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Infortuni sportivi, quali sono i più frequenti

Infortuni sportivi, quali sono i più frequenti

Perché è bene non pretendere troppo dal proprio corpo

Quando siamo a riposo, per produrre energia il corpo utilizza i cosiddetti substrati ossidabili, come glucosio e glicogeno. In caso di attività fisica vengono, invece, utilizzati i depositi di acidi grassi contenuti nelle cellule di tessuto adiposo. È per questo che fare una regolare attività sportiva aiuta la perdita del grasso. Inoltre, l’esercizio regolare agisce sul metabolismo a riposo, diminuendolo progressivamente, e influenza la produzione di calore provocata dagli alimenti, favorendo la ridistribuzione del grasso corporeo perché facilita la perdita del grasso intraddominale considerato particolarmente a rischio per la salute. Inoltre, fare sport rappresenta un fattore protettivo per le malattie cardiovascolari e il diabete, sia in termini di mortalità che di morbilità. In particolare, agisce abbassando la pressione arteriosa e i valori di trigliceridi nel sangue, aumenta il colesterolo HDL e migliora la tolleranza al glucosio. 

Se muoversi con regolarità è quindi indubbiamente un toccasana anche in chiave preventiva, bisogna ricordare sempre che, se si esagera con lo sport o si pretende troppo dal proprio corpo, si rischia di mettere a repentaglio muscoli, tendini, articolazioni. Insomma, occorre evitare di richiedere al corpo quello che non può sopportare o di lanciarsi in sforzi che possono risultare controproducenti.

Gli infortuni più frequenti nel calcio

Per chi sceglie il calcio, con il classico torneo da bar dell’estate, occorre prestare attenzione soprattutto ai movimenti rapidi e ai cambi improvvisi di direzione legati, ad esempio, a un dribbling. Il ginocchio e la caviglia, in una simile situazione, possono rischiare un leggero trauma distrattivo o, peggio, una vera e propria distorsione con gonfiore e dolore. Per questo è fondamentale scegliere con cura le calzature, specie se ci si muove su terreni accidentati. A rischio è soprattutto chi non è allenato o è in sovrappeso oppure chi ha la muscolatura dell’addome debole. 

La situazione è diversa se compare dolore sotto la pianta del piede o in un punto del ginocchio. Il dolore, dalla regione interessata può irradiarsi ai muscoli circostanti. All’inizio può essere modesto e scomparire completamente con il riposo, ma, se sottovalutato, può diventare invalidante anche per le normali attività della vita quotidiana come il semplice camminare. In questi casi, è fondamentale rivolgersi al medico con tempestività. Ovviamente, poi, gli sforzi intensi e/o prolungati, specie se non si è abituati, possono facilitare la comparsa di dolori muscolari e articolari. 

Infortuni più frequenti nel basket e nella pallavolo 

Con il basket e la pallavolo (e il beach-volley), si rischia, saltando, di atterrare male con maggior rischio di problemi al ginocchio o alla caviglia, specie se il terreno di gioco non risulta sufficientemente “assorbente” dopo un salto. Le “storte” della caviglia, strappi muscolari e distorsioni, sono infortuni frequenti. Tuttavia, questi e altri traumi possono verificarsi anche a carico degli arti superiori. Un esempio, tipico della pallavolo, è il dito insaccato. Inoltre, spesso, per movimenti improvvisi o cadute, si può originare una tendinite con coinvolgimento dei muscoli della cuffia dei rotatori, che si trova sulla parte laterale della spalla. A volte, possono poi insorgere, oltre a lievi lesioni muscolari, anche alle semplici contratture, potenzialmente molto dolorose pur se non c’è una vera e propria lesione delle fibre muscolari. Bisogna stare attenti ai movimenti ed effettuare un adeguato riscaldamento. Per chi fa sforzi troppo intensi o esagera “a freddo”, c’è poi il rischio connaturato al movimento della schiacciata a rete o a canestro: se non si è “riscaldata” la fascia muscolare della schiena si rischia il “colpo della strega” che può insorgere in ogni attività a seguito di un movimento brusco. In quel caso compare improvvisamente dolore in sede lombare, con limitazione funzionale evidente. Il “colpo della strega” insorge più facilmente in soggetti poco allenati che frequentano occasionalmente la palestra ed è favorito, al pari delle lesioni muscolari, dalla preparazione fisica inadeguata. 

Infortuni più frequenti nel padel (e nel tennis)

Sforzi intensi. Rapidi. Con movimenti improvvisi. Mettete assieme questi tre elementi ed avrete il cocktail di rischio per chi, magari non propriamente in forma, si avvicina al padel (e non solo). Come nel calcio, muscoli e articolazioni vengono sollecitati dalle improvvise e numerose sollecitazioni del corpo e dai cambi di direzione che possono facilitare la sofferenza dei legamenti. Per i muscoli il segnale d’allarme è una forte “fitta”, una “frustata” o uno “schiocco”, in corrispondenza di un muscolo. In questi casi occorre applicare immediatamente ghiaccio (preferibilmente non a contatto diretto con la cute) e fermarsi immediatamente. Come per il tennis, quindi, anche nel padel occorre una valida preparazione per limitare i rischi di mal di schiena e di eccessiva sollecitazione del gomito, con quella situazione che viene appunto definita gomito del tennista. Il gomito del tennista o epicondilite laterale è, infatti, una lesione traumatica da sovraccarico in cui il muscolo estensore comune delle dita viene stirato in maniera eccessiva e si infiamma. A volte si tende a sottovalutare questo disturbo perché nelle fasi iniziali il malanno sembra essere di scarsa entità. Il riposo è però fondamentale così come intervenire per risolvere l’infiammazione. 

