L’enzima che “ama” la sporcizia e protegge gli allergici
“Vado a vivere in campagna”. Potrebbe essere questa la scelta per ridurre il rischio che le generazioni future soffrano di allergia come i genitori. Da tempo si sa, infatti, che anche l’eccessiva igiene ambientale può giocare un ruolo nel favorire la comparsa di riniti da fieno e dei sintomi che le accompagnano quali naso chiuso, raffreddore, occhi che bruciano e lacrimano, e che, nei casi più seri possono portare allo sviluppo di vere e proprie patologie respiratorie come l’asma bronchiale. Oggi però la scienza è finalmente arrivata a spiegare il perché di questa situazione, che sembra invitare tutti ad un’esistenza più “sporca” e meno igienizzata. La chiave del fenomeno sarebbe da ricercare in una specifica azione legata, ad esempio, all’aria che si respira nelle fattorie. Cosa succede? Lo spiega una ricerca condotta in Belgio su animali, pubblicata su Science. Nelle stalle e nei fienili, stando allo studio, ci sarebbero in grandi quantità sostanze liberate dai batteri presenti, chiamate endotossine, capaci di generare una sorta di “mini-infezione” del tutto impercettibile ma in grado di stimolare una minima reazione delle difese dell’organismo.
Iniettando le endotossine direttamente nelle narici dei topi gli studiosi hanno visto che le cellule presenti sulle mucose delle vie respiratorie producevano una quantità inferiore di citochine, ovvero i composti che entrano in gioco nell’infiammazione tipica della reazione allergica.
A “gestire” questa particolare reazione sarebbe uno specifico enzima battezzato A20.
Ciò che più conta, in ogni caso, è che si è visto come nel tempo dopo l’esposizione ad endotossine le risposte infiammatorie tendevano a rimanere più flebili, proprio per l’attività di quest’enzima, riducendo teoricamente anche la reazione ad eventuali allergeni come polline o polvere. Ovviamente stiamo parlando di ricerca di base, con dati che dovranno poi essere replicati. In attesa che la scienza prosegua lungo questo percorso, rimane la realtà delle allergie, in costante crescita soprattutto in questo periodo. Se per la prevenzione può essere utile (anche se complesso da organizzare) trasferirsi in campagna, sul fronte delle cure, se si è allergici e compaiono i sintomi e il quadro non richiede l’intervento del medico per la sua gravità, si può puntare sull’automedicazione.
Iniettando le endotossine direttamente nelle narici dei topi gli studiosi hanno visto che le cellule presenti sulle mucose delle vie respiratorie producevano una quantità inferiore di citochine, ovvero i composti che entrano in gioco nell’infiammazione tipica della reazione allergica.
A “gestire” questa particolare reazione sarebbe uno specifico enzima battezzato A20.
Ciò che più conta, in ogni caso, è che si è visto come nel tempo dopo l’esposizione ad endotossine le risposte infiammatorie tendevano a rimanere più flebili, proprio per l’attività di quest’enzima, riducendo teoricamente anche la reazione ad eventuali allergeni come polline o polvere. Ovviamente stiamo parlando di ricerca di base, con dati che dovranno poi essere replicati. In attesa che la scienza prosegua lungo questo percorso, rimane la realtà delle allergie, in costante crescita soprattutto in questo periodo. Se per la prevenzione può essere utile (anche se complesso da organizzare) trasferirsi in campagna, sul fronte delle cure, se si è allergici e compaiono i sintomi e il quadro non richiede l’intervento del medico per la sua gravità, si può puntare sull’automedicazione.
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