Allergia al nichel: i sintomi, i cibi da evitare e i rimedi
Quella al nichel è una delle forme allergiche più diffuse. Quando si viene a contatto con il nichel e si è allergici, il contatto comporta sintomi come prurito, arrossamenti, la comparsa di segni sull’epidermide come è tipo di una dermatite da contatto. A volte, nelle forme più gravi, i fastidi possono manifestarsi addirittura dopo che si è semplicemente utilizzata una forchetta per portare il cibo alla bocca oppure quando si usa un accendino. Anche se non lo sospettiamo, tuttavia, l’allergia al nichel non è solo legata al contatto ma può manifestarsi anche sotto forma di allergia alimentare. In questi casi, quindi, si va oltre al nichel presente in molti oggetti di uso comune come gioielli di bigiotteria, bottoni metallici, occhiali, monete e chiavi, e bisogna fare attenzione all’alimentazione.
Una dieta che contenga cibi ricchi di nichel (cereali, legumi e cibi in scatola, soprattutto) può anche favorire la comparsa dei segni della dermatite ma anche la presenza di sintomi digestivi, come nausea, bruciore gastrico, dolore addominale, meteorismo, diarrea o stipsi e talvolta, anche sintomi respiratori.
In questi casi si parla di Sindrome Sistemica Allergica da Nichel o SNAS.
Le allergie al nichel
Il nichel è responsabile di due diversi tipi di allergie. La forma più comune è la classica dermatite allergica da contatto (DAC). La dermatite allergica da contatto causata dal nichel interessa circa il 20 per cento delle donne e il 5 per cento degli uomini. Spesso la sensibilizzazione a questo metallo avviene durante la cicatrizzazione della ferita dopo la foratura dei lobi auricolari o dopo un piercing.
La seconda forma, scoperta più di recente, è la Sindrome Sistemica Allergica da Nichel (SNAS). Si tratta di una condizione estremamente rara legata all’insorgenza di sintomi legati all’interessamento di vari apparati, in seguito all’ingestione di nichel attraverso gli alimenti. Spesso, i quadri delle due forme allergiche coesistono nella stessa persona.
Cosa fare? Se il corpo non “sopporta” il nichel, cercate di fare attenzione ai contatti “pericolosi”: il nichel, infatti, oltre ad essere un problema, per chi è allergico, sul lavoro (a rischio sono soprattutto metalmeccanici, parrucchieri e cassieri), può essere contenuto non solo negli accessori metallici dell’abbigliamento, nelle montature degli occhiali, nella bigiotteria, nelle monete, nelle chiavi, ma anche nelle stoviglie e, appunto, negli alimenti.
Ogni giorno, attraverso l’acqua e i cibi, in Europa se ne assumono mediamente circa 200 microgrammi. Il nichel è, infatti, presente sia nell’acqua che nel terreno e addirittura nei prodotti animali oltre che in numerosi legumi, cereali e vegetali. Sotto accusa, in questo senso, sono soprattutto i legumi e gli alimenti inscatolati, soprattutto quando il consumo è pressoché costante.
Come gestire l’allergia da contatto da nichel
Per la dermatite da nichel è fondamentale evitare il contatto con tutti quegli oggetti che contengono il nichel ricordando che la manifestazione allergica può aggravarsi col sudore che favorisce la liberazione grandi quantità di nichel dagli oggetti che lo contengono a contatto della cute; quindi, attenzione per chi fa sport o lavori pesanti.
Qualora comparissero i sintomi, i farmaci di automedicazione ad azione antistaminica sono utili a risolvere il quadro.
I sintomi dell’allergia alimentare al nichel
I sintomi più comuni di un’allergia al alimentare al nichel sono nausea, mal di pancia, eczemi sulla pelle. Quando compaiono disturbi a carico di stomaco ed intestino insieme a dei fastidi cutanei, come appunto gli eczemi, si può pensare alla possibilità che esista una reazione anomala al nichel contenuto negli alimenti. Si tratta di una sensibilità estremamente rara, almeno per la forma alimentare visto che l’allergia da contatto è, invece, molto diffusa. Il nichel ingerito tramite alimenti ricchi di questo allergene, può scatenare la cosiddetta SNAS.
Prevenire e curare la SNAS: quali cibi mangiare e quali evitare?
Per chi è allergico, occorre, quindi, fare attenzione soprattutto all’alimentazione. E conviene sempre informarsi sul quantitativo di nichel presente all’interno dei cibi. Ci sono alimenti che addirittura contengono più di 1000 microgrammi per chilo di peso di nichel: capita, ad esempio, con le noci, le nocciole, le lenticchie, il cacao e derivati ed anche con il concentrato di pomodoro. E non si deve dimenticare che anche gli alimenti conservati o cotti in recipienti di metallo possono contenere nichel.
Ne sono, invece, privi molti cibi come il pesce (escludendo platessa e aringhe), il pollame, le uova, latte e derivati, la frutta fresca (a parte pere albicocche o prugne).
Qualora comparissero i sintomi, i farmaci di automedicazione ad azione specifica possono essere utili per alleviare la sintomatologia (nausea, mal di pancia, bruciore di stomaco, disordine intestinale). Tuttavia, arrivare a una diagnosi resta fondamentale.
Nichel: allergia o intolleranza?
In caso di sospetto di allergia al nichel è necessario avere al più presto la diagnosi del problema. Infatti, se si ipotizza un problema allergico occorre capire se si tratta di vera e propria allergia o di intolleranza.
Nel caso dell’allergia entrano in gioco le Immunoglobuline Per cui, dopo i classici test cutanei, si può puntare su una dieta di eliminazione. Più in generale, lo specialista potrà valutare la possibilità di una terapia iposensibilizzante che va somministrata insieme ad un regime alimentare mirato.
Nel caso di intolleranza invece, oltre a considerare i testi per valutare la risposta al nichel, bisogna anche pensare ad un breath test, ovvero all’esame del respiro che permette di far capire se si è in presenza di una intolleranza. A quel punto, poi, si studieranno con lo specialista le strategie più efficaci per affrontare la situazione che, anche in questo caso partono da una revisione del regime alimentare.
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