni casi, specialmente nelle donne e nella fase iniziale, i sintomi sono lievi; nelle fasi avanzate dell’infezione, invece, si possono avere perdite di sangue, febbre, dolore nella zona pelvica e gonfiore alle articolazioni. 

La sifilide è causata dal batterio Treponema pallidum. È un’infezione molto contagiosa che si manifesta da 1 a 12 settimane dopo un rapporto sessuale con persona infetta, generalmente con una lesione nella zona genitale. È questo il primo stadio della malattia, cui seguono talvolta macchie sulla pelle e disturbi simili all’influenza. L’infezione rimane attiva, se non trattata, anche quando scompaiono i sintomi. L’ultimo stadio può interessare la pelle, le ossa, le articolazioni, l’apparato cardiovascolare e il sistema nervoso centrale. Esiste però un trattamento antibiotico efficace che consente di trattarla evitando le possibili conseguenze a lungo termine.

E proprio sul fronte dell’efficacia degli antibiotici, a fronte dell’aumento delle resistenze a questi farmaci, il mondo scientifico si interroga. È fondamentale che si facci un uso appropriato di questi farmaci, che vanno sempre indicati dal medico. In Italia stando a dati recenti la resistenza antimicrobica (AMR) rimane tra le più alte in Europa, con 11.000 morti all’anno.  Purtroppo, esiste una relazione stretta tra l’utilizzo di antibiotici in una popolazione e il tasso di batteri resistenti in quella popolazione. Nel nostro Paese, la maggior parte degli antibiotici viene utilizzata a livello territoriale. Un utilizzo eccessivo di antibiotici li rende meno efficaci, aumentando il rischio di non essere più in grado di trattare infezioni che oggi possono essere curate.

Le principali MST causate da virus

Anche i virus possono entrare in gioco nel determinare le MTS. Basti pensare in questo senso. all’infezione da Herpes genitale. Colpisce soprattutto le donne, esposte al rischio di acquisire l’infezione più degli uomini. Il virus si trasmette con i rapporti sessuali o altri stretti contatti fisici con persone infette, sintomatiche o no, attraverso la saliva, i fluidi genitali o le lesioni della pelle. Il virus può penetrare attraverso un taglio, un’abrasione, una ulcerazione della pelle o delle mucose. I sintomi dell’infezione variano da individuo a individuo: nei casi più gravi le lesioni della pelle durano fino a tre settimane, ma a volte la prima infezione può essere quasi del tutto asintomatica.

Ancor più temibile, anche perché rappresenta la causa del tumore della cervice uterina (e non solo) è l’infezione da HPV o Papilloma Virus Umano. Si può prevenire con il vaccino specifico. La trasmissione dell’infezione avviene quasi esclusivamente nel corso di un rapporto sessuale. I sintomi sono variabili. In qualche caso il virus non dà alcun segno della sua presenza, mentre in altre forme provoca piccole verruche negli organi genitali. In qualche caso possono comparire i condilomi acuminati, che interessano la vulva, la vagina e l’uretra, cioè il sottile tubicino attraverso cui l’urina passa dalla vescica all’esterno. L’infezione è pericolosa per le donne, perché il virus induce una trasformazione dell’epitelio del collo dell’utero, cioè della mucosa, aumentando il rischio di tumori maligni. solo in questa sede. 

Le infezioni sessuali di origine fungina: la candida

La candida, patologia che abbiamo già approfondito, rappresenta una delle infezioni più comune di origine sessuale. Facilmente trattabile con l’impiego di farmaci antimicotici da utilizzare per il tempo necessario, anche quando i sintomi sono scomparsi, necessita di un trattamento “di coppia” nel senso che la terapia deve essere somministrata sia alla donna, solitamente il soggetto più colpito, che all’uomo per evitare continue recidive dell’infezione attraverso un contagio a “ping pong”, quando cioè l’infezione si trasmette da un partner all’altro per poi riprendere in entrambi.

La candidosi, se non è asintomatica è ben riconoscibile: nella donna si possono avere secrezione bianco/giallastra simile a latte cagliato, quella che si definisce leucorrea, dolore nella parte bassa dell’addome che si manifesta in particolare durante i rapporti sessuali. Nel maschio, invece le secrezioni giallastre che vengono eliminate dal pene. Nella donna, come nell’uomo, ci possono essere bruciore ad urinare e, come segno dell’infiammazione diffusa, gonfiore delle ghiandole linfatiche dell’inguine. 

Come si riconosce e si affronta la vaginite

Nella donna la vaginite rappresenta una delle più comuni manifestazioni delle malattie a trasmissione sessuale. Nella metà circa delle situazioni, comunque, la vaginite è conseguente ad un’infezione, legata spesso alla candida. Questa forma provoca perdite bianche, prive di odore e molto vischiose, che si accompagnano a prurito e arrossamenti. Quando invece entrano in gioco infezioni batteriche il quadro si manifesta con perdite molto abbondanti dall’odore sgradevole e di colore grigiastro. Infine, l’infezione da Trichomonas vaginalis provoca perdite giallastre, cremose e maleodoranti, oltre che un forte dolore. La diagnosi di vaginite va fatta sempre da un ginecologo, anche perché in alcuni casi può essere presente un’infezione delle vie urinarie concomitante. 

Tuttavia, nell’attesa della visita dello specialista un sostegno sintomatologico alla donna può venire anche dai farmaci di automedicazione, che possono aiutare a contrastare il prurito e il bruciore. Esistono in questo senso creme anestetiche da applicare localmente e lavande contenenti antinfiammatori. In caso di sospetta infezione, poi, la donna può applicare lavande che contengono medicinali ad azione disinfettante con soluzioni diluite di iodio. Infine, quando si ipotizza un’origine fungina del quadro infiammatorio, si può anche ricorrere ad una terapia con antimicotici locali.  In chiave preventiva, ricordate che la vaginite spesso comporta dolore durante la penetrazione. Per questo occorrerebbe sempre astenersi nelle fasi in cui è in corso l’infiammazione, anche per evitare il fenomeno del “ping-pong”.

Come proteggersi dalle Malattie a Trasmissione Sessuale

Ecco alcune semplici regole per diminuire il rischio di contagio

  1. Usare il preservativo durante ogni rapporto vaginale o anale. Il preservativo rappresenta la migliore protezione. Non dimenticate che esiste il rischio di trasmettere le MST attraverso il contatto della bocca con l’area genitale
  2. Limitare il numero di partner sessuali
  3. Non aspettare di recarsi dal medico specialista al momento della comparsa dei sintomi riferibili ad una malattia sessualmente trasmessa.
  4. Informare il partner della propria infezione genitale in modo da permettere diagnosi e cura precoci
  5. Evitare rapporti sessuali non protetti nel periodo di trattamento della MST anche in assenza di sintomatologia
  6. Utilizzare, comunque, il preservativo anche se si impiegano mezzi contraccettivi come pillola, dispositivi intrauterini e diaframma.