Infortuni più frequenti al mare

Divertirsi sulla spiaggia? Possibile, ma con la giusta attenzione. E non solo per i rischi del beach volley o dei racchettoni. Ricordate che anche per nuotare la spalla viene messa a rischio, soprattutto per la mancanza di allenamento. Puntate sempre sul riscaldamento dell’articolazione e sullo stretching. Per chi invece sceglie la barca a vela, oltre a ricordare l’importanza di un’attenta scelta degli indumenti (mai dimenticare qualcosa di più pesante della sola t-shirt!), occorre anche avere sempre a disposizione il ghiaccio istantaneo.  Il rischio di traumi è basso ed è essenzialmente dovuto alla presenza di oggetti inusuali, quali corde bitte, etc., nonché dell’acqua che rende scivolose le superfici, determinando ccadute. Per questo i pericoli maggiori vengono da piccole ferite che possono essere affrontate con una corretta disinfezione immediata e poi protette per evitare sovrainfezioni. In caso di contusione, invece, dopo aver applicato il ghiaccio si può ricorrere a farmaci di automedicazione che consentono di limitare la diffusione dell’ematoma e il dolore, oltre che il gonfiore.

Farmaci da banco per il trattamento

L’elenco dei farmaci di automedicazione che possono essere impiegati nel trattamento dei sintomi legati agli infortuni sportivi è molto lungo. E dipende ovviamente dal tipo di trauma che si è verificato e dalle conseguenze che può avere su muscoli, articolazioni, tendini, cute o altri tessuti dell’organismo. Per questo, proviamo assieme a tracciare un semplice elenco partendo proprio dai sintomi che possono manifestarsi, ricordando che il farmacista e soprattutto il medico in caso di traumi più seri possono dare indicazioni mirate caso per caso. 

Infiammazioni causate da distorsioni, strappi, slogature, crampi

Pomate, creme, unguenti e cerotti medicati per uso locale a base di antinfiammatori non steroidei FANS.

Farmaci per via orale a base di antinfiammatori non steroidei Utili possono essere anche farmaci che rilassano la muscolatura.

Ecchimosi ed ematomi

Eparinoidi e sostanze capillaroprotettrici che contengono principi attivi in grado di accelerare il riassorbimento del sangue fuoriuscito dai vasi riducendo quindi il tempo di visibilità dell’ematoma.

Ferite ed escoriazioni cutanee

La disinfezione si può fare utilizzando acqua ossigenata (perossido di idrogeno) o antisettici e disinfettanti per uso cutaneo.

Non utilizzare mai prodotti aperti da lungo tempo. In alcuni casi può essere utile anche applicare una pomata antibatterica nell’area immediatamente circostante la ferita.

Micosi cutanee (quando si entra in contatto con ambienti umidi come piscine e palestre)

Antimicotici per uso topico

Prevenzione contro gli infortuni sportivi

L’attività fisica, se si esagera e si punta su sforzi intensi e occasionali senza la giusta preparazione, non fa bene. E può essere addirittura pericolosa per chi non è allenato, perché può condurre a un sovraccarico cardiocircolatorio e, quindi, ad un affaticamento per il cuore oltre che a un maggio rischio per tendini e articolazioni.

Come si possono limitare i rischi? È fondamentale iniziare con calma, partendo da sforzi brevi di tipo aerobico (che, cioè, consentono di rifornire l’organismo di ossigeno) come corsa lenta, bicicletta o nuoto. Poi, progressivamente, si possono aumentare i tempi di attività. Per chi ha superato la soglia degli “anta”, in particolare, meglio evitare o approcciare con la dovuta calma e il consiglio di un esperto, le attività che inducono brusche variazioni della tensione muscolare, con scatti brevi e intensi: è il caso, ad esempio, del calcetto o dello squash. Non bisogna sentirsi superuomini e cadere nella “sindrome di Highlander”. È importante che gli sforzi siano commisurati alle proprie condizioni, ricordando però che, muovendoci, aiutiamo la nostra salute. Infatti, una corretta attività fisica consente di favorire il mantenimento o il recupero del tono muscolare, della mobilità e di una valida funzione cardiaca e respiratoria. L’attività fisica ha, inoltre, un impatto emotivo che si riverbera nella sensazione di “benessere” che riguarda non solo il corpo, ma anche la mente. Per far lavorare bene corpo e psiche, in ogni caso, occorre che ci sia sempre carburante a disposizione. Quindi fatevi consigliare sugli alimenti da preferire, sia durante le fasi di allenamento che poco prima dello sforzo, per evitare di rimanere senza “benzina”. E tenete presente che il corpo ha sempre bisogno di acqua: l’idratazione è fondamentale. Infine, un consiglio per chi vuole “ricominciare” dopo un lungo periodo di inattività: è sempre meglio chiedere consiglio al proprio medico di famiglia su quale sport sia più adeguato ancor più se si ha qualche piccolo fastidio all’apparato muscolo-scheletrico.