Non serve compiere un movimento ampio come quello di un tennista per accorgersi che qualcosa non va: a volte basta un piccolo gesto perché la spalla si blocchi e il dolore diventi così intenso da rendere impossibile anche le attività quotidiane. È in questi casi che si parla di spalla congelata, conosciuta anche come capsulite adesiva, una condizione dolorosa caratterizzata da rigidità articolare e limitazione dei movimenti. La spalla sembra quasi “intrappolata”, come se fosse congelata, impedendo di alzare o ruotare il braccio liberamente. Capire quali sono i sintomi, le cause e i trattamenti più efficaci per la spalla congelata è fondamentale per affrontare il problema e ritrovare la piena mobilità articolare.
H2: Cos’è la spalla congelata e da cosa è causata
La spalla congelata, o capsulite adesiva, è una condizione in cui l’articolazione della spalla perde progressivamente mobilità fino a diventare rigida e dolorosa. Si parla di “spalla congelata” perché il braccio sembra letteralmente bloccato, come se fosse immobilizzato, e spesso il dolore porta la persona a evitare di muoverlo o di alzarlo, peggiorando ulteriormente la rigidità articolare.
Ma da cosa è causata la spalla congelata? Le cause non sono sempre chiare, tuttavia esistono diversi fattori di rischio che possono favorirne l’insorgenza. La spalla congelata colpisce più frequentemente le donne tra i 40 e i 60 anni e può comparire dopo un trauma, un intervento chirurgico o in presenza di disturbi metabolici. In particolare, il diabete e le alterazioni della tiroide aumentano il rischio di sviluppare questa condizione.
H3: Alcune ricerche indicano un ruolo degli ormoni nella comparsa della capsulite adesiva
Alcune ricerche suggeriscono anche un possibile legame tra depressione e comparsa della capsulite adesiva, pur senza un rapporto diretto di causa-effetto. In questo senso c’è chi ipotizza anche un ruolo degli ormoni visto che in gravidanza si è osservato un netto miglioramento della situazione. Tutto parte dall’osservazione che in diverse gestanti con capsulite adesiva il dolore pare attenuarsi rendendo i movimenti più semplici. Alcuni ricercatori del Beth Israel Diaconess Center, insieme a studiosi dell’Università di Boston, hanno correlato il miglioramento clinico delle future mamme nell’aumento della produzione di relaxina che si verifica in gravidanza. Così, combinando la competenza medica con quella degli ingegneri dell’Università di Boston, si è provveduto a testare sui topi le evidenze empiriche viste sulle donne in gravidanza. I risultati sono stati sicuramente interessanti, pur se per ora si tratta solamente di osservazioni ottenute negli animali da esperimento. Con le iniezioni di relaxina negli animali con capsulite adesiva si è riusciti a ridare movimento all’articolazione della spalla. Il motivo? C’è ancora molto da capire, anche se si sa che la relaxina ha due funzioni: da un lato rende i tessuti maggiormente elastici, come del resto è necessario alla donna in gravidanza, dall’altro contribuisce a dilatare i vasi sanguigni, senza “stancare” il cuore.
H2: Sintomi tipici e fasi della spalla congelata
Il dolore alla spalla quando si muove il braccio è il sintomo più tipico della capsulite adesiva. Ma bisogna stare attenti a non fare confusione, visto che anche altre patologie, prima tra tutte la periartrite scapolo-omerale, possono presentarsi con questo sintomo.
Classicamente, la spalla congelata si manifesta in tre diverse fasi. Nella prima, che può durare anche mesi, si inizia ad avere dolore quando si fanno movimenti con la spalla, come appunto portare verso l’alto il braccio. Progressivamente il dolore tende a manifestarsi sempre prima nello svolgimento del movimento, per cui la risposta sta nella riduzione dell’ampiezza del movimento per avere un’azione antalgica. È a questo punto che la condizione diventa “ingannatrice”. Il dolore sembra diminuire, ma tale effetto è legato molto all’attenzione che si fa nel non “forzare” la spalla e quindi nel muoverla meno. Si ha quindi la sensazione di avere requie dal dolore e si tende a sottovalutare il problema. Nella terza fase si ha la sensazione di migliorare e di recuperare le capacità di movimento dell’articolazione ma la ripresa non è in genere totale e comunque può richiedere mesi o anni. Insomma: non bisogna pensare di poter risolvere da soli la situazione. Parlare con il medico è fondamentale per giungere a una diagnosi e seguire un trattamento indicato per la propria specifica situazione.
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H2: Rimedi e tempi di recupero per la spalla congelata
La capsulite adesiva, che in una prima fase acuta può essere affrontata con il ricorso a farmaci ad azione analgesica e antinfiammatoria, va indagata dal medico. Per le terapie, oltre all’aiuto dei farmaci di automedicazione quando il dolore è occasionale e la limitazione ai movimenti è sopportabile, solo il curante può indicare trattamenti specifici, anche in sede locale.
Si può ricorrere a infiltrazioni di cortisone o suoi derivati all’interno dell’articolazione, per un’azione locale del trattamento che contrasta l’infiammazione. Inoltre, ci sono dimostrazioni che anche i cortisonici per bocca possono avere effetto positivo nei confronti dell’infiammazione localizzata alla capsula.
Attenzione poi va prestata ai movimenti: si sa, ad esempio che può aiutare lo stretching capsulare, con esercizi che nel tempo contribuiscono a ridare alla spalla la capacità di allungamento inibita dall’infiammazione. Ma anche sul fronte della fisioterapia e della rieducazione bisogna essere seguiti, secondo percorsi specifici e mirati. Lo stesso vale anche per un eventuale intervento chirurgico, che può essere eseguito soprattutto quando l’infiammazione è controllata. L’importante, in tutti i casi, è ricordare l’importanza di non sottovalutare i sintomi. Se la spalla fa male e i movimenti sono sempre meno ampi, andate dal medico per evitare un percorso di recupero che può rivelarsi lungo e faticoso.
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H2: FAQ – Domande e risposte rapide sulla spalla congelata
1. Cos’è la spalla congelata e quali sono le sue cause principali?
La spalla congelata, o capsulite adesiva, è una condizione caratterizzata da rigidità e dolore dell’articolazione della spalla che limita i movimenti quotidiani. Le cause non sono sempre chiare, ma tra i fattori di rischio più comuni ci sono il diabete, le alterazioni della tiroide, i traumi e alcuni interventi chirurgici. Colpisce più spesso le donne tra i 40 e i 60 anni e può svilupparsi anche in seguito a un lungo periodo di immobilità.
2. Quali sono i sintomi e le fasi della spalla congelata?
Il sintomo principale della spalla congelata è il dolore intenso durante i movimenti del braccio, seguito da una progressiva perdita di mobilità articolare. La condizione evolve solitamente in tre fasi: una fase iniziale di dolore acuto, una fase di rigidità (in cui la spalla sembra “bloccata”) e infine una fase di recupero graduale, che può richiedere mesi o anni per risolvere completamente il problema.
3. Come si cura la spalla congelata e quanto dura il recupero?
Il trattamento della spalla congelata dipende dalla gravità dei sintomi e dallo stadio della malattia. Nelle fasi iniziali possono essere utili farmaci antinfiammatori o analgesici, infiltrazioni di cortisone e fisioterapia mirata con esercizi di stretching capsulare. Nei casi più gravi può essere valutato un intervento chirurgico. I tempi di recupero variano da alcuni mesi fino a due anni, ma con una diagnosi precoce e un percorso terapeutico adeguato è possibile recuperare gran parte della mobilità.

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